Giorno del Ricordo, Pulz: “Operazioni falsificatorie”
“Come per i 15 anni precedenti oggi assistiamo a un vero e proprio ‘sdoganamento’ degli argomenti e dell’ideologia delle vecchie e nuove destre nell’ufficialità istituzionale contornata da narrazioni squinternate e odiose, ricostruzioni storiche infondate e leggende metropolitane”.
Non è andata giù a Daria Pulz, consigliera regionale in quota Adu, la posa di ieri ad Aosta – Giorno del Ricordo – di un cippo commemorativo per i Martiri delle foibe.
Un’iniziativa, scrive Pulz, che ha visto l’Amministrazione comunale “noncurante, anzi, diremmo compiaciuta del fatto che l’iniziativa sia del consigliere comunale di Casapound (che raccoglie il testimone dall’ex collega Manfrin), talmente compreso nella solenne impresa da avere egli stesso provveduto all’acquisto del manufatto”.
E aggiunge: “Oggi (ieri, ndr.) alla foiba di Basovizza Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Maurizio Gasparri si presentano senza imbarazzo tra bandiere repubblichine e labari della X Mas, simboli immancabili, in quel luogo, ogni 10 febbraio”.
“La data del 10 febbraio ricorda il giorno della firma del Trattato di pace che dettò dure condizioni alle ex-potenze dell’Asse, Italia compresa; è una data che non dovrebbe portare con sé macchie di revanchismo e nostalgie varie, ma tant’è – aggiunge la consigliera –. Da quando, nel 2005, è stato istituito il Giorno del Ricordo appare evidente la strategia di manipolazione degli eventi storici che si intendono commemorare in modo ufficiale, la ricorrenza è stata di fatto imposta dalle forze politiche di destra in risposta alla Giornata della Memoria e da questa discutibile genesi si può facilmente desumere di fronte a quale retorica ci troviamo immancabilmente ogni 10 febbraio. Le destre post fasciste hanno bisogno di una ‘loro’ narrazione nella quale il collaborazionismo diventa ‘eroismo’ o ‘martirio’ e nella quale scompaiono i crimini di guerra italiani nei Balcani”
Secondo Pulz: “così il ricordo diventa il modo per riabilitare di fatto il regime nazifascista in nome della ‘italianità’ e per condannare in blocco il Fronte di Liberazione del Popolo Sloveno in nome di una stucchevole retorica anticomunista. Eppure, molto altro ci sarebbe da dire sull’esodo istriano, fiumano e dalmata. Persone che lasciarono per sempre i loro averi pensando che sarebbero stati via forse qualche mese, ma che dopo avrebbero potuto fare ritorno alle loro abitazioni, cittadini di Zara mandati nei villaggi dell’Appennino umbro-marchigiano, pescatori del Quarnaro mandati a morire di crepacuore nelle nebbie della Padania, contadini dell’Istria spediti a fare i coloni vicino ad Alghero. Uomini e donne spediti come pacchi da un capo all’altro d’Italia, come oggi vengono spediti i richiedenti asilo, esseri umani rigettati ai margini mentre si moltiplicano commemorazioni e Giornate per ricordare”.
“Adu VdA – chiude la nota – intende condannare la totale e cinica ipocrisia di queste e altre operazioni falsificatorie e stigmatizzare la partecipazione irresponsabile delle Istituzioni a momenti di spregio della memoria storica, la nostra ferma presa di distanza valga soprattutto come segno di rispetto per tutte le vittime le cui storie tragiche vengono manipolate e strumentalizzate per bassi fini propagandistici”.