Legge sulle riaperture, per la deputata Tripodi “è fumo negli occhi”

03 Dicembre 2020

“Come rappresentante delle istituzioni riconosco la grande difficoltà dei commercianti e le peculiarità dell’economia di montagna, e non solo in merito alla Valle d’Aosta. Ai cittadini della mia regione però, chiedo che non sfugga la gravità della situazione sanitaria e la sostenibilità dell’ospedale Parini“.

Così la deputata 5 stelle Elisa Tripodi, che spiega come la nuova legge regionale, che già molti chiamano ‘legge Anti-Dpcm’, non fa altro che creare confusione e viene utilizzata come arma politica da brandire, ovvero come bandiera da sventolare senza tenere conto della reale situazione. La vostra rabbia è legittima, soprattutto per coloro che hanno un’attività propria. Questa legge, però, è fumo negli occhi, e lo dimostra anche la grande esclusa: la Scuola”.

“Nessuno vuole restrizioni non necessarie – prosegue l’onorevole -, e nessuno vuole allungare un minuto più del dovuto questa situazione di limitazioni continue. Questo è stato un anno duro, un anno buio per tutto il Paese. Stiamo facendo di tutto con qualsiasi mezzo per sostenere l’economica locale, e la vera battaglia politica, ora, deve essere incentrata sui ristori e sul contenimento dei contagi, e non su finte promesse di leggi che saranno impugnate”.

Tripodi, poi, annuncia nuovi provvedimenti in arrivo: “Alla Camera dei deputati sono stati depositati emendamenti alla legge di bilancio e altrettanti ne sono stati consegnati al senato per le imprese valdostane e per le scuole (di cui nessuno continua a parlare). Io chiedo al governo valdostano un sostegno per farli approvare. Questa è la vera battaglia da condurre, non la mera propaganda che pagheranno solamente i commercianti e i malati. Una battaglia da condurre tutti insieme per uscire da questa emergenza e dare segnali concreti”.

Il M5S VdA chiede le dimissioni di Lavevaz

Patrizia Pradelli e Luciano Mossa

Se i toni di Tripodi sono fermi, ma concilianti, dai lidi valdostani del MoVimento 5 Stelle le parole si fanno più affilate. E anche inequivocabili nella richiesta: la “testa” del Presidente della Regione sul piatto.

“Il facente funzioni prefetto della Valle d’Aosta si ribella alle disposizioni governative anti Covid, nonostante nella prima metà di novembre la mortalità sia aumentata più che in tutto il resto di Italia – scrivono in una nota i facilitatori Patrizia Pradelli e Luciano Mossa -. La singolarità, l’insostenibilità di questa presa di posizione sta quindi nel merito oltre che nel ruolo”.

Motivo per il quale il pentastellati locali chiedono le dimissioni di Erik Lavevaz.

“La stessa persona  il Presidente della Giunta – si legge ancora -, partecipa alle riunioni con il Ministro Boccia senza intervenire, salvo poi fare il capo-popolo autonomo-sovranista; dichiara la Valle ‘zona gialla’ quando si trova a favore di televisioni o di Lega, a dispetto di una situazione sanitaria ancora molto critica“.

Ricordando l’incostituzionalità dei provvedimenti presi “e soprattutto, della loro efficacia per l’economia, quasi nulla a fronte della chiusura dei confini regionali. Ci si domanda allora se sappiano fare qualcosa di davvero utile per la popolazione invece di mettere a rischio persino i contributi statali per chi è in zona rossa”.

Il M5s-VdA spiega di condividere “le grandissime preoccupazioni economiche di una consistente parte della nostra popolazione, peraltro comuni a tutto il resto dell’arco alpino, ma si dissocia nella maniera più netta da azioni puramente propagandistiche, potenzialmente dannose nei fatti, certamente per l’immagine della nostra Regione”.

Exit mobile version