Con l’addio alla scuola di Tzambarlet è stato revocato l’accordo tra Regione e Comune
Era il lontano 2010, quando l’accordo di programma siglato tra Regione e Comune di Aosta sanciva la costruzione di una “Scuola polmone” in località Tzambarlet – poi diventato il più definitivo “Polo scolastico” – al posto del maneggio, destinato a spostarsi nella zona della ex cascina Favre, in via Lavoratori Vittime del Col du Mont.
Accordo – non il primo né l’ultimo – appeso al destino di una scuola il cui progetto ha da sempre lasciato dietro di sé una scia di perplessità (anche recenti), un ricorso al Tar (poi respinto ma seguito da un altro ricorso degli ordini professionali, anch’esso rispedito al mittente), richieste di sospensive varie (poi accolte, con uno stop all’aggiudicazione), un tentato referendum (poi ritenuto inammissibile), e che ha “congelato” per oltre un decennio tutta una serie di decisioni amministrative.
Ora invece la Regione ha scelto, il Polo scolastico è stato definitivamente salutato ed il Comune può immaginare così – Pnrr permettendo – il suo nuovo maneggio. Mancava solamente un ultimo passaggio – formale –, annunciato quasi un mese fa: la revoca dell’accordo di programma discussa oggi in piazza Chanoux, durante i lavori della II Commissione, e che verrà votata – quasi sicuramente senza troppi imprevisti, né particolari rimpianti – nel prossimo Consiglio comunale convocato per il 25 e 26 maggio.
In aula, dopo aver ricostruito l’iter della vicenda per sommi capi, l’assessore alla Pianificazione territoriale Loris Sartore (Pcp) ha spiegato: “Il Comune prende atto oggi della Conferenza di programma del 17 marzo scorso, e proseguirà con il passaggio in Consiglio comunale della delibera che chiuderà la vicenda della ‘Scuola polmone’. Il venir meno di questa realizzazione consentirà all’Amministrazione, e per questo abbiamo presentato domanda per i fondi Pnnr, di ricollocare lì il maneggio, ingrandito e attrezzato, per dotare Aosta di una struttura degna di un capoluogo di Regione”.
La delibera viene votata all’unanimità, con il placet arrivato anche dai banchi dell’opposizione: “Esprimo viva soddisfazione per questo percorso che vedeva nascere un’ipotetica scuola in un’area assolutamente non adatta – ha detto invece Sergio Togni (Lega) –. Nel 2018, come Ordine degli architetti, ci eravamo già espressi in maniera contraria sulla cosa. Per fortuna, il tempo ha dato ragione alle illogicità di questa scelta, che speriamo ora porti a localizzazioni scolastiche più congrue tenendo conto dell’importanza di recuperare gli edifici nel centro e non lasciarli all’abbandono. In primis la Regione che è preposta all’edilizia scolastica”.