Discarica di Pompiod, il gestore sollecita alla Regione il rinnovo dell’autorizzazione
A seguito della richiesta di archiviazione, da parte della Procura di Aosta, del filone d’indagini sull’ipotesi di inquinamento ambientale alla discarica di Pompiod, “abbiamo sollecitato alla Regione Valle d’Aosta la ripresa del procedimento amministrativo di rinnovo dell’autorizzazione della discarica del comune di Aymavilles, in scadenza a settembre 2020”. A parlare è Umberto Cucchetti, legale rappresentante della società di gestione del sito, la “Ulisse 2007”, rammentando di aver “già presentato istanza di rinnovo il 27 febbraio” scorso.
Nel sollecito, inviato all’amministrazione regionale alla fine di luglio, la società “si dichiara disponibile a incrementare ulteriormente le procedure di controllo esistenti, al fine di accrescere la sicurezza dell’impianto”. Secondo Cucchetti, “la discarica per inerti di Pompiod è un presidio di pubblica utilità che tutela l’ambiente” e “genera sicurezza, in quanto consente di conoscere esattamente cosa viene smaltito e con quali sistemi di protezione”. Al contrario, “quando una discarica viene bloccata, questa sicurezza rischia di scomparire, perché i rifiuti possono prendere strade che non sono né note né controllabili”.
Nel corso dell’estate, l’azienda aveva anche presentato opposizione al decreto penale di condanna emesso dal Gip Davide Paladino per abbandono illecito di rifiuti e discarica abusiva, che prevede una sanzione complessiva di oltre 140mila euro a carico dello stesso Cucchetti, di Maria Antonietta Dellisanti (direttore tecnico dell’impianto) e della medesima “Ulisse 2007” (per l’illecito amministrativo derivante dai reati contestati ai rappresentanti della società). Su questo aspetto è attesa la fissazione dell’udienza in cui verrà discussa la questione. Altrettanto pendente è pure il ricorso depositato da “Ulisse 2007” in Corte di Cassazione, sulla confisca della discarica disposta dal Gip emettendo il decreto.
Per la ditta, che lo ha ribadito alla Regione nel sollecito trasmessole, “le accuse relative ai presunti sforamenti dei parametri per i rifiuti inerti” (le indagini di Procura, Corpo forestale e Guardia di finanza si erano chiuse contestando il deposito ad Aymavilles di oltre 3.480 tonnellate di materiale incompatibile con il sito, provenienti anche da Piemonte e Lombardia) “si basano su un fraintendimento della disciplina sulle discariche”. “Tutti i rifiuti conferiti a Pompiod – sottolinea Cucchetti – sono tracciati e noti alle autorità di controllo, pertanto ogni accusa di abusiva o illecita gestione dell’impianto appare totalmente illogica e documentalmente confutata”.
Sulla vicenda, a seguito della richiesta di “Ulisse 2007”, prende posizione il Comitato discarica sicura Pompiod, che raggruppa i cittadini residenti nell’area. Per voce del presidente, Ernesto Pison, diffida “gli organi preposti dal procedere al rinnovo della concessione per la discarica, la cui autorizzazione presenta numerosi dubbi di legittimità da più parti sollevati”. Il Comitato invita, poi, “l’amministrazione regionale e le amministrazioni comunali di Aymavilles e Jovençan a costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale, a tutela e nell’interesse della popolazione”.
Oltre alle investigazioni definite in prima battuta dal decreto penale di condanna, sulla discarica di Aymavilles grava anche un altro procedimento penale, che riguarda l’ex dirigente regionale della struttura attività estrattive, tutela delle acque e gestione rifiuti, Ines Mancuso. L’ipotesi è di abuso d’ufficio, per aver consentito alle società che si sono succedute a Pompiod “un ingiusto vantaggio partrimoniale”.
Attraverso atti autorizzativi “in contrasto con i pareri tecnici formulati da Arpa Valle d’Aosta ed in assenza di un interesse pubblico idoneo a giustificarli”, la dirigente al tempo avrebbe permesso (in ultimo ad “Ulisse 2007”) di “gestire, di fatto, una discarica per rifiuti speciali non pericolosi”, anziché di meri inerti”, percependo “i conseguenti maggiori profitti”. Ipotesi sulla quale la manager pubblica oggi in pensione era stata interrogata in Procura, ad inizio luglio, dai pm titolari dell’inchiesta.