Bilancio Cva, l’Azienda risponde al M5s: le valutazioni politiche non dovrebbero interferire con l’approvazione
Quotazione di Cva, l’Azienda passa al “contrattacco”. Nel mirino del comunicato c’è il MoVimento 5 Stelle che, non più tardi di dieci giorni fa, in conferenza stampa, aveva lanciato la sua stoccata parlando di “considerazioni pubbliche” da parte del management della compagnia “che superano il loro ruolo e le loro competenze”.
Concetto che faceva il paio, sempre dai lidi pentastellati, con un comunicato di venerdì scorso nel quale il gruppo consiliare scriveva perentorio che “l’approvazione del bilancio di Cva non può avvenire prima della seduta straordinaria del Consiglio regionale”, ma anche che “la maggioranza dei Consiglieri regionali ha preteso una discussione della risoluzione prima di assumere qualunque decisione. È un atto grave di protervia e di mancanza di rispetto nei confronti delle decisioni che deve prendere la proprietà, rappresentata dal Consiglio regionale; è un atteggiamento inammissibile a cui occorre porre rimedio con atti urgenti e chiari”.
Cva, si diceva, prende carta e penna e spiega invece come “le peraltro rare manifestazioni di pensiero espresse dal management circa la quotazione in borsa di Cva, consentita dal D.Lgs 175/2016 (c.d. “Legge Madia”) e s.m.i., non hanno alcuna ragione di essere censurate. Infatti, considerazioni personali, peraltro non idonee ad incidere né tanto meno ad influenzare sulle valutazioni degli organi decisionali, non paiono essere impedite o limitate da disposizioni generali o di dettaglio in materia di società a partecipazione pubblica”.
Management che rivendica una posizione da “fondamentale interlocutore nell’ambito di un sereno confronto” e che, spiega, mai ha messo “in discussione l’autorevolezza e l’indipendenza del Consiglio Regionale”.
Non solo, oltre al “rammarico per l’atteggiamento conflittuale, anziché collaborativo e propositivo nell’interesse dell’intera comunità”, Cva ribatte alla “grave dichiarazione apparsa sugli organi di stampa in cui si asseriva la necessità di ‘valutare una serie di decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione in contrasto con la legge Madia’”. Affermazione, scrive ancora l’Azienda, “oltre che chiaramente lesiva della dignità e dell’autorevolezza degli organi sociali e dei suoi componenti, appare del tutto priva di elementi oggettivi e delle necessarie motivazioni a supporto”.
Il bilancio non dipende dal Consiglio
Anche sulla richiesta di “bloccare” l’approvazione del bilancio in attesa del Consiglio straordinario non trova appigli, secondo i vertici di Cva: “Tutto questo è in ogni caso irrilevante per quanto riguarda l’approvazione del bilancio di Cva, già licenziato dal Consiglio di Amministrazione con il parere favorevole di tutti gli organi di controllo e accompagnato dalla relazione della Società di Revisione”.
Insomma, un conto è la politica, un conto è la società: “Eventuali valutazioni di natura politica – chiude la nota di Cva –, legittime in altri contesti, non dovrebbero interferire con il regolare funzionamento della Società e impedire l’adozione di deliberazioni (come l’approvazione del Bilancio) che, ai sensi di legge, non sono rinviabili e che, qualora non assunte nei tempi previsti dalla vigente normativa in materia, potrebbero determinare oneri e riflessi pesantemente negativi con riguardo al valore della società”.