Gli screzi in Consiglio Valle escono dall’aula, volano le accuse tra autonomisti e Pcp
Dopo il – paradossale – Consiglio regionale di oggi, incentrato interamente sulla spaccatura interna a Pcp e l’abbandono dalla maggioranza di Chiara Minelli ed Erika Guichardaz (ed i risvolti formali di un gruppo di maggio/minoranza), il tardo pomeriggio inasprisce toni già non certo concilianti.
Dopo le opposizioni – che hanno parlato di una “giornata sprecata” – tocca alla maggioranza. O a quel che ne rimane.
A riaprire la partita sono gli autonomisti: “In politica occorrono serietà e coscienza delle conseguenze delle proprie azioni: chi siede in Consiglio regionale non può agire parlando unicamente ai militanti dei propri movimenti, paralizzando l’attività dell’Assemblea” scrivono i consiglieri di Union Valdôtaine, Alliance Valdôtaine-Stella Alpina, Vallée d’Aoste Unie e Gruppo Misto.
“Il Consiglio regionale di oggi – si legge ancora – era chiamato tra l’altro a trattare disegni di legge importanti per la realtà valdostana. La decisione delle Consigliere Guichardaz e Minelli, comunicata ieri notte, testimonia un atteggiamento oltranzista che non si cura dei lavori dell’Aula e crea un rallentamento ingiustificato alle attività programmate. Si tratta di una scelta populista, che conferma la totale mancanza di propensione alla mediazione: un requisito che invece è indispensabile per chi si candida a governare e si trova nelle condizioni di farlo”.
E ora? “Nelle prossime ore – chiudono gli autonomisti – ci aspettiamo le dimissioni delle due Consigliere da tutte le cariche ricoperte nei vari organi all’interno dei quali erano state elette in quanto parte della maggioranza. È un gesto di coerenza indispensabile, al di là delle posizioni politiche, per permettere al Consiglio regionale di lavorare nella pienezza delle proprie prerogative”.
Il “contrattacco” del Progetto civico progressista non si fa attendere.
Il Tavolo di coordinamento, da un lato, ringrazia le consigliere regionali Guichardaz e Minelli “che, ancora una volta, hanno recepito le indicazioni degli organismi di Pcp ed hanno comunicato l’uscita dalla maggioranza regionale, per i motivi di incoerenza programmatica che sono stati ampiamente illustrati”.
Una comunicazione “che non impediva affatto al Consiglio di affrontare e discutere regolarmente i punti all’ordine del giorno ma, sia fra le fila della maggioranza sia fra quelle dell’opposizione, si sono levate voci per mettere in discussione la possibilità e l’opportunità di proseguire regolarmente i lavori”. Un atteggiamento “irresponsabile” da parte di chi “per mesi si è rifiutato di dare risposte alle richieste di chiarimento e di verifica politica su temi e contenuti, ed ha creato una situazione insostenibile”.
Non solo: “Ora si alza la voce per creare un gran polverone e nascondere le proprie pesanti responsabilità – prosegue Pcp -. Il blocco dei lavori del Consiglio si poteva evitare e lo dimostra la soluzione conclusiva concordata nella Conferenza dei Capigruppo che rasenta il ridicolo, perché i provvedimenti più importanti, disegni e proposte di legge, che si potevano esaminare oggi sono stati rinviati a un Consiglio straordinario da svolgersi fra 5 giorni, quando l’assetto dei gruppi consiliari sarà probabilmente ancora immutato”.
Anche qui, la domanda resta la stessa: e ora? “A questo punto è comunque bene prendere atto che nel gruppo Pcp si è determinata una ulteriore grave frattura fra le consigliere, che recepiscono le indicazioni che emergono dalla Assemblea di Pcp e dal Tavolo di coordinamento, e chi invece le rifiuta e quindi non può più essere considerato rappresentativo di Pcp. Una frattura che rende inevitabile la separazione fra le due posizioni. Una separazione che va fatta con spirito costruttivo sapendo che al di là della difficoltà del momento bisogna ricercare una prospettiva comune visto che il progetto unitario deve proseguire”.