Xavier Chevrier ed il sogno (impossibile?) dei Mondiali di Mezza Maratona

06 Marzo 2020

Dislivello o pianura, sterrato o strada, per un campione come Xavier Chevrier non c’è differenza. Il (quasi) trentenne di Nus è stato convocato dal direttore tecnico della Nazionale italiana Antonio La Torre per i Campionati Mondiali di Mezza Maratona, inizialmente in programma a Gdynia, in Polonia, domenica 29 marzo.

Peccato che, nel pomeriggio di oggi, è arrivata la notizia che saranno posticipati al 17 ottobre a causa del coronavirus. “Peccato, era nell’aria anche se speravo non succedesse”, commenta Chevrier a caldo. “Ora diventa tutto più complicato, perché ad ottobre siamo nel pieno della preparazione per i Mondiali di corsa in montagna che saranno a novembre. Non so cosa faremo: a questo punto sarebbe un sogno “ripiegare” sull’Europeo di atletica di Parigi ad agosto e fare la Mezza lì, lasciando spazio ai Mondiali a quelli più preparati. Ad un Europeo si può anche essere più protagonisti, peccato perché sarebbe stata un’esperienza unica. Però appenderò comunque la convocazione in salotto”.

Un oro (nel 2017) ed un bronzo (nel 2019) agli Europei di corsa in montagna più un titolo mondiale under 20 nel 2009, Chevrier ha partecipato già nel 2016 agli Europei di Mezza Maratona ad Amsterdam, dove ha concluso al 38° posto individuale conquistando il bronzo a squadre con Daniele Meucci, Stefano La Rosa, Ruggero Pertile e Daniele D’Onofrio.

“Con il mio allenatore Paolo Germanetto avevo scelto di correre la Mezza Maratona di Verona a metà febbraio perché era valida per i Campionati Italiani”, spiega il fenicottero di Nus, che per l’occasione aveva sfoderato un tempo di 1h03’25” che gli era valso il record personale ed il bronzo italiano. “Il mio obiettivo era Barcellona, ma si correva lo stesso giorno. Puntavo agli Europei di atletica leggera, che si terranno a Parigi ad agosto, ma non mi sarei aspettato una convocazione per i Mondiali. È un grande onore ed un piacere”.

A Verona, Xavier è arrivato ad appena 10” dal campione italiano, Daniele D’Onofrio: “Il fatto di essere lì mi ha tenuto le porte aperte. A Gdynia ci dovrebbe essere anche Neka Crippa: curiosità, io nel 2009 e lui nel 2012 abbiamo vinto i Mondiali Juniores. Segno che la corsa in montagna tanto male non fa”. Il campione dell’Atletica Valli Bergamasche Leffe ha avuto una grande esplosione nella corsa in piano su strada nell’ultimo anno: “Ci hanno insegnato tutto gli ugandesi, che ci bastonano ai Mondiali di corsa in montagna. Ma loro corrono in pianura su sterrato. La corsa in piano è la base di tutto, quello che ti insegnano fin da piccolo, e per essere forte in montagna devi avere una buona base. D’altra parte, in inverno è quasi impossibile allenarsi in montagna”.

Ora la stagione di Chevrier proseguirà con tante incognite, tra nuovi obiettivi ed allenamenti mirati a quelli. Con gli occhi puntati all’Europeo e, chissà, un sogno Mondiale, da capire se in piano o in montagna.

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