Somma urgenza per il bypass Ivrea-Santhià: attesa la risposta del Ministero
Una risposta che tarda ad arrivare. Lo scorso venerdì, l’Ativa spa, la società del gruppo Gavio che fino al 1° dicembre gestirà l’autostrada Torino-Quincinetto e la bretella tra Santhià e Ivrea, ha chiesto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di riconoscere la “somma urgenza” per la realizzazione del bypass autostradale che permetterebbe di risolvere i problemi delle lunghe code che si sono verificate nei fine settimana dello scorso inverno.
Dallo scorso gennaio, infatti, la bretella è chiusa al transito dei mezzi pesanti e ciò rende più difficile entrare e uscire dalla Valle d’Aosta, soprattutto nei periodi di maggior afflusso turistico. Procedere con i lavori per la costruzione della deviazione autostradale in “somma urgenza”, significherebbe saltare la procedura di Valutazione dell’impatto ambientale dando il via immediato al cantiere per la costruzione della deviazione autostradale. “Siamo confidenti che il Ministero possa autorizzare la procedura”, fa sapere Ativa. L’incognita riguarda i tempi di risposta di Roma. Un riscontro era già atteso per lunedì scorso, ma per il momento tutto tace. Da parte sua, la Regione sta lavorando per sbloccare la situazione nel più breve tempo possibile.
La chiusura della bretella e l’imminente passaggio della concessione dai Gavio ai Dogliani
Dal 17 gennaio scorso, la bretella tra Santhià e Ivrea è chiusa al passaggio al passaggio dei mezzi con massa superiore alle 3,5 tonnellate, agli autobus e ai veicoli più larghi di 2,4 metri “a scopo precauzionale”, sottolinea la società, dopo la verifica di transitabilità del viadotto Camolesa sulla base delle nuove linee guida dei ponti.
La riapertura, inizialmente prevista per il 30 giugno, è stata prorogata al 31 dicembre e ora rischia di allungarsi ancora. Intanto, dal 1° dicembre la concessione dell’autostrada Torino-Qincinetto e della bretella passerà in mano al Consorzio Stabile Sis della famiglia Dogliani di Cuneo.
“La previsione originale di riaprire al traffico almeno una carreggiata autostradale senza limitazioni di peso derivava dalla possibilità per l’Ativa di realizzare il progetto di adeguamento originario” del viadotto “presentato al Ministero” e ancora in fase di approvazione, prosegue la società. Secondo cui, ”l’intervenuta sottoscrizione della convenzione con il nuovo concessionario e il conseguente imminente subentro del nuovo concessionario ha impedito la realizzazione delle opere”. A quel punto, l’Ativa ha proposto a Roma due alternative per risolvere i problemi di viabilità: “proseguire comunque con la realizzazione dell’adeguamento del viadotto secondo il progetto anche se non ancora approvato dal Ministero”, spiega, o “realizzare la deviazione provvisoria su cui far transitare il traffico autostradale, nell’ottica di lasciare al nuovo concessionario l’intera esecuzione delle opere in attesa delle determinazioni del Ministero sul progetto presentato”. La seconda soluzione è stata ritenuta quella “maggiormente rispondente alle esigenze di continuità del servizio autostradale”.
Servono tre mesi per costruire la deviazione autostradale
La durata stimata per la realizzazione del bypass autostradale è di circa 3 mesi: “Ad oggi non sono prevedibili altre alternative da poter realizzare in tempi brevi”, dice l’Ativa, dicendosi pronta, una volta ricevuta l’autorizzazione dal Ministero, ad “avviare le opere che verrebbero proseguite dal nuovo concessionario”, facendo di tutto, compatibilmente con le condizioni atmosferiche, per “accorciare i tempi”. I costi per i lavori spettano all’Ativa fino alla scadenza della gestione, poi al nuovo concessionario.
Inoltre, la società fa sapere che “dalle analisi e verifiche effettuate non risultano ad oggi ulteriori viadotti che necessitano di limitazioni al traffico”.
Aumentano i passaggi dei mezzi pesanti al traforo del Fréjus
I primi impatti della chiusura ai mezzi pesanti della bretella tra Santhià e Ivrea emergono dai dati sul traffico, con un aumento nel 2024 dei transiti al traforo del Fréjus a discapito del traforo del Monte Bianco, chiuso dal 2 settembre al prossimo 16 dicembre per il rifacimento della volta. Per rendere i dati comparabili, sono stati presi considerazione soltanto il periodo da gennaio a luglio del 2023 e del 2024, escludendo così i periodi di chiusura per la frana della Maurienne dell’agosto del 2023 nel caso del Fréjus e per i lavori di manutenzione per il Bianco che hanno influenzato i flussi di traffico.
Nel caso del traforo del Monte Bianco, da gennaio a luglio 2024 sono stati registrati 1.093.557 passaggi totali, contro i 1.127.450 dello stesso periodo del 2023, con un calo di circa il 3%. Riguardo ai mezzi pesanti, questi sono diminuiti del 15,8%, passando da 364.633 passaggi nei primi sette mesi del 2023 ai 306.686 nello stesso periodo di quest’anno.
Riguardo al traforo del Fréjus, da gennaio ai luglio 2024 sono passati 1.258.575 mezzi totali, in aumento del 7,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2023 quando erano 1.258.575. Il transito dei mezzi pesanti è in aumento del 6%, passando dai 551.213 registrati nei primi sette mesi del 2023 ai 584.733 dello stesso periodo del 2024.