Alberto Bertin è il nuovo Presidente del Consiglio regionale
Alberto Bertin, 54 anni, è il Presidente del Consiglio regionale della XVI legislatura. L’elezione è arrivata questa mattina, martedì 20 ottobre, nel corso della prima adunanza. Bertin ha raccolto 21 voti (11 Marco Carrel e 3 schede bianche). A proporre il collega di movimento è stata Chiara Minelli, mentre la Lega VdA ha annunciato di votare il consigliere di Pour l’Autonomie Marco Carrel. Quest’ultimo invece ha anticipato all’aula la volontà del gruppo di votare scheda bianca.
Ad aprire i lavori del nuovo Consiglio Valle è stato Mauro Baccega, il più anziano fra i 35 consiglieri della nuova legislatura. L’ex Assessore alla Sanità, affiancato dal più giovane eletto, Erik Lavy, nei panni oggi del consigliere segretario, ha invitato poi l’aula e gli 8 consiglieri in “quarantena” (tutto il gruppo di Progetto civico progressista e Simone Perron della Lega) ad osservare un minuto di silenzio per Rinaldo Challancin, il vigile del fuoco volontario morto il 3 ottobre scorso ad Arnad durante un intervento e per tutte le vittime dell’alluvione del 2000.
E’ stata poi la volta del giuramento degli eletti e della sostituzione del consigliere sospeso Augusto Rollandin, che rimarrà fuori da Piazza Deffeyes fino al prossimo 8 novembre. Al suo posto è entrato l’ex sindaco di Perloz Giancarlo Stevenin.
Chi è il nuovo Presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin
Alberto Bertin, 54 anni, è laureato in scienze politiche e ha conseguito un Master in Geopolitica (Università La Sorbonne, Aoste-Sorbonne). È stato responsabile del settore ricerche e fondo federalista della Fondation Emile Chanoux. In Consiglio Valle è entrato la prima volta nel 2008 con il movimento Vallée d’Aoste Vive/Renouveau, poi diventato Alpe. E’ stato Presidente della Commissione speciale per la gestione dei rifiuti in Valle d’Aosta, istituita dopo il referendum popolare svoltosi il 18 novembre 2012. Nel 2013 è stato riconfermato consigliere regionale, sempre con Alpe, movimento da cui è uscito nel 2017 passando prima al gruppo misto e poi costituendo con il consigliere Padovani il gruppo Impegno Civico. Alle elezioni del 2018 è stato rieletto in Consiglio regionale nella lista Impegno Civico con 1482 voti di preferenza. Nel 9 gennaio 2019 ha costituito con la collega Minelli Rete Civica-Alliance Citoyenne. Alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre scorso è risultato il più votato fra i candidati di Progetto Civico Progressista con 938 preferenze.
Durante tutti questi anni in Consiglio regionale Alberto Bertin si è speso molto nel denunciare possibili infiltrazioni mafiose in Valle d’Aosta, chiedendo a più riprese – l’ultima volta con una proposta di legge depositata a gennaio 2019 – l’istituzione di un osservatorio permanente sulle organizzazioni criminali di stampo mafioso.
Già componente della Commissione speciale consiliare per l’esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose, in Valle istituita operativa tra il 2012 e il 2013, Bertin compare nelle carte dell’Inchiesta Egomnia tirato in ballo da Antonio Raso, che intercettato al telefono ne parla come di quello “già sul pelo del rasoio” e che rischia che qualcuno “gli fa ‘i mussi’ tanti”, ovvero lo picchi in faccia.
Le prime parole da Presidente
“Ringrazio per fiducia che mi è stata data – ha spiegato Bertin prendendo la parola per la prima da volta da Presidente del Consiglio Valle -. Sono grato per delicato ruolo che da oggi mi è stato affidato, quello di garante dell’Assemblea. Questa legislatura si apre in un momento estremamente difficile non solo per la seconda ondata della pandemia, ma per un sistema sanitario, economico e sociale già provato dagli avvenimenti della scorsa primavera che rischiano di essere messo nuovamente sotto pressione, il che accresce ancora di più la responsabilità di quest’aula”.
Poi Bertin fa un excursus nel recente passato, per spiegare come dovrebbe essere il Consiglio di oggi: “Dallo scorso 19 dicembre non c’è un governo legittimato, e abbiamo avuto un Consiglio regionale travolto da vicende giudiziarie gravi perché vedono partecipi la ‘ndrangheta, una delle organizzazioni tra le più pericolose del pianeta, e la politica. Un’organizzazione che vuole conseguire sempre più potere, infiltrare e condizionare la politica, come spiegano le recenti sentenze, e che hanno minato credibilità dell’istituzione e macchiato questa Regione. Questo Consiglio deve voltare pagina e riscattarsi, lo dobbiamo alla gloriosa storia di questa regione e al suo avvenire. È un compito che riguarda tutti, perché l’autonomia e la democrazia non possono convivere con la ‘ndrangheta“.
Il nuovo Ufficio di Presidenza
Aurelio Marguerettaz per la maggioranza (21 voti ottenuti) e Paolo Sammaritani per la minoranza (11 voti) sono stati eletti in qualità di vice presidenti del Consiglio Valle. Ha votato invece scheda bianca Pour l’Autonomie. Un franco tiratore invece ha fatto la sua comparsa durante la votazione dei consiglieri segretari. Corrado Jordan, proposto dalla maggioranza, ha infatti ottenuto 20 dei 21 voti a disposizione, mentre Luca Distort, proposto dalla Lega VdA, ne ha raccolto 12, uno in più di quelli disponibili. Il gruppo Pour l’Autonomie come annunciato ha votato Mauro Baccega.