Tor des Glaciers, svelati i dettagli del nuovo trail estremo sulle Alte Vie 3 e 4 della Valle d’Aosta

04 Febbraio 2019

Nasce quasi tutto da una scritta sul muro del Rifugio Prarayer, a Bionaz: il segnavia dell’Alta Via numero 3. Per chi si è inventato un ultratrail che ripercorre tutte le Alte Vie 1 e 2 della Valle d’Aosta, l’occasione sarebbe stata prima o poi da cogliere. “Eravamo a conoscenza dell’esistenza delle Alte Vie 3 e 4, un progetto accantonato perché avrebbe avuto un pubblico molto ristretto, ma non ne sapevamo molto”, spiega Alessandra Nicoletti, presidente di VDA Trailers. “Abbiamo fatto un po’ di ricerche ed abbiamo scoperto il libro di François Burgay (Valle d’Aosta. Le alte vie dimenticate. Alta Via Selvaggia. Alta Via dei Ghiacciai, Outdoor Editions, nda). Lo abbiamo contattato circa tre anni fa, ci ha mandato le tracce ed abbiamo pensato di fare qualcosa su queste Alte Vie”. Per il decennale del Tor des Géants, quindi, ha preso vita il Tor des Glaciers.

Una gara estrema da 450 km con 32.000 metri di dislivello, che però non ha spaventato i trail runners, tant’è vero che in appena due minuti i posti per la pre-iscrizione erano già “sold out”, quasi come un concerto dei Pearl Jam. Proprio per la sua difficoltà, è stato introdotto il vincolo dell’aver concluso almeno un Tor des Géants in meno di 130 ore ed un numero chiuso di cento partecipanti.

Un percorso non segnato, senza punti ristoro ad hoc

Il percorso non verrà segnato, non ci saranno bandierine: chi vi partecipa deve essere in grado di leggere una cartina con bussola ed altimetro e muoversi col GPS e con la segnaletica che troverà lungo la strada”, fa sapere Nicoletti. Sarà un percorso completamente diverso, che si sovrapporrà solo per brevi tratti a quello del Tor des Géants: La Thuile – Rifugio Deffeyes, Lac du Fond – Planaval, Rifugio Dondena – Pontboset, Donnas – Gressoney-Saint-Jean, Rifugio Champillon – Ponteille, Rifugio Frassati – Courmayeur. Negli altri tratti non saranno allestiti punti ristoro ad hoc, ma gli atleti potranno servirsi dei rifugi che troveranno e che faranno anche da punto di cronometraggio. Saranno solo tre le basi vita: Cogne, Donnas e Gressoney.

Sicurezza e punti impervi

L’impianto di sicurezza sarà lo stesso del Tor, ma sarà di fondamentale importanza l’utilizzo del tracker GPS: “Quello è l’unico modo che ci permetterà di avere un controllo in tempo reale, è quindi obbligatorio per regolamento che i corridori si assicurino di averlo sempre acceso, carico e funzionante”.

I sentieri sono quelli della rete sentieristica valdostana anche se, dice Nicoletti, “ancora non abbiamo fatto un sopralluogo di persona. Quando tornerà la bella stagione ci assicureremo della sicurezza di alcuni punti particolarmente impervi, come il Mont Gelé o la ferrata tra il Rifugio Chabod ed il Col Lauson. Lì probabilmente ci sarà qualcuno di presidio durante la gara”.

Tempi di percorrenza e cancelli orari

La partenza è venerdì 6 settembre alle 20, ed il tempo limite è di 190 ore. Un tempo calcolato facendo una media, perché ancora nessuno ha provato il percorso: “Sarà un po’ come il primo anno del Tor des Géants. Credo che, in condizioni ottimali, il primo ci metterà attorno alle 95 ore, e dovrebbe arrivare prima del primo del Tor. Non sappiamo se metteremo cancelli orari, probabilmente solo uno verso metà strada”, dice ancora Nicoletti. Che per il futuro non si sbilancia: “Vediamo come andrà, tireremo le nostre conclusioni alla fine di tutto”.

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