Troppi pochi bambini alla materna, anche Valgrisenche punta alla “Scuola biofilica”
In principio fu Gressoney-La-Trinité a vantare la prima scuola biofilica d’Italia, sede oltretutto scelta anche per l’inaugurazione istituzionale dell’anno scolastico 2019/20.
Ora la Valle d’Aosta è lanciata ad avere anche la seconda scuola biofilica d’Italia.
Il progetto è in piedi a Valgrisenche, dove un problema di “numeri” si appresta a diventare una nuova occasione, quella cioè di avere una scuola più vicina alla sua dimensione “di montagna”, concepita sulla “bioedilizia” e su un nuovo concetto anche didattico ed educativo.
“Quest’anno non abbiamo avuto un numero sufficiente di iscrizioni alla Scuola dell’infanzia – spiega il Primo cittadino di Valgrisenche Riccardo Moret –, avevamo solo due bambini in quella fascia di età, quindi non abbiamo l’insegnante come scuola regionale”.
La soluzione è l’apertura alle coop, per un inizio dal sapore quasi di “garderie”. Ma, appunto, è solo l’inizio: “Abbiamo preparato un Bando che uscirà in questi giorni – prosegue Moret –, aperto alle cooperative per fornire il servizio didattico e pedagogico dagli 0 ai 6 anni. Un progetto che vuole andare nella direzione presa dalla scuola biofilica di Gressoney, abbiamo immaginato un percorso simile anche se la loro è una Scuola primaria mentre noi vorremmo coinvolgere più bambini, più piccoli, e avvicinare già le famiglie alla struttura”.
Il processo, intanto, è già avviato: “È un servizio che funziona – spiega ancora il Sindaco –, ed il progetto potrà accogliere i bambini in un ambiente che è già riqualificato dal punto di vista energetico e diventarlo anche dal punto di vista naturale, per un apprendimento diverso. Entro il 20 di ottobre prenderà il via la gestione, mentre il progetto sulla scuola biofilica ha dei tempi un attimo po’ più lunghi. Noi affideremo il servizio alla cooperativa, e all’inizio funzionerà un po’ come una garderie, nel frattempo la Regione affiderà la borsa di studio per la struttura ed i suoi spazi all’Università della Valle d’Aosta, come a Gressoney”.