La demolizione dei grattacieli di Aosta costerà almeno 4,7 milioni. L’incognita sono i tempi

23 Febbraio 2023

Non più tardi di un anno fa, era il febbraio 2022, la demolizione dei duegrattacielidi quartiere Cogne, era appena diventata un “rompicapo”. Il ritrovamento, a fine marzo 2021, di amianto negli inerti – poi confermato da un centinaio di altri rilievi nel calcestruzzo e nelle strutture portanti – aveva fatto slittare i lavori.

Oggi, la situazione non è migliore. Un cronoprogramma non c’è, in attesa di una serie di passaggi tecnici di verifica. Intanto, spunta però una prima stima dei costi di abbattimento dei due edifici, per quanto ancora suscettibile di variazione: serviranno almeno 4,7 milioni di euro.

A risollevare la questione, durante i lavori odierni del Consiglio comunale, il vicepresidente dell’aula Renato Favre (Forza Italia): “Vorremmo capire quando inizieranno i lavori di abbattimento dei grattacieli e quanto costeranno” ha chiesto con un’interpellanza.

In replica, l’assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto ha spiegato come le incognite – soprattutto temporali – siano ancora parecchie: “Il progetto definitivo è stato consegnato a dicembre. Per l’incarico professionale di verifica, perché essendo un progetto di un certo rilievo serve una validazione del Rup effettuata da un organismo esterno certificato, è stato individuato a fine 2022 lo studio che ha cominciato la verifica a fine gennaio. Le operazioni sono in corso. Si parla della verifica di un progetto da 4,7 milioni, escludendo il probabile futuro aggiornamento dei prezzi che deriverà dall’emissione del nuovo prezzario imminente, previsto per marzo 2023”.

I tempi, si diceva, sono incerti: “Dobbiamo prima avere un progetto definitivo validato per poter immaginare il cronoprogramma delle attività successive, ovvero l’appalto delle opere, per capire quando inizieranno. È un’opera molto particolare. Si farà una gara con un’offerta economicamente più vantaggiosa per approfittare di tutte le possibili migliorie che ogni ditta partecipante potrà apportare con le tecnologie di cui è in possesso”.

Risposta che soddisfa in parte il vicepresidente Favre, che cerca comunque di vedere il proverbiale “bicchiere mezzo pieno”: “Mi pare di aver colto un notevole imbarazzo nell’assessore nell’enunciare questioni che può gestire fino ad un certo punto – ha detto –. Lo comprendo. Chissà quando le ruspe cominceranno ad abbattere il ‘mostro’. Speriamo in bene”.

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