Anche Sarre fa i conti con il calo demografico: a rischio la scuola dell’infanzia di Chesallet
Dopo aver visto negli anni passati la chiusura della scuola primaria di Chesallet, Sarre potrebbe a breve dire addio anche all’infanzia. E come già accaduto nel 2019, i genitori si mobilitano contro una decisione “presa senza aver considerato le famiglie coinvolte”. Una petizione è stata lanciata su change.org , la terza dopo quella per salvare l’infanzia regionale di Courmayeur e quella di Perloz.
Il problema è ancora una volta il calo delle nascite. Quest’anno, infatti, nella definizione degli organici sulla base dei residenti, la Sovrintendenza agli studi ha previsto l’attivazione di cinque sezioni di scuola dell’infanzia nel comune di Sarre, una in meno rispetto agli anni passati, assegnando dieci insegnanti anziché dodici.
I bambini di 3 anni di competenza di Chesallet quest’anno sono sei, ma come spiega il sindaco Massimo Pepellin, “tre hanno deciso di andare in altre scuole del territorio o ad Aosta” . Il Comune aveva concesso la mobilità verso la scuola di Chesallet a quattro bambini, comunque residenti a Sarre ma appartenenti ad un altro plesso, derogando con una delibera. La definizione degli organici di fatto ha però cambiato le carte in tavola, accelerando le valutazioni dell’Amministrazione comunale sulla riorganizzazione delle tre scuole.
“La nostra idea – spiega il sindaco – è di verticalizzare le scuole che abbiamo sui due lati del comune, Capoluogo e Montan, e spostare nelle scuole di Chesallet i bambini dagli 0 ai 3 anni. Non andremmo, quindi, a togliere nessuno spazio, ma cambierebbero solo gli utenti”.
La trasformazione della scuola dell’infanzia di Chesallet in nido e garderie, con il trasferimento di quest’ultimi da Montan, troverebbe attuazione nel settembre del 2022. Nell’anno scolastico 2021/2022 a Chesallet rimarrebbe attiva un’unica sezione con bambini fra i 4 e i 6 anni. “Il nostro obiettivo è di evitare fra un anno o due di trovarci con una struttura inutilizzata e altre monche.”
Il confronto è ancora aperto e coinvolge l’amministrazione comunale, la sovrintendenza, l’Unité des Communes a cui fa riferimento il servizio di Nido e Garderie e le famiglie.
“Siamo in fase di studio, ma anche in zona Cesarini e dobbiamo dare al più presto una risposta alle famiglie” evidenzia Pepellin, ricordando come “seppure le riorganizzazioni siano dei drammi” il comune “abbia già ragionato in un’ottica di prospettiva e funzionalità acquistando uno scuolabus da 38 posti che potrà andare incontro anche alle esigenze delle famiglie di Chesallet”.
Il progetto non piace però alle famiglie, che hanno deciso di attivarsi una volta venute a conoscenza dei piani dell’amministrazione. “Siamo state avvisate dalla insegnanti – racconta Jessica Rosset, una delle rappresentanti dei genitori – e così ci siamo mobilitate chiedendo un colloquio al sindaco e alla dirigente.”
Al primo cittadino i genitori hanno fatto presente le criticità, segnalate dalle insegnanti, di un eventuale trasferimento dei bambini dagli 0 a ai 3 anni nella struttura di Chesallet. “E’ una scuola recentemente ristrutturata, concepita per la fascia d’età 3 – 6 anni, non adatta ai più piccoli in quanto ha una grossa scala interna e un piano con delle grosse vetrate, dove già a giugno si superano i 30° e a luglio e agosto, quando i nidi rimangono aperti, sarebbe invivibile”.
C’è poi il rammarico per le famiglie di perdere una scuola di paese, molto radicata sul territorio. “La didattica esterna è favorita, per esempio le passeggiate in un territorio tranquillo e lontano dal traffico, esperienze arricchenti come l’orto scolastico e la collaborazione con le aziende agricole del territorio, sono un fiore all’occhiello della Scuola dell’infanzia di Chesallet”.
La controproposta dei promotori della petizione è di trasferire la scuola dell’infanzia di Montan a Chesallet, allargando a Montan gli spazi del Nido e della Garderie.
“A Montan anche i parcheggi sono un problema – prosegue Jessica Rosset – pensare di trasferirvi ulteriori 34 famiglie non ci sembra agevole. Qui a Chesallet invece c’è un ampio e comodo parcheggio. E’ vero che il comune offre il servizio di scuolabus, ma questo è a pagamento e non tutte le famiglie possono permetterselo”.
Una decisione definitiva arriverà in settimana, anche a seguito di un sopralluogo dei tecnici dell’Unité nella scuola di Chesallet. Le famiglie non si perdono d’animo e oltre alla petizione, stanno preparando una lettera aperta per sensibilizzare la popolazione e le istituzioni.