In Consiglio Valle arriva il nuovo gruppo Rassemblement Valdôtain

15 Settembre 2023

La geografia dell’aula del Consiglio regionale si arricchisce di una nuova realtà Arriva, infatti, Rassemblement valdotain, il nuovo gruppo consiliare formato dai tre fuoriusciti dalla Lega Vda Stefano Aggravi, che ricoprirà il ruolo di capogruppo, Dennis Brunod (vice capogruppo) e Dino Planaz. A questi si aggiunge anche Diego Lucianaz, eletto nelle file della Lega Vda ma come indipendente.

“La nascita del gruppo, in continuità con la nostra azione politica, – spiegano i consiglieri – ha l’obiettivo di riunire i valdostani che si riconoscono nei valori dell’autonomia speciale, del federalismo, della salvaguardia dell’identità e delle tradizioni della nostra Valle, della difesa delle liberà individuali e dei valori conservatori della nostra società”.

Il nome Rassemblement Valdôtain non è una novità  in piazza Deffeyes. Nel 1963 alcuni unionisti si presentarono alle elezioni regionali come Rassemblement Indépendant Valdôtain diventato poi, da 1968, solamente Rassemblement Valdôtain. Nel 1976 arrivò la réunification.

Aggravi, Planaz e Brunod saltano giù dal Carroccio della Lega VdA

14 settembre

Anziché essere cacciato, ha deciso di andarsene. Gioca d’anticipo Stefano Aggravi, che nel pomeriggio di oggi, giovedì 14 settembre, annuncia attraverso una nota la sua fuoriuscita dal Carroccio. Stessa decisione presa da Dino Planaz e da Dennis Brunod. 

“Coscienti della responsabilità che si sono assunti, in linea con il percorso politico sin qui condotto all’interno della Lega VdA, nonché del Consiglio Valle” Aggravi, Planaz e Brunod “rivendicano la libertà di dissentire da scelte fatte in altre stanze e altri luoghi, da scelte imposte e non discusse, da improvvisi cambi di rotta sostenuti da un clima infame costruito e voluto ad arte anche da chi non riconosciamo più rispetto al tanto lavoro ed alle battaglie condotte insieme”.

Consiglio Regionale – Planaz e Brunod

Da qui la scelta di “proseguire la battaglia politica lungo un’altra via con l’intento di radunare tutte quelle singolarità e forze libere che si riconoscono nei valori dell’Autonomia speciale, del federalismo, della salvaguardia dell’identità e delle tradizioni della nostra Valle, della difesa delle libertà individuali e dei valori conservatori della nostra società. Da qui scegliamo di ripartire, senza rinnegare tutto quello che sino ad oggi abbiamo fatto”.

 Alla base della decisione la mancata condivisione sulla proposta di riforma elettorale del centro destra. Non una vicenda “di natura meramente “tecnica”, ma una vicenda tutta politica, sommata “al clima infame che qualcuno ha voluto sviluppare, con ampie alimentazioni terze” che “ha creato confusione e sconquasso nel gruppo”.
“La linea politica è stata per la prima volta (forse seconda alle modalità di scelta del candidato alle ultime elezioni politiche, seppur di fatto in quel caso anche scontata) imposta al gruppo senza possibilità di dibattito o discussione anche e soprattutto in ragione del fatto che sino a quel momento (dalla sera alla mattina) la linea era differente, chiara e trasparente anche nei confronti della base della Lega VDA.  – si legge ancora nella nota – Il cambio di rotta netto e forte, le successive “modalità di convincimento” e i toni utilizzati hanno fatto il resto e il valore aggiunto del nostro gruppo è venuto meno, sostituito dalla bacchetta severa dell’insegnante”. Non solo, la “linea politica è stata più volte giustificata (con varie sfumature e toni), non ultima occasione quella di lunedì scorso, da un minimo comune denominatore ovvero che “così vuole il nazionale”, punto e a capo. Anche qui un netto e forte cambio di rotta rispetto anche agli ultimi importanti appuntamenti. Si pensi ad esempio al fatto che alle scorse regionali (e comunali della città di Aosta) chi aveva proposto di lavorare alla coalizione delle forze di centrodestra era stato posto in minoranza con un secco “niet” che forse oggi non vale più. A chi resta le dovute considerazioni”.

Marialice Boldi: “La legge elettorale è solo un pretesto”

“Purtroppo è successo quello che è successo, mi dispiace, non posso fare altro che prendere atto delle dimissioni, che sono state la logica conseguenza di una situazione  che si era venuta da tempo a creare”. Così Marialiace Boldi, segretaria della Lega Vda, commenta la fuoriuscita dal Carroccio di Aggravi, Planaz e Brunod. “A mio avviso la legge elettorale è solo un pretesto, c’erano già in piedi altri giochi e discorsi. Perdere delle persone è sempre brutto e difficile. Se questo però serva a fare chiarezza, va bene”.

Le prime vittime del “cantiere” riforma elettorale

E’ tempo di tornare sui banchi anche per i 35 consiglieri regionali. Ad attenderli, dopo la pausa estiva, il cantiere della nuova legge elettorale. Domani, giovedì 14 settembre, alle ore 8.30 si riunisce la prima commissione. Cinque le proposte sul tavolo sulle quali trovare una mediazione e un’intesa. A presentarle, nei mesi scorsi, Progetto Civico Progressista, Pd, Union Valdôtaine con Alliance/Vda Unie, Lega VdA e Centrodestra. Anche se la discussione non è ancora partita, sul campo si possono contare già le prime vittime.

Da settimane in casa del Carroccio, infatti, si stanno preparando le valigie al vicecapogruppo Stefano Aggravi. Una decisione legata alla mancata sottoscrizione della proposta unitaria di riforma del centrodestra unito, dell’agosto scorso, e al mantenimento della firma (tanto che  domani andrà nominato un nuovo relatore), assieme ai colleghi Planaz e Brunod dell’iniziale proposta di legge della Lega Vda del maggio scorso.

Il nodo del contendere riguarda la previsione, inserita nel testo di legge del centrodestra, che in caso di dimissioni del presidente della Regione o di mozione di sfiducia dello stesso si torni immediatamente al voto, eliminando quindi l’istituto della mozione di sfiducia costruttiva, che negli ultimi anni ha portato a ribaltoni e controribaltoni, e i 60 giorni di tempo previsti per dare modo ad una nuova maggioranza, o governo, di palesarsi. Previsione che non aveva convinto il consulente tecnico del Carroccio, il professore Giovanni Boggero, che per questo aveva fatto un passo indietro.

Perplessità condivise da Aggravi che, sollevando pubblicamente dubbi di costituzionalità della proposta in relazione all’articolo 15 dello Statuto, ha messo, secondo la segreteria della Lega VdA, un piede fuori dal movimento. Per l’altro piede si è in attesa di un provvedimento disciplinare annunciato, dopo il tentativo dei giorni scorsi di mediazione fallito, da parte del capogruppo Andrea Manfrin. “Sono in attesa del provvedimento disciplinare” si limita a dire Stefano Aggravi, mentre nella segreteria del Carroccio le bocche rimangono cucite.

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