Politiche 2022, Pci: Il nostro programma porterà in Parlamento idee diverse
Perché il PCI corre solo rispetto ad altre forze politiche? “Perché nel 2019, quando facemmo la conferenza di organizzazione ad Orvieto, abbiamo proposto a tutte le altre forze di costituire un fronte comune nel rispetto delle autonomie organizzative delle forze politiche. Gli altri partiti, un po’ alla volta si sono sfilati ma noi comunque abbiamo rilanciato la richiesta di nuovo prima di queste elezioni”. Così Fabrizio Spadini, membro del Comitato Centrale spiega la scelta del Partito Comunista Italiano, nella conferenza di presentazione dei candidati.
Il movimento schiera per un seggio alla Camera dei deputati Davide Ianni, 31 anni, ingegnere informatico e imprenditore e Guglielmo Leray 54 anni, operatore della polizia locale, per un posto al Senato.
Entrare in coalizione con il Pd? È fuori discussione
“In Valle d’Aosta abbiamo una situazione alquanto singolare. Abbiamo forze che si contrappongono a livello nazionale, come il Pd e Azione, che corrono assieme, oppure sinistra italiana che a livello nazionale va con il Pd, ma che a livello regionale si è presentata con i 5 Stelle in contrapposizione al Pd. A questo punto ci si chiede: ma sono veramente contro il Pd? Direi di no.” prosegue Fabrizio Spadini, facendo riferimento alle dichiarazioni rilasciate dai candidati di Unione Popolare e Valle d’Aosta Aperta che si sono detti disposti ad appoggiare un governo del Pd “a certe condizioni”.
“Il nostro programma invece è molto chiaro, appoggiare il centro destra o il centro sinistra, a livello di politiche che andranno ad attuare, è la stessa cosa, perché se vedete in questi anni le norme che hanno peggiorato il diritto del lavoro sono state votate sia dal centro sinistra, sia dal centro destra. Di fatto, quando si va al pratico, c’è la famosa Agenda Draghi che tutti applicano. Il nostro programma porterà delle idee totalmente diverse.”sottolinea ancora Spadini.
Lavoro: più Stato meno mercato
Per ciò che riguarda il lavoro e la fiscalità, il Pci segue il motto scelto come titolo per l’intero programma elettorale: “Più stato, meno mercato”. Il modello preso come riferimento è quello di una via nazionale al socialismo, già attuata in varie parti d’Europa e in Cina. Ciò che propone il partito è di ridare centralità allo stato nell’indirizzo dell’economia, dettando le linee guida per i settori industriali strategici come i grandi servizi, l’energia elettrica, il gas e i trasporti. In questa cornice, nell’ottica del programma, il mercato svolgerebbe la sua funzione all’interno delle linee guida date dallo stato.
“Non andremo contro gli autonomi, il programma si rivolge sia ai dipendenti che alle partite Iva, che tante volte sono partite IVA di necessità.” evidenzia Fabrizio Spadini.
Infatti, la proposta rivolta ai piccoli imprenditori interessati a rientrare nelle linee guida dettate dallo Stato è quella di accettare commesse statali volte a coinvolgere a rotazione tutte le aziende più piccole. In questo modo, secondo Fabrizio Spadini: “Lo stato favorisce la cooperazione e non la concorrenza sfrenata.”
In opposizione all’Agenda Draghi, il programma propone un ritorno ai contratti a tempo indeterminato come forma prevalente di rapporto lavorativo, una semplificazione del diritto del lavoro e un ritorno della causalità. Per ciò che riguarda le pensioni, il Pci propone di ritornare a un regime pensionistico più equo consistente nel pensionamento a 60 anni o 35 di contributi.
Fisco: aumento dell’1% sulla tassazione dei patrimoni di valore superiore a un milione di euro
Il programma verrebbe finanziato da una tassa patrimoniale pari all’1% , da applicare ai circa 400 mila detentori di patrimoni del valore superiore a un milione di euro. La somma risultante dall’applicazione di questo tipo di regime fiscale corrisponderebbe a circa 30 miliardi di euro annuali.
Istruzione: obbligo scolastico fino ai 18 anni di età
Per ciò che concerne l’istruzione, il programma del Pci propone di estendere l’obbligo scolastico fino ai 18 anni di età. Un’estensione necessaria, secondo Fabrizio Spadini, perché “in Italia abbiamo un problema di bassa qualifica della forza lavoro. In questo modo la scuola dell’obbligo arriverebbe a comprendere anche le scuole secondarie di secondo grado.”
Diritto all’abitazione: esproprio delle strutture inutilizzate
“In Italia abbiamo un grave problema a livello abitativo. Ci sono un sacco di persone con i requisiti per accedere alle case popolari ma le case popolari non ci sono” rimarca Fabrizio Spadini. La proposta del Pci per risolvere questo problema è di censire le strutture pubbliche e private inutilizzate e applicando la legge espropriarle a prezzi catastali.
Trasporti ed energia: spinta verso trasporti elettrici collettivi e verso la gestione statale del prezzo dell’energia
In fatto di trasporti, la proposta del Pci è di spingere per l’adozione di un elettrico collettivo. “Se noi cambiassimo le 30 milioni di auto che abbiamo in Italia da combustibile fossile ad elettrico, dato che buona parte dell’energia elettrica viene dai combustibili fossili, semplicemente sposteremmo la fonte di inquinamento. Il modo giusto per ridurlo è favorire il trasporto pubblico, attraverso la costruzione di aree di scambio utili per muoversi all’interno delle città riducendo l’impatto ambientale.” redarguisce Fabrizio Spadini. Per quanto riguarda l’energia, il Pci propone di fare un passo indietro e tornare alla gestione statale del prezzo dell’energia.
Sanità: abolizione dei ticket
Un’altra voce del programma del PCI è dedicata alla sanità. “Molte persone in Italia non si curano perché non hanno i soldi, ci troviamo in una situazione in cui alcune persone che avrebbero bisogno di cure o che vorrebbero sottoporsi a trattamenti preventivi non avendo disponibilità danno la priorità alle bollette e ai generi alimentari” dichiara Fabrizio Spadini. La proposta, in questo frangente è quindi quella di abolire i ticket.
Autonomia: Mantenimento dello status quo
L’autonomia non riveste un’importanza cruciale nel programma del Pci, che comunque, come dichiara Davide Ianni il Pci è intenzionato a “mantenere lo status quo e difendere l’attuale stato delle cose.”