L’Usl ha aggiornato il Piano di recupero delle liste d’attesa
L’Azienda Usl della Valle d’Aosta ha aggiornato il Piano operativo regionale per il recupero delle liste di attesa. Documento che, si legge, illustra “gli esiti del monitoraggio dell’attività di recupero avvenuto nel corso del 2022 e la programmazione per l’anno 2023 del recupero delle prestazioni non erogate nel biennio 2020/2021 e di quelle generate, ma non erogate, nel corso del 2022”.
Non solo, il Piano – come sempre – descrive “le analisi relative, rispettivamente, alla ‘domanda’ e all’‘offerta’ di prestazioni, individuando le conseguenti azioni da adottare” per il “recupero delle prestazioni arretrate e alla conseguente riduzione dei tempi di attesa delle stesse, oltre che al potenziamento preventivo dell’offerta per alcune determinate prestazioni con caratteristiche specifiche di criticità”.
Il monitoraggio 2022 ed il recupero delle prestazioni 2019/21
I ricoveri ospedalieri
Il recupero – si legge nel Piano – si è attestato al 37,41 per cento annuale, con un valore iniziale, al 31 dicembre 2021 che parlava di 3.331 interventi. La spiegazione di queste percentuali, per l’Usl, è presto detta: “Il settore dell’area chirurgica è stato quello maggiormente penalizzato dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 a causa della sospensione degli interventi programmati, da cui è derivata la necessità di recuperare il personale da assegnare ai reparti Covid (1° trimestre 2022) e di garantire al personale i riposi dovuti e almeno una parte delle ferie concordate (periodo estivo)”.
L’attività di recupero “si è pertanto concentrata soprattutto nel periodo autunno/inverno 2022, tenuto conto delle dotazioni organiche ridotte a vario titolo (dimissioni, malattie, pensionamenti e sospensioni per inosservanza dell’obbligo vaccinale previste fino al 30/11/2022). Il recupero si è reso possibile attraverso l’aumento delle sedute operatorie aggiuntive in particolare il sabato mattina e attraverso le convenzioni con Strutture private accreditate (Isav per attività chirurgica in day surgery riguardante ernie inguinali e lipomi)”.
La specialistica ambulatoriale
Qui è stato invece recuperato il 100 per cento delle prestazioni ambulatoriali, ovvero 4.538 al 31 dicembre 2022, comprese le attività di pulizia delle liste di prenotazione, secondo i criteri applicati trasversalmente (prime visite monitorate dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa – il Pngla –, prime visite diverse da quelle elencate nel Pngla, visite di controllo per patologie rare, visite di controllo per salute mentale, prime visite oncologiche, prestazioni di diagnostica, visite di controllo per follow up oncologici e visite di controllo per cronici di cui ai Pdta: Bpco, Scompenso, Diabete e altro.
L’attività di pulizia degli episodi ancora “aperti”, ovvero per i quali non è stata eseguita l’operazione di “accettazione” da parte delle segreterie delle Strutture ospedaliere e delle sedi territoriali – si legge nel Piano –, “è stata puntuale e rigorosa. I casi di malum (quindi di sanzione economica per mancata prestazione causa cittadino), abbinati a degli episodi risultanti dalle liste, sono stati segnalati ed eliminati.
Gli screening
Anche in questo caso, c’è scritto ancora nel documento, le prestazioni di screening sono state recuperate al 100 per cento per le campagne di screening oncologico del tumore mammella, del colon retto e della cervice uterina.
Recupero suddiviso in: inviti da recuperare (residenti per sesso e fascia d’età, con il dato iniziale al 31 dicembre 2021 di 13.979 inviti), test di 1° livello (mammografie, ricerca sangue occulto fecale SOF, PAP Test, con dato iniziale di 17.308) e test di 2° livello (mammografie ed ecografie di controllo, retto-colonscopie, colposcopie – dato iniziale di 818).
Il programma di recupero e miglioramento delle liste d’attesa 2022
I ricoveri non erogati ed il nodo del Covid
Il totale delle prestazioni di ricovero non erogate negli anni 2020 e 2021 a causa della pandemia Covid-19 e ancora in lista di attesa (allo scorso 26 giugno 2023) sono 1.498. di questi, 18 sono Raggruppamenti omogenei di diagnosi (o Drg) chirurgici con classe di priorità A, 327 di classe B, 479 di classe C e 674 di classe D.
Per quello che riguarda i ricoveri non erogati 2022, invece, le liste di attesa chirurgiche arretrate e, o, ancora sospese al 1° gennaio 2023, i dati parlano di 2.540 prestazioni da recuperare. Nel dettaglio, si tratta di 275 Drg chirurgici di classe A, 580 di classe B, 253 di classe C maggiori di 180 giorni, 459 di classe C inferiori a 180 giorni, 0 di classe D superiori ai 12 mesi e 973 di classe D inferiori ai 12 mesi.
La specialistica ambulatoriale non erogata nel 2022
Anche in questo caso, l’analisi Usl aggiornata al 23 giugno 2023 fotografa la situazione al 1° gennaio di quest’anno. Il totale delle prestazioni di specialistica ambulatoriale non erogate nell’anno 2022 e ancora a inizio 2023 sono 1.894. Scorporando i numeri, le prime visite da Piano nazionale di governo delle liste di attesa sono 16 con codice B, 381 con codice D e 519 con codice P. Per un totale di 916.
La prime visite per pazienti oncologici da recuperare sono invece, complessivamente, 13. Di queste, 1 con codice B, 5 con codice D e 7 con codice P.
