Saint-Vincent, la minoranza abbandona l’aula durante il Consiglio

L’attività dell’organo collegiale si interrompe a causa dell'assenza del numero legale. I consiglieri di "minoranza" resistono per i primi quaranta minuti dopodiché lasciano l'aula. Approvati solo due punti su quindici previsti dall'ordine del giorno.
Consiglio comunale di Saint-Vincent: la minoranza abbandona l'aula consiliare
Politica

“Si dice che in amor vince chi fugge, ma nei Consigli comunali non siamo innamorati”. Così si esprime la Consigliera comunale Carmen Jacquemet per commentare con rammarico la scelta dei nove consiglieri che hanno abbandonato l’adunanza.

Sono appena le 21.40 quando i gruppi consiliari di minoranza lasciano l’aula. “Il Consiglio comunale è la sede in cui ci si confronta. Scappare è sottrarsi al confronto e alla discussione. È un giochino politico che non giova né al territorio né ai cittadini”. Le condizioni costringono il Presidente Paolo Ciambi a chiudere la seduta per mancanza del numero legale.

È questo l’esito del Consiglio comunale di Saint-Vincent. L’ultimo del 2019, anno turbolento per la Giunta Borgio. Convocato lunedì 30 dicembre alle 21 con quindici punti all’ordine del giorno e terminato con la votazione dei primi due. Vengono approvati i verbali della seduta precedente, ad esclusione dei numeri 73 e 74, e si vota per appello nominale (con otto favorevoli e nove astenuti) sulla razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche.

La tensione si accende prima ancora che si proceda alla lettura del terzo punto con la richiesta di intervento da parte del Consigliere Maurizio Castiglioni, a nome del gruppo misto.
Abbiamo chiesto a Sindaco e Vicesindaco di rassegnare le dimissioni. Questo ci si aspetta da un’amministrazione responsabile e nettamente non autonoma. Registriamo invece quel che purtroppo capita sempre più spesso in tutti i livelli politici italiani: un attaccamento alla poltrona quasi maniacale.

A ciò si aggiungono le critiche riferite ai punti all’ordine del giorno. “Non intendiamo commentare l’ennesima risoluzione del Col de Joux che riteniamo faziosa, parziale e paternalistica”. La proposta di eliminare l’addizionale comunale IRPEF viene descritta come mossa demagogica per prolungare la vita di un’amministrazione giunta ormai al capolinea.
“Nonostante le passate criticità legate al bilancio, che nessuno intende negare, occorre ammettere che in questi anni nessun investimento lungimirante è stato fatto su commercio, turismo e infrastrutture. Con le sole eccezioni della scuola di Moron e dell’attività della Biblioteca. Si è preferito accumulare questi avanzi di amministrazione invece che investire nel paese. Rileviamo in tutto ciò un agire dal fiato corto, spesso divisivo e animato da rancori personali. Alla luce di quanto evidenziato il gruppo misto abbandona l’aula.

Nemmeno le parole del Consigliere Ruggero Meneghetti, pronunciate a nome del gruppo Stella Alpina-Union Valdôtaine, danno un po’ di tregua alla “maggioranza”: “Non riteniamo di proseguire oltre sull’ordine del giorno. Non ci pare ci sia una consapevolezza vera sullo stato di rappresentatività popolare dell’attuale compagine di Giunta. Non c’è neppure trasparenza sulla comunicazione trapelata agli organi di stampa. Non mi dilungo oltre sulle argomentazioni. Non mi pare il caso di tornarci. Aggiungo solo che forse ci sarà modo di tornare a parlare in questo Consiglio in modalità differente, ma non oggi. Oggi non ce ne sono le condizioni”.

“Mi spiace perché questa poteva essere un’occasione per fare chiarezza risponde il Sindaco Mario Borgio. “Noi abbiamo due peccati originali: la situazione del Comune quando la Giunta Borgio ha iniziato ad amministrare e il Col de Joux. Questa sera si sarebbe potuto parlare sia della vera storia del bilancio, sia della vera storia del Col de Joux”.

Così si interrompe l’attività dell’organo collegiale alla vigilia della notte di San Silvestro. Nella sala consiliare, otto persone restano sedute. Il Sindaco continua a parlare “in funzione del pubblico che si è scomodato e vuole essere informato”. Uscire dall’aula invece che restare e discutere? Per il Primo cittadino sono sceneggiate.

“Se c’è qualcuno tra il pubblico che vuole contestare, aggiungere o chiedere, noi siamo a disposizione perché io sento dire che con Borgio non si può parlare. Abbiamo mille argomentazioni e abbiamo avuto il coraggio di scegliere. La nostra principale difficoltà è comunicare agli elettori la reale situazione. Da adesso alle elezioni cercheremo di farlo in tutti i modi possibili e immaginabili”, spiega poi Borgio che invita a leggere con attenzione le relazioni della Corte dei Conti, caricate sul sito, per comprendere le decisioni intraprese.

“Ci siamo ritrovati a gestire un Comune senza soldi e senza risorse e abbiamo dovuto fare delle scelte”, afferma l’Assessore Paolo Rollandin.

“Mi piacerebbe essere smentito…e che mi venga dato del bugiardo. Stiamo parlando di matematica, non di opinioni conclude con ironia il Sindaco.

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