Giorno del Ricordo, CasaPound risponde ad Adu: “Isteriche farneticazioni”

12 Febbraio 2020

Dopo la posa del cippo commemorativo dei Martiri delle foibe – durante il Giorno del Ricordo dello scorso 10 febbraio, ad Aosta – non si placa la polemica.

A protestare per l’iniziativa era stato Adu VdA, che in una dura nota firmata dalla consigliera regionale Daria Pulz criticava l’Amministrazione del Capoluogo “noncurante, anzi compiaciuta del fatto che l’iniziativa sia del consigliere comunale di Casapound”, condannava “la totale e cinica ipocrisia di queste e altre operazioni falsificatorie” e stigmatizzava “la partecipazione irresponsabile delle Istituzioni a momenti di spregio della memoria storica” per, chiudeva, “bassi fini propagandistici”.

Parole che hanno suscitato l’immediata reazione proprio di CasaPound, che in un comunicato del suo rappresentante in Comune Lorenzo Aiello risponde altrettanto duramente: “Ancora una volta Daria Pulz non ha perso un’occasione per travestirsi da maestrina del pensiero. Comprendo la vicinanza con il carnevale, ma mi permetto di sconsigliarle il vestito da commissario politico sovietico per festeggiare: la sua non è nemmeno una posizione provocatoria, ma solo vergognosa”.

Aiello che aggiunge: “Non contenta di rappresentare lo schieramento politico che per più di 50 anni ha fatto sì che questa vicenda venisse letteralmente e totalmente rimossa dai libri di scuola, oggi ci propina e si impegna a divulgare tesi nella migliore delle ipotesi giustificazioniste, quando non proprio negazioniste”.

“Quello che maggiormente preoccupa – prosegue la nota di CasaPound – è che presto la consigliera Daria Pulz potrebbe tornare a occupare una cattedra, luogo privilegiato per avvelenare le teste di ragazzi, che a scuola dovrebbero andare per imparare e non per farsi deformare dalle storture ideologiche, falsificatrici fino all’oscenità, dei propri insegnanti: vista la situazione, sarebbe quasi auspicabile il suo rientro in consiglio per contenere i danni”.

E conclude: “Il Giorno del Ricordo è istituito per legge dello Stato ed ha lo scopo di rendere giustizia a più di 10.000 vittime e circa 350.000 esuli, ai quali i suoi maestri hanno negato, prima ancora che la dignità, qualsiasi umanità, arrivando a versare sui binari le razioni di latte destinate ai bambini delle famiglie dalmate e istriane. È di questo che stiamo parlando e che ricordano dolorosamente tutti coloro dotati di un’anima, qualsivoglia sia il loro orientamento politico, non di isteriche farneticazioni che, non si trattasse appunto di etnocidio e di un’insegnante di storia, già direttrice di un istituto finanziato con fondi pubblici, susciterebbero un sorriso di compassionevole pietà”.

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