Consultorio di Variney, Restano e Cognetta: “Situazione molto diversa da quella rappresentata da Pescarmona e Baccega”

22 Agosto 2019

Consultorio di Variney, la partita non è chiusa. Dopo il “botta e risposta” di questi giorni, con la raccolta firme annunciata dal consigliere regionale del Gruppo misto Claudio Restano sui rischi di “smantellamento” della struttura non si era fatta attendere la replica prima del Commissario Usl Angelo Pescarmona, poi dell’Assessore alla Sanità Mauro Baccega.

Risposta all’“unisono”, nessuna chiusura in vista, che però non ha convinto né Restano né il suo collega di Mouv’ Roberto Cognetta, che già sul finir del 2018 portò la questione in Consiglio Valle.

“Sul consultorio di Variney – spiegano infatti i consiglieri di opposizione in una nota –, la situazione è molto diversa da quella rappresentata da Pescarmona e Baccega”.

Ovvero:A dicembre 2018 – proseguono Restano e Cognetta –, il Consiglio regionale, approvando all’unanimità una risoluzione, aveva impegnato l’Assessore Baccega a scongiurare la chiusura del presidio di Variney dando indicazioni all’azienda Usl affinché si realizzasse una convenzione con uno o più medici di sanità pubblica al fine di mantenere aperto tale presidio e, nell’urgenza, a trasferire per mezza giornata o una giornata alla settimana un medico presso tale presidio”.

Risoluzione disattesa, spiegano ancora i consiglieri, “in quanto dal 1° gennaio 2019 l’Usl ha sospeso l’ambulatorio di sanità pubblica e dopo 8 mesi, malgrado gli impegni e le rassicurazioni” dell’Assessore, con il risultato che “l’ambulatorio è chiuso”.

Non solo: “Considerando gli altri servizi già smantellati, ovvero la psichiatria e lo psicologo per adulti – si legge ancora nella nota –, bene ha fatto un gruppo di cittadini, aiutati da diversi portavoce in Consiglio Valle, a preoccuparsi della situazione e a porre la questione nelle sedi opportune attraverso una raccolta firme”.

I disagi per gli abitanti della vallata

Dal quadro dipinto dai consiglieri del Misto e di Mouv’ appare come “il trasferimento dell’ambulatorio di sanità pubblica porta con sé il trasferimento dell’assistente sanitario presso Pont Suaz e altre sedi creando così un ulteriore disagio per gli abitanti della vallata che usufruiscono di questo servizio. Quindi, visto che la risoluzione di dicembre è stata ignorata e che la situazione è aggravata dalla mancanza di uno psicologo per adulti e uno psichiatra, ci è sembrato opportuno favorire la raccolta firme che rimane sempre un atto propositivo e un esercizio di alta democrazia”.

Poi la mira si sposta su Baccega: “Al contrario – scrivono ancora i consiglieri – le dichiarazioni dell’Assessore vanno contro il sano principio del confronto democratico riproponendo la solita formula dello ‘state tranquilli che ci penso io’, bollando come del tutto inutile l’iniziativa dei cittadini. Appare evidente che la notizia della raccolta firme abbia smosso l’Assessore, il quale, forse, si renderà conto della reale situazione e metterà in campo gli opportuni rimedi. Siamo pronti a ricordarglielo in Consiglio regionale perché lavorare per i cittadini è il nostro ruolo”.

Exit mobile version