Impianti di risalita, Bertschy: “Aprirli oggi vorrebbe dire farlo per nessuno”
La Lega batte il colpo, e spiega che la ricetta per aprire gli impianti e le piste da sci c’è eccome, e si chiama Legge regionale 11, la norma approvata in Consiglio Valle i primi di dicembre, che ha il potere di “bypassare” le strettoie dei Dpcm.
E che infatti a Roma non hanno preso con particolare sportività, impugnando il provvedimento a stretto giro. Oltre a creare dissidi interni alla maggioranza in piazza Deffeyes.
Dall’altra, l’Assessore regionale Luigi Bertschy – che tra le sue deleghe ha proprio gli impianti a fune – risponde risponde all’amo gettato dal “Carroccio”.
Il nodo, insomma, è il turismo stesso.
In conferenza stampa, infatti, Bertschy ha spiegato: “La Legge 11 è stata sostenuta dai gruppi autonomisti, e ci permette di declinare sul nostro territorio le specificità dei servizi, come ad esempio gli impianti a fune. È corretto che arrivasse il segnale che la Valle d’Aosta esiste e ha una visione del futuro, sulla pandemia e della politica. Un anno fa festeggiavamo un milione di primi ingressi agli impianti, aprirli oggi vorrebbe dire farlo per nessuno se non per qualche valdostano. Non possiamo permetterci di aggiungere danno a danno”.
Sulla “pizzicata” del “Carroccio” l’Assessore spiega: “Credo che la stessa Lega abbia provocatoriamente ricordato che abbiamo questa possibilità, ma dobbiamo usarla quando ci sarà un nuovo protocollo, serve una zona gialla almeno con il limitrofo Piemonte, per cominciare a riportare persone in sicurezza sugli impianti. Abbiamo adeguato il protocollo, inviato e proposto al Consiglio dei Ministri per avere una risposta nei prossimi giorni ed avere una data definitiva per la riapertura che non sarà quindi il 7 gennaio, ma auspichiamo non molto più in là”.
La pesante mancanza dello sci
Nel suo discorso, Bertschy si addentra sui problemi che le chiusure stanno portando con sé. Problemi ben noti che l’Assessore ribadisce: “Il settore degli impianti a fune, insieme a tutto il popolo montagnard, ha registrato con il mancato avvio della stagione invernale, una pesante battuta d’arresto per cui chiederemo corposi indennizzi per il danno economico subito. Gli obiettivi a tendere, per il rilancio dello sci in Valle d’Aosta, sono la revisione del modello di governance delle società partecipate per i grandi comprensori, la pianificazione degli investimenti strategici, lo studio di una legge a sostegno dei piccoli comprensori e la promozione e il sostegno alla pratica del fondo e dello sci alpinismo”.
Il 2019, da questo punto di vista, sembra una vita fa: “L’anno scorso di questi tempi festeggiavamo un fatturato di 34 milioni di euro. Oggi il danno economico che stiamo subendo sta tutti in questi numeri: in un fatturato pari quasi a zero ed un settore completamente fermo”.