Il grande abbraccio di Cervinia, la forza di una comunità nelle voci degli abitanti

02 Luglio 2024

Paradosso
/pa·ra·dòs·so/
Sostantivo maschile
Affermazione, proposizione, tesi, opinione che, per il suo contenuto o per la forma in cui è espressa, appare contraria all’opinione comune o alla verosimiglianza e riesce perciò sorprendente o incredibile.

Alla definizione che dà l’Enciclopedia Treccani, ovviamente completa e autorevole, mancherebbe un dato. Una parola, o forse anche solo un’immagine. L’immagine che si trova di fronte all’ingresso di Breuil-Cervinia oggi, martedì 2 luglio, a pochi giorni dai danni causati dal maltempo che l’hanno colpita.

Un colpo durissimo. Alle attività, alle case dove la gente vive e ha tutto. Alla vita di tutti i giorni. I comunicati stampa, i bollettini non rendono – e non possono – rendere l’idea. I “danni ingenti” sono vite, lavoro, proprietà, sforzi. Spesso sono luoghi e negozi storici, avviati da decenni e pronti ad iniziare una stagione estiva che si prospettava entusiasmante.

Cervinia è una bolla. Lo è nel senso stretto del termine. All’arrivo, con il cielo terso e la “Gran Becca” che quasi ti giudica dall’alto 4.478 metri. All’ingresso in paese tutto è perfetto, come se le notizie degli ultimi giorni fossero una sorta di allucinazione collettiva. Un abbaglio.

Un po’ di polvere si alza dalla strada, partendo già dalla galleria. Fango che si è asciugato. Nulla più di un lieve fastidio. Il golf club di fronte al parcheggio è perfetto. Un addetto taglia il green. Alcuni turisti giocano un paio di buche. Quello che abbiamo scritto, quello che è successo, forse non è successo.

Bastano pochi metri, basta superare la chiesa di Maria Regina Vallis Augustana per trovarsi nella “bolla”. Scavatori, pale meccaniche, cisterne per lo spurgo, camion. Fango sulla strada, sui sampietrini dove la gente passeggiava a caccia di un negozio, di buon cibo, di un aperitivo, prima di intraprendere un’escursione. Quella è via Carrel. Ed è solo la “pelle”, la parte più vistosa. Ed è già un tuffo al cuore. Quella non è Cervinia.

Il grande abbraccio di una comunità

I danni del maltempo a Cervinia – Foto Nicole Jocollé

Poco dopo ci mettiamo a parlare con Roberta e suo marito. Commercianti. Ci portano nelle cantine della loro attività. Sottoterra, Cervinia è grigia di pantano. Sui muri i segni che l’acqua ha raggiunto nei giorni precedenti.

Nelle scale, una cascata di fango. Amici, colleghi e parenti fanno avanti e indietro secchi alla mano. La corrente non c’è, dell’acqua non se ne parla. Per la luce si usano i generatori. Roberta ci indica il livello del fango del giorno prima, ad altezza uomo.

“Il problema, oggi, è quello di non riuscire ad arrivare alla sala contatori per ripristinare almeno i servizi di prima necessità. Dobbiamo cercare di ripulire, portare fuori e ripartire”, ci dice.

Lo spirito è forte. Cervinia si stringe a protezione. È una comunità che si muove assieme. Che spala, con le mani sporche. “Ci stiamo dando una mano tantissimo – aggiunge Roberta –. Dobbiamo ringraziare i Vigili del fuoco, i Volontari di Valtournenche, chi ha lavorato sulle ruspe cercando di salvare il paese, soprattutto sabato sera. Siamo diventati una famiglia. Ma non bastano le nostre braccia, serve aiuto per chi è messo ancora peggio di noi”.

I danni del maltempo a Cervinia – Foto Nicole Jocollé

Gianluca è un imprenditore. Ha un ristorante ad un passo dal Marmore. La strada davanti alla sua attività è una distesa di terra. Di fronte, cumuli di pietre che il torrente ha portato con sé. Sabato, in piena notte, ha messo dei sacchi di cemento di un vicino cantiere a protezione della via principale per fermare la piena.

Parla di questi giorni, senza fronzoli: “Drammatici. Ringrazio soltanto gli aiuti che sono arrivati, tutte le persone e gli imprenditori di Cervinia si sono uniti. Da soli era impossibile da gestire tutto questo. Ci si riprenderà. Adesso bisogna solo rimboccarsi le maniche, ma è una situazione drammatica per tutto il paese”.

Giorni in cui c’è stato “un senso di panico e di paura di non riuscire a farcela. Non per questa stagione ma per il futuro – ci spiega Michele, anch’egli commerciante con un’attività in piedi da circa 21 anni –. C’è molta gente del posto veramente unita, che si dà da fare e sta dando coraggio”.

I danni del maltempo a Cervinia – Foto Nicole Jocollé

Tecnicamente, Silvana è in pensione. Una vita in (e per) un negozio che ora è stato passato dalla famiglia. Non un’attività, una casa vera e propria. Fuori dalla porta, vestiti, giacche, capi d’abbigliamento nuovi di zecca si accumulano, zeppi di fango. L’immagine di un’estate che stava per iniziare.

Silvana, come tutti, è sporca di fango mentre parenti e amici si aiutano nello svuotare il magazzino sotterraneo: “Siamo aperti dal 1975, non ho mai visto una cosa simile – ci dice –. Non abbiamo più niente. Ringrazio tutti i volontari, tutti. Avevamo rifatto tutto da poco, non so se riusciamo a partire per l’inverno. Speriamo di avere ancora un po’ di coraggio, perché è dura”.

I danni del maltempo a Cervinia – Foto Nicole Jocollé

Usciamo dalla “bolla”. Cervinia è alle spalle. Da lontano, tutto è normale. Un addetto del golf taglia il green. Alcuni turisti giocano un paio di buche. Noi torniamo ad Aosta, con le immagini negli occhi e la voce rotta nelle orecchie che riporta a storiepiù o meno lontanedel nostro Paese.

Qualcuno, fuori microfono, ce l’ha detto: “Queste sono le braccia di Cervinia”. Qualcuno aspetta ancora un segnale forte dalle istituzioni. Qualcun altro ci dice chiaramente: “Aspettiamo i turisti”, chiedendoci di non fare un racconto troppo drammatico. Ed è quello che sotto lo sguardo severo del Cervino abbiamo trovato: la forza delle braccia e del cuore. Di chi – alcuni più disillusi, altri meno – pensa al domani. Nonostante l’oggi sembriintrappolatodal fango.

di Nicole Jocollé e Luca Ventrice

Exit mobile version