Screening di massa in Valle d’Aosta, Alliance lancia la sua proposta alla maggioranza
Alliance Valdôtaine aveva chiesto, giusto dieci giorni fa, “uno screening di tutta la popolazione, avvalendosi anche del settore del volontariato, che potrebbe essere utilmente impiegato a supporto degli operatori sanitari”.
Proposta messa ora nero su bianco e consegnata alla maggioranza regionale – della quale Av fa parte -, e che nei prossimi giorni verrà valutata a livello di fattibilità, sostenibilità e per capire come predisporre l’eventuale macchina organizzativa.
Il documento
“Lo screening di massa – si legge nella proposta di Alliance – rappresenta una chance importante per riprendere il controllo dell’andamento epidemiologico in Valle d’Aosta localizzando gli asintomatici ed arrivando così ad ottenere un quadro della situazione reale”.
Esempi concreti sono già stati avviati in Slovacchia (dove il test ha riguardato più di 360mila abitanti, il 95% delle persone previste) e, in Italia, dalla provincia di Bolzano che – scrive Av – “dal 20 al 22 novembre 2020 ha testato 350.000 persone abitanti nella provincia con l’uso del test antigenico rapido. I positivi identificati sono risultati 3.000, vale a dire circa l’1% del totale di colo che si sono sottoposti al test che, se si considera un fattore R di 1,3, si arriva a qualche decina di migliaio di persone potenzialmente infettato nel giro di 7/10 giorni”.
“A fronte di tali esperienze e dei risultati eccellenti ottenuti – si legge nel documento -, si può prevedere un analogo screening nella nostra Regione, rivolto a circa il 60% della popolazione, vale a dire circa 75.000 persone, e che potrebbe identificare, stante le percentuali di cui sopra, circa 750 asintomatici potenzialmente infettanti altre centinaia e migliaia di persone, innescando così un sistema senza fine”.
Per farlo, Alliance propone il test antigienico rapido “stimata in 2-3 giorni” e che dovrà “coinvolgere capillarmente il territorio”.
Chi coinvolgere?
“In considerazione dell’elevato numero di persone che ci si prefigge di testare è fondamentale coinvolgere tutti gli attori che hanno un ruolo nella gestione della pandemia – si legge ancora nella proposta -, vale a dire Regione, Azienda Sanitaria, Protezione Civile, Enti Locali e mondo del volontariato. È essenziale avvalersi della collaborazione di epidemiologi, biostatistici , informatici, biologi e microbiologi, per redigere il piano nel dettaglio anche prendendo spunto dalle esperienze più recenti”.
A questo si appoggerebbe una campagna di sensibilizzazione della popolazione, essendo il test ovviamente su base volontaria, “partendo da due punti fondamentali: la partecipazione in massa dei Valdostani è essenziale per la riuscita del progetto” ed il fatto che “lo screening si prefigge di ridurre significativamente il numero di contagi, diminuendo la pressione sul sistema sanitario e contribuendo a portare la nostra Regione in una fascia di minore rischio, con benefiche ricadute sul mondo economico-produttivo, sulla scuola e sulla vita sociale”.
I punti di prelievo – scrive Av – devono interessare tutti i Comuni della Regione, avvalendosi quindi di sedi decentrate istituzionali dove far operare di concerto i vari attori coinvolti nel progetto.
I costi
Il costo stimato dell’operazione, si legge, “potrebbe aggirarsi sui 750-850mila euro e comprende il costo dei tamponi rapidi, eventuali spese legate alla campagna di sensibilizzazione e di altre voci che dovessero presentarsi”.
I risultati attesi
Rifacendosi alla recente esperienza dell’Alto Adige, Av spiega che “è ragionevole ipotizzare almeno l’1% di positivi asintomatici o paucisintomatici, che a fronte di 75mila campioni si potrebbero attestare intorno alle 750 persone, che andrebbero quindi immediatamente isolate evitando una diffusione di centinaia e alcune migliaia di casi in 7-10 giorni, stante l’attuale andamento epidemico”.
Non solo, attraverso lo screening “sarebbe possibile individuare dei ‘cluster’ virali ad oggi sconosciuti, consentendo di adottare particolari misure di contenimento in zone ad alto tasso di contagio, ricordando che i pazienti asintomatici o paucisintomatici sono comunque infettanti. Infine non va sottovalutato il messaggio che uno screening di massa di questo tipo trasmette al mondo esterno ,evidenziando come l’obiettivo di mappare e contenere la diffusione del virus nella nostra Regione sia perseguito con tutte le energie e che stiamo facendo ogni sforzo possibile per isolare il contagio al nostro interno rendendo il territorio sicuro ed accogliente”.