Dopo Cervinia altre stazioni si preparano ad aprire ai piccoli e grandi atleti

07 Dicembre 2020

Da Ayas a Cervinia, passando per Pila e fino a La Thuile. In attesa di poter ripartire il prossimo 7 gennaio, le società degli impianti a fune, d’intesa con la Regione, stanno lavorando per rispondere alle esigenze di piccoli e grandi atleti dello sci.

“Stiamo studiando un piano per dare una risposta agli atleti dell’Asiva e dei club che devono prepararsi per le competizioni di gennaio consentendo loro di sciare nel loro comprensorio seppur con delle limitazioni” spiega l’Assessore Luigi Bertschy. “Il tutto tenendo sempre in considerazione la situazione dell’innevamento”.

L’obiettivo è di offrire un servizio basato sulla territorialità. Almeno tre stazioni in Alta, Media e Bassa Valle dove gli atleti possano affinare la preparazione atletica.

“C’è un lavoro di coordinamento sul territorio regionale tra i gestori degli impianti e gli sci club”, spiega Giorgio Munari, amministratore delegato di Monterosa Ski. “Noi stiamo lavorando per offrire questo  servizio a questo tipo di clientela da sabato 12 dicembre, con un’apertura su Gressoney ed una su Ayas, ma tutto dipende dal meteo”.

Le prime nevicate sono arrivate, ma ancora troppo timidamente per consentire una programmazione più definita: “È un work in progress, le piste vanno battute, preparate, rese sicure. C’è un lungo lavoro di preparazione dietro ed è quello su cui ci stiamo concentrando per essere pronti”, continua Munari.

Un piccolo passo verso la data di riapertura anche ai non agonisti, fissata al 7 gennaio dal nuovo DPCM, che però porta con sé ancora tantissime incognite, come evidenzia lo stesso AD di Monterosa Ski: “Il problema resta quello della chiusura delle regioni, perché la Valle d’Aosta – e non solo gli impianti di risalita, ma anche le attività commerciali – dipende fortemente dai turisti. Da parte nostra da tempo stiamo cercando di promuovere la conoscenza dello sci anche per i valdostani, ma è evidente che senza stranieri o non residenti la situazione è critica”.

Anche Pila è al lavoro. “Noi abbiamo bisogno ancora di qualche giorno” racconta il Presidente di Pila Spa, Davide Vuillermoz. “Penso che potremo essere pronti per la prossima settimana. Mercoledì abbiamo un incontro con gli sci club locali per coordinarci”.

A La Thuile non c’è ancora una data per la riapertura, come spiega Corrado Giordano, direttore generale delle Funivie Piccolo San Bernardo: “Fondamentalmente manca la neve, le piste non sono ancora pronte quindi per ora non abbiamo un’idea precisa”.

Dopo l’approvazione di un emendamento alla Legge regionale sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, sabato la Giunta regionale ha approvato le disposizioni per la concessione alle società degli impianti a fune di un contributo forfettario a fondo perduto sino a un massimo di 10.000 euro per comprensorio sciistico per ogni giorno di apertura, nel periodo compreso tra il 1° novembre 2020 e il 27 dicembre 2020, riservata all’utilizzo esclusivo degli stessi da parte di atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) o dalle rispettive federazioni.

Se lo sci di discesa rimarrà fino al 7 di gennaio appannaggio degli atleti, la Regione, dopo lo sci di fondo, studia come consentire ai residenti di praticare altre attività, al di fuori dei propri comuni di residenza.

“Nei prossimi giorni  – spiega l’Assessore regionale Luigi Bertschy – come Giunta faremo delle valutazioni se, vista la situazione epidemiologica, dare la possibilità ai valdostani di fare attività sportiva, come le ciaspole o lo scialpinismo, uscendo dal comune di residenza”.

Prosegue inoltre il lavoro del Governo regionale per l’approvazione del protocollo per la riapertura degli impianti. Dopo il via libera della Conferenza delle regioni, il documento deve ancora passare al vaglio del Comitato tecnico scientifico, condizione indispensabile per poter far ripartire lo sci il prossimo 7 gennaio.

“A breve con gli Assessori delle altre regioni alpine – aggiunge Bertschy –  rilanceremo al governo nazionale la richiesta di avere risposte in merito al protocollo per lo sci che abbiamo elaborato così come sui ristori perché al momento non ci sono né le regole, né gli indennizzi per chi ha chiuso mentre nelle grandi città si continua a fare shopping”.

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