Rogo di Fontainemore, una perizia per stabilire le condizioni climatiche all’epoca
Si è aperta oggi, martedì 7 giugno, con una richiesta di perizia tecnica l’udienza sul rogo divampato lo scorso 30 gennaio in località Foy di Fontainemore e propagatosi a diverse altre località del territorio comunale, fino al completamento delle operazioni di spegnimento, alla fine della prima settimana di febbraio. A richiederla, l’avvocato Federica Gilliavod, che difende l’imputato di incendio colposo, il 28enne Graziano Naro, del paese della bassa Valle. L’accusa è rappresentata dal pm Giovanni Roteglia.
Il Gup ha accolto l’istanza e il procedimento è stato aggiornato al prossimo 6 luglio, per conferire l’incarico al perito Alessandra Gallizioli, dottoressa in scienze forestali. L’obiettivo dell’accertamento è verificare se effettivamente sussistevano al momento dei fatti condizioni di siccità anomale e straordinarie (tanto che, è la tesi difensiva, la Presidenza della Regione aveva decretato il 2 febbraio lo stato di grave pericolosità d’incendio boschivo sull’intero territorio regionale non innevato) e determinare la superficie effettivamente interessata dalle fiamme.
A quanto si è appreso, l’imputato stava effettuando – era una domenica – la consueta pulizia del suo appezzamento di terreno, che doveva concludersi con l’abbruciamento degli sterpi ricavati dal decespugliamento. Un’operazione svolta ogni anno, tenendo anche un estintore a portata di mano, ma il giovane poco dopo ha chiamato i Vigili del fuoco, segnalando di aver perso il controllo del fuoco. Il rogo ha così iniziato il suo cammino in aree prevalentemente incolte, con i Forestali e i Vigili del fuoco che hanno fatto ricorso anche agli elicotteri per domarlo, nonostante varie “riprese” delle fiamme.
Nell’imminenza dei fatti, ai microfoni di Radio Proposta inBlu, la sindaca del Paese, Speranza Girod, aveva risposto alla domanda sulle cause del rogo affermando che l’incendio “non è partito per incuria, anzi. E’ un ragazzo, che non fa neanche l’agricoltore, ma proprio per cercare di mantenere il territorio, anziché passare la domenica con la sua famiglia era lì a cercare di pulire e a tenere appunto lontana l’invasione dell’incolto. Più che di disattenzione, parlerei di un caso fortuito”. Risulta anche che il giovane si fosse trattenuto in loco, per contribuire allo spegnimento.