Coronavirus, Rinascimento VdA: “Chi ha sbagliato deve essere sanzionato”
“Molti aspetti relativi alla gestione da parte della Regione della pandemia in Valle d’Aosta hanno lasciato e lasciano tuttora dubbi e interrogativi in molti cittadini”.
A lanciare “un doveroso invito alla trasparenza verso chi ha in mano decisioni che attengono alla vita delle persone, alla loro salute, al sostentamento economico” è il Direttivo di Rinascimento Valle d’Aosta, che in una nota chiede “chiarezza e risposte semplici a domande che ogni cittadino si pone e le chiediamo in tempi rapidi onde poter prenderne atto e assumere decisioni e orientamenti al riguardo”.
Le domande di Rinascimento
Le domande che il movimento rivolge all’Amministrazione regionale sono legate, da un lato, a situazioni più recenti – come le difficoltà segnalate dal Presidente dell’Istituto superiore di Sanità Brusaferro a reperire i dati valdostani – fino a questioni più ataviche e altre più di prospettiva per la Sanità locale.
- Quale è il motivo del ritardo nell’invio dei dati a Roma per la valutazione di assegnazione delle zone e in generale per il monitoraggio?
- Di che dati si tratta?
- Quali Uffici erano e sono preposti alla trasmissione dei suddetti dati, sotto quali dirigenti?
- Perché il Presidente Lavevaz definisce quei dati comunque poco rilevanti?
- A che titolo e sulla base di quali atti o documenti il Presidente Lavevaz dice che la Regione avrebbe essa stessa chiesto la zona rossa se non fosse intervenuto il Governo?
- Perché non è stato anticipato al Ministero l’aspetto che la Valle d’Aosta non ha un unico presidio ma due, fattore di valutazione non corretto che ha inciso in modo determinante sulla classificazione a zona rossa? Chi sono stati gli interlocutori diretti con il Ministero in questa concertazione?
- Perché con tutta l’estate a disposizione non si è approntato in anticipo uno spazio per triage sostitutivo del tendone del Parini (tendone senza neppure spazi per i medici per cambiarsi) e invece ci risulterebbe che verrà avviata l’installazione di un container a fine mese di Novembre corrente con lavori che dureranno fino a tutto Dicembre pv?
- Perché con tutta l’estate a disposizione non si è fatto un Piano “ritorno covid”, prevedendo anche al tempo una o più strutture supplementari per il ricovero?
- Perché non è stato creato un presidio fisso di ricovero per la media e bassa Valle?
- Perché la misura dell’autocertificazione non scatta al decimo giorno (se vale al 14esimo allora il principio può valere benissimo al 10) e deve scontare 4 giorni di extra quarantena (oltre ai tempi del Comune) determinando danni ingenti?
- Perché non sono state previste “facilities” gratuite (come ad es. in Corea e altri Paesi) e con oneri a carico della Regione per persone in isolamento fiduciario onde evitare promiscuità familiari e così dando anche lavoro a strutture alberghiere?
- Perché la Regione non ha chiesto il ricalcolo della zona di assegnazione in ragione dei dati e dell’esistenza di un doppio presidio?
- Perché non si chiede conto del suo operato all’ex assessore alla Sanità M. Baccega che ha governato per tutto il tempo intercorrente tra la prima e seconda crisi pandemica, tempo che avrebbe dovuto essere impiegato per anticipare la seconda ondata con misure solide e strutturali?
- Lo stato annuncia nuovi contributi a fondo perduto e la Regione come intende muoversi sui contributi a fondo perso?
“Queste sono risposte che attendiamo con chiarezza – aggiunge Rinascimento -, e aggiungiamo che se ci sono delle responsabilità precise chi ha sbagliato deve essere sanzionato. Siamo per un sistema meritocratico e non di appiattimento dei livelli di responsabilità, meno che meno di scarica barili: a maggior ragione in materie che incidono sulla salute e sicurezza economica dei cittadini non devono poter incidere e operare persone inadeguate”.
Risposte attese, e in tempi stretti: “Chiediamo che il Governo regionale fornisca queste risposte ai cittadini entro il 20 novembre. Riteniamo che non solo i Consiglieri regionali abbiano diritto di chiedere conto dell’operato del Governo mediante atti ispettivi e di controllo ma che sia un diritto di ogni cittadino e anche di movimenti civici come il nostro non rappresentati in Consiglio”, chiude la nota.