“Falsi positivi”: scintille fra Asva, Ordine dei Giornalisti ed il Commissario Usl
La coda della conferenza stampa di fine anno dell’Azienda Usl di ieri – 30 dicembre –, non era finita bene. Pungolato dai giornalisti sul caso dei “falsi positivi” il Commissario Pescarmona aveva perso le staffe.
Accuse di fare “giornalismo scandalistico” che, a stretto giro sono arrivate sia alle orecchie del direttivo dell’Associazione stampa valdostana – il sindacato unitario dei giornalisti in regione –, sia a quelle del Consiglio direttivo dell’Ordine dei Giornalisti della Valle d’Aosta.
Asva ha risposto con un comunicato infuocato: “Abbiamo finalmente capito qual è il vero problema che pesa sulla regione che da mesi è ai vertici della triste classifica dei morti per Covid-19 pro capite e in quella dei contagiati per numero di abitanti: i giornalisti – scrive il sindacato –. La colpa è tutta dei giornalisti”.
E rintuzza: “Il dottor Pescarmona, rispondendo alle osservazioni di un collega sulle modalità di comunicazione esterna adottata dall’Usl, è stato chiarissimo: ‘Non volevo prendere questa occasione per togliermi i sassolini dalle scarpe, ma siete voi che siete un giornalismo scandalistico’. Tutti, indistintamente, ovvio. Brutti ceffi che, secondo il commissario straordinario, godono a ‘ingigantire i fatti perché vi piace fare giornalismo scandalistico. Se vi piace fare giornalismo scandalistico sarà colpa mia?’”.
Un “attacco scomposto verso tutto il mondo dell’informazione valdostana”, scrive Asva, che aggiunge: “Non sta a noi giudicare. Ed è proprio questo che pare sfuggire al commissario e ai vertici dell’azienda. I giornalisti non giudicano: raccontano fatti e li riportano ai cittadini. Fanno una fotografia della realtà. A volte la fotografia viene bene, a volte meno. Ma non possiamo accettare che Pescarmona o chi per lui tenti di intaccare il diritto-dovere di cronaca decidendo in maniera arbitraria cosa dovremmo o non dovremmo pubblicare. Al commissario va doverosamente ricordato che la stampa fa il suo mestiere, ossia porre domande e cercare di capire i fatti per poi raccontarli ai propri lettori. Questi fatti non sono ‘notizie scandalistiche’, si chiamano cronaca. È dovere del giornalista riportare i fatti, e se questi sono sgraditi al commissario Usl, spiace per lui. Non può dire a un giornalista cosa deve o non deve chiedere durante una conferenza stampa”.
“Sentire un rappresentante delle istituzioni pronunciare parole come ‘voi non potete pretendere collaborazione quando siete sempre schierati e pronti a spararci addosso sulle inezie mentre sulle cose importanti non date nessuna importanza’ fa respirare aria da Corea del Nord” – aggiunge il sindacato –, “Ancora più inaccettabile l’accusa pseudo-patriottarda di ‘dare notizie a livello nazionale contro la Valle d’Aosta’. Vogliamo su questo tranquillizzare i vertici regionali dell’Usl: non esiste una macchinazione dei giornalisti valdostani, così potenti da decidere cosa far dire ai media nazionali; sono semplicemente le testate nazionali che valutano certe notizie che arrivano dalla Valle d’Aosta meritevoli di copertine e approfondimenti”.
L’Ordine dei giornalisti: “Accuse gravi”
L’Ordine, in una nota, invece spiega: “L’accusa elevata dal Commissario dell’Usl Valle d’Aosta, Angelo Pescarmona, nella conferenza stampa di fine anno nei confronti dei giornalisti di praticare un giornalismo puramente scandalistico è particolarmente grave perché lede l’onorabilità di tutta la categoria senza peraltro mettere in chiaro di chi e di cosa si tratti. Questo atteggiamento risulta ancora più grave se, nell’attuale situazione pandemica, con le proprie azioni si contribuisce a ridurre il flusso informativo, invece di semplificarlo e rendere espliciti contenuti già di per sé complessi”.
Una “vecchia e frusta tecnica di sparare nel mucchio”, scrive l’Ordine, che “non risponde a nessun sano principio informativo poiché accomuna tutti i giornalisti in accuse generiche e non circostanziate, non chiarisce i termini dei problemi né la loro dimensione né, tantomeno, individua delle soluzioni”.
C’è poi il risvolto legale: “Qualora il Commissario dell’Usl avesse mai rilevato la diffusione di notizie false, inesatte o atte a turbare l’ordine pubblico – prosegue l’Ordine –, la cosa avrebbe rilevanza penale e, quindi, la legge gli impone l’obbligo di comunicare alla Procura della Repubblica i fatti, il nome e cognome del giornalista e del direttore della testata. Se si trattasse di mancanze nello svolgimento dei propri doveri di giornalista, l’Ordine dei Giornalisti è un ente pubblico, con un proprio Consiglio di Disciplina costituito per sanzionare comportamenti illeciti, al quale qualunque cittadino può rivolgere le sue lamentele. A tutt’oggi, tuttavia, non ci è giunta alcuna segnalazione da parte dell’Usl in merito alla diffusione di notizie non veritiere da parte di nostri iscritti”.
L’appello alla collaborazione
Ordine dei Giornalisti che, però, cerca di raffreddare gli animi, invitando “il dott. Pescarmona ad una collaborazione con i giornalisti e non cercare lo scontro la cui unica vittima sarebbe l’informazione che spetta di diritto ai cittadini”.
L’invito, però, è anche un altro: “A evitare un linguaggio aggressivo nei confronti di un’istituzione ufficiale dello Stato – chiude la nota dell’Ordine – che adempie ad un dovere affidatole dalla legge onde evitare di alzare una barriera di incomunicabilità tra la stampa, e quindi la popolazione che da questa riceve le notizie, e l’azienda stessa”.