Sui trasferimenti ai Comuni, i sindaci si dividono
Trasferimenti finanziari a Comuni e Unités, la discussione arriva al Celva. E non è stata una discussione semplice. Sul tavolo dei Sindaci – giovedì 14 marzo – la proposta di deliberazione della Giunta regionale che attribuisce, come per lo scorso anno, 91 milioni 524 mila 844 euro di trasferimenti senza vincolo settoriale di destinazione da piazza Deffeyes agli enti locali, 2 milioni dei quali destinati alle ex Comunità montane.
“Il trasferimento è uguale a quello del 2018, ai quali verranno aggiunti ulteriori 5 milioni con la prossima variazione di bilancio, così come comunicato oggi in Assemblea dal Presidente della Regione e dall’Assessore alle Finanze – ha affermato Speranza Girod, –. Condividiamo in linea di massima la proposta di riparto, così come ci è stata presentata oggi. Tuttavia, nei trasferimenti di finanza locale per le Unités, manca la cifra, pari a 200mila euro, necessaria a colmare il disavanzo che si è venuto a creare lo scorso anno, a seguito del riconoscimento di una nuova posizione contrattuale per le OSS nei nostri servizi di assistenza domiciliare e tutela di anziani e disabili”.
Mancanza di fondi che ha fatto sì che il parere dell’Assemblea è stato contrario a maggioranza (un astenuto), e condizionato al mancato accoglimento di tale proposta modificativa, nonostante la condivisione dei criteri.
Trasferimenti ai Comuni, la lotta tra “ricchi” e “poveri”
Sulle somme settoriali destinate ai Comuni, Girod ha spiegato: “Per il 2019, ai Comuni che registrano una differenza negativa dei trasferimenti rispetto a quelli effettivamente assegnati nel 2018, la relativa perdita sia ridotta del 50% e che le risorse necessarie siano recuperate dai Comuni con una differenza positiva. L’evoluzione immobiliare dei singoli Comuni dal 2010 ad oggi e quindi i relativi introiti Ici/Imu, rappresenta il motivo per il quale sei Comuni hanno un’importanza differenza in negativo rispetto all’anno precedente”.
Sindaci che storcono il naso. Il provvedimento passa a maggioranza, ma sono ben otto i contrari e due gli astenuti. “Se uccidiamo i comuni turistici che creano reddito – ha attaccato Riccardo Bieller, Primo cittadino di Pré-Saint-Didier –, credo che la Valle d’Aosta avrà un destino amaro”.
Da Piazza Deffeyes la disponibilità a trovare un percorso condiviso
“Siam disponibili a lavorare di concerto con loro” e ancora “Nella misura in cui ci sarà stabilità politica, è nostra intenzione affrontare e superare queste difficoltà oggettive, rivedendo la legge 48”. A margine della conferenza stampa di Giunta è arrivata ieri la disponibilità dell’Assessore alle Finanze Renzo Testolin e del Presidente della Regione Antonio Fosson.
L’Imu, lo Stato e l’accordo che non c’è
Sulla definizione dei criteri di trasferimento e delle modalità di regolazione contabile degli importi dovuti, a titolo di saldo 2018 e di acconto 2019, del maggior gettito Imu, Speranza Girod vuole mandare un segnale a Roma: “È una mera presa d’atto imposta dallo Stato – spiega –, ma dato che si tratta di risorse pagate dai nostri cittadini e che non ritornano sul territorio, la nostra deve essere una presa di posizione politica nei confronti dello Stato: chiediamo alla Regione di attivarsi in tutti i modi possibili per trovare un nuovo accordo in merito”.
Appello ascoltato, il Cpel vota contro all’unanimità. Ora si aprirà un tavolo politico di lavoro sulla finanza locale per portare le istanze dei Sindaci in piazza Deffeyes.
Non solo Cpel. Lega: “Sistema di risorse agli Enti locali da riformare”
Nei malumori dei Primi cittadini si inserisce anche la Lega Vallée d’Aoste che in una nota, le parole sono dell’ex Assessore alle Finanze Stefano Aggravi, spiega: “«Bisogna lavorare ad una seria riforma dell’attuale sistema dei trasferimenti di risorse agli Enti locali. Se da un lato vi è la necessità di dare corso a forme di perequazione finanziaria tra Comuni ricchi e meno ricchi, dall’altro non possiamo dimenticare il ruolo svolto da alcuni Comuni, soprattutto a vocazione turistica, che è fondamentale per l’intera vallata in cui operano e quindi a beneficio delle realtà a loro prossime”.
Colpa, stando ad Aggravi della “instabilità politica della Legislatura precedente, così come anche di quella attuale” che non aiuta a fare riforme. Ma, soprattutto colpa del sistema vigente che “Non farà altro che accentuare la conflittualità tra i vari Comuni e aumentare le problematiche che colpiscono l’intero sistema degli Enti locali”.