Saint-Vincent, fallisce il tentativo di sfiduciare il Presidente Ciambi
Nove firme. Sono quelle dei consiglieri di opposizione che esprimono la loro sfiducia nei confronti di Paolo Ciambi, Presidente del Consiglio comunale di Saint-Vincent.
Il documento viene consegnato nella fase iniziale del Consiglio, convocato per martedì 27 gennaio 2020 alle ore 20.30. Un inizio burrascoso che crea subito scompiglio. Due sospensioni dei lavori, in meno di un’ora e mezza, mancata trattazione dei ventidue punti all’ordine del giorno e interruzione dei lavori per assenza del numero legale.
La storia si ripete. I consiglieri Maurizio Castiglioni, Francesco Favre, Marco Fortis, Stefano Lovato, Massimo Martini, Ruggero Meneghetti, Giacinta Merlin, Valerio Negro e Lucia Riva replicano il gesto dello scorso 30 dicembre e abbandonano la sala.
Un’azione di protesta per il mancato accoglimento, sulla base di quanto definito dal regolamento dell’organo consiliare, delle due risoluzioni presentate. La volontà di “non dar corso a ulteriori periodi di SPRAR alla chiusura del progetto in essere che cesserà il 30 giugno”, seguita dalla richiesta di un passo indietro da parte del Presidente Paolo Ciambi.
La risposta data alla “minoranza”, in cui si afferma che sono previste risoluzioni di carattere generale e non sono ricevibili d’urgenza, ma con un anticipo di almeno cinque giorni, risoluzioni riguardanti il bilancio, non convince e genera disordini.
Con toni accesi ci si rivolge al Presidente del Consiglio comunale. Le reazioni di sdegno sono da ricondurre alla nota trasmessa da Paolo Ciambi agli organi di stampa in seguito alla decisione dei consiglieri di lasciare l’aula durante l’ultima adunanza. “Dopo quello che è successo ci siamo presi dei fascisti. Io devo avere ancora fiducia in un Presidente così? Deve alzarsi e andarsene perché è stata una cosa vergognosa” afferma la consigliera Giacinta Merlin.
Il consigliere Ruggero Meneghetti si fa portavoce e rincara la dose. “Lei è inadeguato. Non tutela il Consiglio, tutela sé stesso. Non sta esercitando il ruolo come dovrebbe. Noi tutti qui dentro, quattro anni e mezzo fa, l’abbiamo eletta all’unanimità. Le abbiamo chiesto un atteggiamento di un certo tipo che è venuto a mancare. Lei ha detto ai giornali che i consiglieri dei gruppi di opposizione hanno commesso una leggerezza e devono assumersi le loro responsabilità”.
E così nemmeno nella Giornata della Memoria si riesce ad affrontare il punto, il terzo, dedicato al disconoscimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Sulla questione lo stesso Paolo Ciambi, nella fase dedicata alle comunicazioni del Presidente, riferisce una nota di chiarimento. “Lo striscione neofascista che si compiaceva del mancato disconoscimento di Mussolini come cittadino onorario non ha nulla a che vedere con il nostro Consiglio comunale che mai ha mostrato alcun tipo di simpatia per ideologie che si richiamano al fascismo. Ne è dimostrazione l’intitolazione della Biblioteca a Primo Levi”, aggiungendo che sarà difficile risalire ai responsabili del gesto per mancanza di videosorveglianza nell’area circostante.
Salta anche l’approvazione del bilancio di previsione, oltre che la determinazione delle tariffe 2020 di imposte e addizionale. La cittadina termale resta quindi in esercizio provvisorio con il rischio di essere commissariata nel caso in cui l’approvazione non avvenga entro il 31 marzo.