Paolo Mei, la voce di Cogne: “Un’emozione impareggiabile”
Un paesaggio da cartolina ha fatto da contorno ad una tre giorni intensa e bellissima. Il sole che ha dato il benvenuto alla Coppa del Mondo di Cogne venerdì scorso ha voluto essere presente anche per il commiato del circuito. Ad accompagnare atleti, tifosi, volontari, addetti ai lavori, organizzatori, in queste 72 ore è stata una voce: costante, instancabile, coinvolgente, senza mai perdere di tono o di entusiasmo. È quella di Paolo Mei, la voce di Cogne, in tutti i sensi: qui lui è cresciuto, qui ha vissuto alcuni momenti sportivi davvero speciali, dalla Coppa di sci di fondo del 2019 alla tappa del Giro d’Italia del 2022, e non solo.
Dopo tre giorni Paolo è ancora carichissimo: “Per me oggi è stata la giornata più bella. La aspettavamo, sapevamo che ci sarebbe stato il sole pieno, ed è stata la ciliegina sulla torta: ho parlato con Amundsen, Nyenget, Andersen, erano davvero tutti felicissimi di questa tappa”. Nel 2024 per Paolo Mei è arrivata l’incoronazione di essere lo speaker ufficiale del Tour de France, eppure “in quell’occasione non ho accusato per nulla l’emozione: qui a Cogne, invece, devo dirti che la notte prima dell’inizio ero decisamente più emozionato. Quando arriva qualcosa di così importante nel tuo paese e tu sei coinvolto in prima persona, lo senti di più”.
“Difficile fare meglio del 2019” è stato un po’ il leitmotiv di quest’anno, ma per lo speaker valdostano “è stato così per i risultati degli azzurri, ma dal punto di vista tecnico e organizzativo è stato fatto un ulteriore enorme passo avanti. Il bilancio non può che essere positivo, anche perché il comitato organizzatore ha lavorato alacremente. Non dimentichiamoci di quello che è successo a giugno-luglio”, dice Mei in riferimento all’alluvione. “Siamo stati premiati dalla Regione, che ha aiutato il Comitato organizzatore, e questo si è fatto trovare non pronto, ma prontissimo. Anche i volontari sono stati veramente infaticabili, hanno lavorato giorno e notte in una maniera incredibile. So che sembra una frase fatta, ma se tutto questo è stato possibile è davvero grazie ai volontari”.
Strutture posizionate con largo anticipo, richieste per service, dj e speaker internazionale accolte subito dal comitato organizzatore: “Per me, non poteva andare meglio di così”. Con lui c’era Randy Ferguson, canadese di Montréal, speaker in inglese e francese: “L’ho voluto io, e il Comitato organizzatore ha accettato. Per noi è stato un primo test in vista di Milano-Cortina, ci siamo trovati bene, e lui si è innamorato di Cogne”.
Fare lo speaker delle prossime Olimpiadi sarà un nuovo importante tassello nella carriera professionale di Paolo Mei, ma nulla a che vedere con lavorare a Cogne: “Sono di parte, ma qui ogni volta è qualcosa di impareggiabile”.