Zone rosse, Brusaferro: “Difficoltà a raccogliere i dati in Valle d’Aosta”
“Sono emersi i dati di regioni che si trovavano nel momento della valutazione con un Rt di limite inferiore e avevano una classificazione del rischio elevata. In particolare la Valle d’Aosta, per un motivo di difficoltà a raccogliere i dati dovuta anche al numero di casi significativi che si sono verificati in queste settimane, per un periodo consistente fa fatica a presentare i dati, e questo ovviamente è un marker di grande difficoltà del sistema e secondo gli algoritmi di rischio definito porta ad un rischio alto”.
Questa la spiegazione dell’inserimento della Valle d’Aosta nell’area rossa assieme a Calabria, Piemonte e Lombardia. A spiegarlo, in conferenza stampa, è stato Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
“Nell’ultima settimana lo scenario ha visto delle regioni a rischio alto – ha aggiunto -, alcune di queste hanno un problema di stabilità del dato che stanno rafforzando in questi giorni”.
Parole che confermano in parte quanto spiegato questa mattina in Consiglio regionale – nel quale la discussione sulla zona rossa è stata al centro del dibattito – dall’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse: “Ci sono stati effettivamente dei ritardi nella trasmissione dei dati, ma appena lo abbiamo saputo abbiamo implementato il Dipartimento prevenzione di cinque veterinari e undici persone per il contact tracing. Non credo che tutta la colpa della classificazione della nostra regione in zona rossa sia da imputare unicamente a questi dati: ci sono dei correttivi da apportare, ma resta il fatto che le cifre riguardanti la Valle d’Aosta non sono buone”.