Dal 1° giugno i cittadini che contatteranno il Cup per prenotare una visita specialistica o una prestazione diagnostica non dovrebbero più sentirsi dire “le agende di prenotazione sono chiuse” oppure “richiami più avanti”. Tutte le richieste dovranno essere prese in carico, “anche in caso di indisponibilità immediata di slot in agenda di prenotazione”. E’ uno degli indirizzi impartiti nelle scorse settimane dalla Giunta regionale all’Azienda Usl sul tema “liste di attesa”.
A febbraio, in base all’ultimo report pubblicato ieri dall’azienda sanitaria locale sulle liste d’attesa, risultavano chiuse una trentina di agende di prenotazione per alcune visite e esami, mentre per altri i tempi di attesa si superavano o si avvicinavano agli 8 mesi.
Ribadendo “la responsabilità aziendale in materia di chiusura delle agende di prenotazione, quale unica soluzione perseguibile” la Giunta ricorda all’Usl Valle d’Aosta come la stessa sia vietata dalla Finanziaria 2006, “la quale prevede sanzioni amministrative per i trasgressori”. Da qui l’invito alla direzione strategica “di vigilare in tal senso nonché sulla idonea programmazione dell’attività ambulatoriale predisposta da ogni direttore di Struttura, anche nell’ambito della definizione annuale di budget e della relativa valutazione”.
Proprio le criticità segnalate dai cittadini nelle prenotazioni delle prestazioni sono alla base della richiesta all’Usl di adottare delle liste di galleggiamento, che hanno l’obiettivo di “prendere in carico l’utente evitandogli uno stillicidio di successivi accessi agli sportelli CUP o telefonate al call-center, attivare da parte dell’Azienda Usl qualsiasi misura ritenuta idonea per garantire all’assistito l’erogazione della prestazione richiesta entro la tempistica corrispondente alla classe di priorità prescritta. Sarà, quindi, l’azienda a ricontattare l’utente per completare la prenotazione precedentemente sospesa nelle 48 ore lavorative per prestazioni con classe di priorità B (breve, tempo massimo di attesa di 10 giorni) o in 4 giorni lavorativi per le prestazioni con classe di priorità D o P (Differibile o programmabile).
“Anche tenendo in debita considerazione la carenza di personale medico e l’impatto ormai pressoché endemico della pandemia da Covid 19” la Giunta regionale invita l’Azienda Usl ad attivarsi, fra l’altro, anche per offrire agli utenti “fasce orarie alternative di accesso alle prestazioni sanitarie” come quelle serali, prefestivi e festivi, se necessarie per abbattere le liste di attesa.
La delibera di Giunta ricorda, quindi, i percorsi di tutela, ovvero i percorsi di accesso alternativi alle prestazioni specialistiche che possono essere attivati se si supera il tempo massimo di attesa a livello istituzionale. La procedura permette al paziente residente e per le richieste di prime prestazioni in Classe di priorità la possibilità di effettuare la prestazione presso il privato accreditato oppure avvalendosi di uno specialista in Libera Professione Intramuraria, pagando il solo ticket.
Delle prestazioni sospese al 1° gennaio 2022, negli ultimi tre mesi dello stesso anno, l’Usl ha recuperato il 23,96% dei ricoveri per interventi chirurgici; il 78,5 % delle prestazioni di specialistica e di diagnostica e il 96,6% delle prestazioni di screening.
Una risposta
Cosa significano esattamente le utlime 3 righe?
In realtà sarebbe stato molto più interessante per il lettore ( e di conseguenza anche per il giornalista) riuscire a sapere quante delle prestazioni che erano in attesa al 1/1/2022 sono state poi evase entro l’anno e quante invece sono rimaste in attesa…