La scrittrice e formatrice Monica Lanfranco: “Insegnate ai vostri figli maschi che no significa no”
“Se vi state chiedendo, essendo madre, padre o comunque punto di riferimento educativo di un bimbo o un ragazzo, se sia possibile trasferire le idee del femminismo in un giovane maschio d’oggi la mia risposta è decisamente sì”. Lo afferma la giornalista Monica Lanfranco, autrice del libro “Mio figlio è femminista”.
In questi giorni in cui il dibattito si è acceso su femminicidi e patriarcato, considerato causa della violenza di genere, il libro, che sabato 25 novembre alle ore 17 sarà presentato ad Aosta, risulta più attuale che mai.
Come si educa un figlio a essere femminista?
Per contrastare la cultura misogina ed evitare casi di cronaca nera – dove quello di Giulia Cecchettin è soltanto uno dei tanti esempi – il mondo ha bisogno di uomini femministi. Monica Lanfranco scrive in dieci capitoli un manuale di istruzioni per agire sulla cultura e sull’educazione sin dall’infanzia. Nella stesura dei testi l’autrice parte anche dalla sua esperienza di madre di due figli maschi, ormai adulti (28 e 33 anni). “Insegnate a rispettare il no, insegnate a reggere un rifiuto o un abbandono, lasciatelo piangere senza che questo lo faccia sentire meno uomo e meno maschio. Insegnategli anche l’importanza della fragilità”. Insomma, in una cultura in cui il maschile è considerato onnipotente, “insegnate agli uomini a essere umani”. Educazione e cultura diventano strumenti per arginare la violenza di genere, in un mondo in cui lo scenario delle aggressioni “non è la strada dove un pazzo ti assale durante la notte, ma è il luogo degli affetti con un ex, un fidanzato o un marito”.
“È normale che voglia controllare il telefono di lei”: il mondo degli adolescenti dove mancano fiducia e rispetto reciproco.
“Noi siamo tutti, uomini e donne, dentro al patriarcato. Il patriarcato, più che un concetto, è la realtà quotidiana in cui viviamo, dove ci sono privilegi di default” spiega Lanfranco che insiste nell’importanza di insegnare il rispetto reciproco. “Da vent’anni incontro studentesse e studenti nelle scuole superiori” per fare formazione sulla violenza di genere. “Tra i ragazzi la parola ‘normale’ assume un significato di assoluta banalizzazione. “È normale che voglia controllare il telefono di lei, è normale che poi mi scuso se le ho dato una sberla perché guardava un altro. Quando, nelle classi, faccio notare che nelle relazioni esiste una parola chiamata fiducia, si spalancano gli occhi”.
Ciò che manca è “un’educazione alle emozioni” dove “ti tengo stretta non per il piacere reciproco, ma perché sei mia“. “Sento dire ‘la mia ragazza. Perché non dire la ragazza che amo?‘”. Sessismo. Possesso. Questo è ciò che va combattuto.
La “trilogia” della scrittrice Monica Lanfranco
Nel 2012 viene pubblicato “Uomini che (odiano) amano le donne”, contenente le risposte di 300 uomini a sei domande poste dall’autrice sul blog de Il Fatto quotidiano e riguardanti sessualità, virilità, violenza e pornografia. Dalla pubblicazione del testo, nasce il progetto teatrale “Manutenzioni uomini a nudo”. Nel 2019 è la volta di “Crescere uomini” con 1500 risposte ottenute dalla replica delle domande (cinque, non più sei) a ragazzi dai 16 ai 19 anni. Nel 2023 arriva infine “Mio figlio è femminista. Crescere uomini disertori del patriarcato”.
“Nessuno dei nostri figli nasce cattivo, misogino, predatore: nessun bambino o ragazzo lo è. Sono l’esempio, i comportamenti appresi, i messaggi culturali diretti e indiretti, ad autorizzare i maschi a diventare arroganti machisti e pericolosi predatori, perché la violenza si insegna. La buona notizia è che anche la nonviolenza si insegna” (Mio figlio è femminista, Monica Lanfranco).