Esternalizzazione assistenza domiciliare, il giudice: comportamento antisindacale dell’Unité Monte Emilius
Un'”azione forte”, uno dei primi casi in Valle d’Aosta di ricorso ex articolo 28 dello Statuto dei lavoratori contro un ente pubblico. Le segretarie regionali della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil hanno portato in tribunale l’Unité des Communes Monte Emilius e si sono visti dare ragione dal giudice Luca Fadda, che ha condannato l’ente pubblico per comportamento antisindacale, attribuendogli inoltre il pagamento delle spese legali di 4000 euro.
La vertenza riguarda l’esternalizzazione del Servizio di assistenza domiciliare, deciso dalla Giunta dell’Unité nel dicembre scorso. Una scelta compiuta dall’ente pubblico senza adempiere agli obblighi di informazione verso i sindacati.
“Nessuna pubblica amministrazione può arrogarsi la potestà assoluta di fare dei procedimenti di questo tipo, di privatizzazione di un servizio pubblico, senza fornire ai sindacati le dovute informazioni – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – Forse il loro timore è che potessimo disarticolare la loro iniziativa”.
Per esternalizzare, proseguono i sindacati, assistiti nella vertenza dalle avvocate Alessandra Fanizzi e Silvia Caveri, “bisogna dimostrare le tre “e”: economicità, efficienza ed efficacia”.
L’Unité Mont Emilius, che non si è costituita in giudizio, non intende fare retromarcia sulla decisione di esternalizzare il servizio.
“La delibera è stata sospesa, in attesa di adempiere all’informazione sindacale” spiega il presidente Michel Martinet. “Avremo a breve una riunione con i sindacati e tutti i sindaci dell’Unité per fare presente quali sono i veri problemi del territorio. Con questa organizzazione non riusciamo a dare risposte ai nostri cittadini, perché non abbiamo più nessuno che risponde alle chiamate pubbliche”.
La decisione assunta nei mesi precedenti, ribadisce Martinet, non comporterà alcun licenziamento o riduzione di organico. “I cittadini che hanno bisogno del servizio domiciliare sono delle persone e non sono delle pratiche, più riusciamo ad evitare l’ingresso nelle strutture, minori sono i costi per la comunità”.