Per la FAO NaturaValp è un esempio di turismo sostenibile di montagna

15 Dicembre 2021

In occasione della giornata internazionale della montagna (11 dicembre), le Nazioni Unite, tramite le loro agenzie FAO (Food and Agriculture Organization) e UNWTO (United Nation World Tourism Organisation) hanno pubblicato un’opera che raccoglie 74 esperienze di promozione di un turismo sostenibile della montagna. Per quanto riguarda il territorio alpino, una delle associazioni scelte è la premiata associazione valdostana NaturaValp per lo sviluppo e la promozione del turismo responsabile di Valpelline.

Nata nel territorio che insiste sui comuni di Bionaz, Oyace e Valpelline, NaturaValp promuove lo sviluppo locale riunendo agricoltori, allevatori, artigiani e operatori turistici. Come si legge nel documento FAO, l’associazione porta avanti “iniziative economiche, culturali, sociali ed educative per lo sviluppo responsabile del turismo alpino”. L’Associazione si distingue in particolare negli ambiti del turismo culturale, turismo gastronomico, turismo naturalistico, e nel rispetto delle direttive dei modelli di governance per la sostenibilità e lo sviluppo del turismo di montagna.

In un contesto in cui “i servizi pubblici (come ad esempio i trasporti e il servizio postale) o quelli essenziali (disponibilità di distributori di carburante) diminuiscono ogni giorno” il ruolo di NaturaValp è quello di coinvolgere investitori privati e garantire una presenza significativa di turismo sul territorio. In questo modo l’associazione è in grado di alimentare l’economia locale, supportando le comunità permettendo loro di continuare a mantenere le pratiche di agricoltura e allevamento tradizionali, vivendo in armonia con l’ecosistema alpino.

Nel testo si insiste anche sulla sostenibilità a lungo termine di questo tipo di promozione del territorio in un orizzonte post-pandemico. “Sulla scia della pandemia, l’Associazione” si legge infatti, “insieme alle amministrazioni comunali, sta lavorando per istituire nuove strategie per incoraggiare il trasferimento di nuovi lavoratori sul territorio alpino”.

Exit mobile version