Riguardo la diagnostica da Piano nazionale di governo delle liste di attesa, i numeri da recuperare parlano di 949 prestazioni da recuperare. 10 sono con codice B, 457 sono con codice D e 482 di codice P.
Gli screening, nessuna prestazione in arretrato
Dopo l’analisi, aggiornata al 23 giugno 2023, il Centro unificato aziendale screening ha comunicato che non vi sono prestazioni arretrate. Allo stato attuale gli inviti per le tre tipologie di screening mammografico, colorettale e citologico vengono inviati alla popolazione target secondo i tempi e i modi raccomandati.
Nel Piano si specifica che la situazione dei pazienti in liste di attesa è la seguente:
- Screening mammografico di 1°livello, tempo massimo di attesa 30 – 45 giorni di attesa rispettati;
- Screening di 2° livello mammografico, 15-30 giorni di attesa rispettati;
- Screening di 1° livello colorettale 5 giorni di refertazione rispettati;
- Screening di 2° livello colorettale (colonscopia) 90 giorni massimi rispettati.
Il totale delle prestazioni di screening non erogate nell’anno 2022 e ancora in lista al 1° gennaio 2023 era pari a zero.
Le attività da implementare
Nel documento si legge che al momento della stesura del Piano “permangono alcune criticità per le quali l’Azienda Usl implementerà ulteriori attività ancora non compiute”.
Tra queste, “una migliore correttezza dell’indicazione sulla ricetta da parte dei medici prescrittori di ‘1° accesso’ o ‘accesso successivo”, ma anche l’attivazione di “nuove modalità organizzative dei punti unici di accesso sulla scorta del modello ‘Pua’”. Il Pua – si legge – è infatti collocato in un unico luogo fisico dove si concretizza la collaborazione tra i comparti sociale e sanitario, per individuare percorsi e risposte adeguate e globali alla situazione di bisogno del cittadino.
La finalità è “offrire un unico punto di accesso multi specialistico all’utenza con informazioni su prestazioni erogabili, modalità e tempi di accesso e ridurre i tempi di attesa e di spostamento, in particolare per le persone fragili con problemi sanitari e sociosanitari complessi”.
A questo si aggiunge una “rimodulazione delle attività di back office del Cup (controllo e monitoraggio giornaliero delle agende, delle liste e dei tempi di attesa, controllo dell’appropriatezza prescrittiva ed erogativa, presa in carico e tutela del cittadino che è in corso attraverso i percorsi di tutela, quali le istanze e le “liste di galleggiamento”)”.
Non solo, il documento elenca anche azioni di “promozione dell’utilizzo della ricetta dematerializzata (Dema) da parte di tutte le categorie dei medici, per facilitare la prescrizione e la prenotazione delle visite di controllo e degli esami di 2° livello, evitando di rinviare il paziente al proprio medico di Medicina generale”.
Il cronoprogramma del recupero
L’accordo con la clinica di Saint-Pierre
In una delibera del direttore generale Usl Massimo Uberti dello scorso 20 luglio, invece, si è approvato l’accordo contrattuale con Isav spa, ovvero la clinica privata di Saint-Pierre, “per l’esecuzione di interventi chirurgici in regime di ricovero diurno per l’abbattimento delle liste di attesa chirurgiche”.
Il motivo è spiegato nella delibera medesima: “vi è una forte difficoltà dell’Azienda Usl nello smaltimento delle liste di attesa per interventi chirurgici di media-bassa complessità di Chirurgia Generale, in particolare di riparazione di ernia, di interventi su pelle e di proctologia, che risultano ad elevata richiesta nel bacino di utenza”.
Per l’erogazione delle prestazioni l’esborso Usl è di 301mila 244,15 euro. L’intesa con Isav resterà valida fino al 31 dicembre 2023, divisa in due fasi. La prima è in atto ora, fino al 31 luglio, arco temporale in cui “la Società Isav, avvalendosi della propria organizzazione, dei propri locali e della propria attrezzatura si impegna ad erogare interventi chirurgici a favore di pazienti inviati dall’Azienda Usl e presenti nella lista di attesa della Struttura complessa Chirurgia Generale”.
Con Isav “si rende disponibile ad effettuare prestazioni in regime di ricovero diurno (Day Surgery)”.
Nella seconda, dal 1° settembre al 31 dicembre 2023, “la Società Isav si impegna a mettere a disposizione i locali, il materiale chirurgico e il personale sanitario (anestesista, infermieri e Oss) al fine di consentire ai dirigenti medici di Chirurgia Generale di effettuare interventi chirurgici”.
In particolare, questi ultimi “si recheranno presso la Clinica di Saint-Pierre presumibilmente 1 o 2 volte a settimana, concordando preventivamente con il personale di Isav le giornate per l’espletamento dell’attività. I dirigenti medici di Chirurgia Generale si impegnano ad effettuare un numero presunto di 8 interventi per ogni seduta operatoria. Per ogni seduta dovranno essere presenti 2 medici”.
Quali saranno gli interventi che “ospiterà” Isav? “In linea del tutto generale – prosegue la delibera di Uberti -, le categorie di interventi da eseguire sono le seguenti: chirurgia di parete (ernie inguinali, ombelicali, crurali), chirurgia proctologica (fistole, ragadi, biopsie anali), dermatochirurgia (cisti, lipomi, unghie incarnite)”. Ma “qualsiasi ulteriore intervento potrà essere effettuato, anche se non ricompreso nell’elenco di cui sopra, purché rispetti il provvedimento regionale di modifica dell’autorizzazione e dell’accreditamento di cui alle premesse” del documento.