Aosta, i numeri in maggioranza reggono: il bilancio è approvato
La sintesi è semplice: il Comune di Aosta ha approvato il Bilancio di previsione 2019/21. Fattore non scontato, visto che i numeri in maggioranza cominciano a vacillare, anche per il “fuoco amico” che da diversi consigli la maggioranza sta vivendo al suo interno.
I dati sono noti: il previsionale pareggia a 62,3 milioni di euro. Più interessanti quelli che emergono dall’aula, dal momento che il Bilancio ed il Dup – il Documento unico di programmazione – correlato passano l’esame del Consiglio con 18 voti favorevoli e 10 contrari, ovvero i 9 di minoranza assieme a Vincenzo Caminiti, del Gruppo misto di maggioranza.
All’appello manca un voto, quello dell’altro “dissidente” Pietro Verducci, uscito dall’aula per un impegno poco prima di andare ad approvare il documento contabile.
Minoranza sugli scudi
Com’è normale – e prassi politica – la minoranza non può che votare contro un Bilancio sul quale piovono critiche incrociate.
In primis da Loris Sartore, Misto di minoranza in quota Rete Civica, che non va per il sottile: “Le iniziative scritte sul Dup sono la riproposizione degli scorsi anni, o altre proiettate sul 2020, anno delle elezioni. Il sospetto è confermato: Aosta è una città immobile, si fa ordinaria amministrazione, non c’è una visione e questa maggioranza non ha saputo programmare il futuro”.
Étienne Andrione, Lega, non è da meno: “Vantare come risultato un ‘Piano strategico’ per la città che si vedrà nel 2020, cioè a fine consiliatura, non è il solo buon motivo per votare contro. Questa è l’ennesima lista di promesse la cui realizzazione è sempre per il prossimo anno, è un ‘conato di programmazione’”.
Alcuni esempi arrivano invece da Luca Lotto, M5s: “L’Arco di Augusto, il monumento più bello della nostra città, ha ancora gli spartitraffico degni di una pista di go-kart di una periferia qualunque di una grande città. L’incapacità di questa maggioranza non sorprende: una coalizione grossa, eterogenea, non in grado di parlare e di portare avanti nessun progetto”.
Carola Carpinello, Altra VdA, cerca invece un appiglio più politico: “Avete veramente paura – dice rivolgendosi alla Giunta – che il Bilancio non passi, di non avere più i numeri. Il livello superiore, la Regione, tratta il suo Comune Capoluogo come ‘Cenerentola’. È sempre stato fatto ma una volta c’erano un sacco di soldi e non serviva anche essere efficienti. Il risultato è una città immobile. Vi tengono in pugno, e succederà da qui a fine consiliatura”.
Pioggia di critiche dalla quale non si esime Pietro Verducci, ormai distante anni luce dal governo della città: “La maggioranza, così com’è, è da rivedere. Qualche problema c’è: tempi tecnici e politici biblici e soprattutto quello della condivisione. Qui piatto è sempre già servito, e freddo”.
Lo scudo di maggioranza
Dall’altra parte del tavolo il governo difende, inevitabilmente, il suo operato.
In mattinata ci aveva pensato lo stesso Assessore alle Finanze Carlo Marzi, in un lungo discorso: “ Questo è un previsionale che testimonia qualità e stabilità. Una solidità non scalfita dalla ‘spending review’, che non ha privato la comunità di servizi fondamentali, mantenendoli anzi ad un buon livello qualitativo, una fluidità di pagamenti senza anticipi di Tesoreria, con tutti gli accantonamenti per i fondi di dubbia esigibilità, senza nessun indebitamento da parecchi anni, con una buona contabilità applicata, la realizzazione di importanti economie e risorse aggiuntive al Bilancio”.
Fuori dai “freddi numeri” va invece la Vicesindaca Antonella Marcoz: “Non è vero che la giunta non programma. Il Marché e le manifestazioni lo sono, di anno in anno. Oppure i lavori di piazza Roncas portati a termine, questo significa programmare, o ancora togliere le auto da piazza Giovanni XXIII. Fa bene l’opposizione a far emergere le criticità, ma tante cose funzionano. Lo dimostrano i flussi turistici, questa non è una città del ‘Terzo mondo’ come dite. Non è sporca, non è insicura. Abbiamo ampliato la videosorveglianza, siamo in contatto continuo con le Forze dell’ordine. E dietro c’è una programmazione”.
Il “cappello” di chiusura tocca al Sindaco Fulvio Centoz, al suo ultimo bilancio “pieno” da dodici mesi. E la “tirata” è tutta politica: “Ritengo che abbiamo raggiunto molti obiettivi e incontrato delle difficoltà oggettive in questi anni: tra numeri che non coincidono, un deficit di bilancio conclamato che abbiamo risolto, e gli ultimi due anni in cui abbiamo avuto a che fare con 5 Presidenti di Regione. È facile dire che non abbiamo fatto nulla per l’Area megalitica, o per la Porta Sud, o per la ferrovia quando il tuo interlocutore cambia ogni sei mesi. Sono dati oggettivi”.
Ma non solo: “È finito un mondo da quando noi siamo stati eletti nel 2015 – aggiunge il Primo cittadino -, sono cambiate le regole di Bilancio, ci sono meno risorse e non c’è più una stabilità politica che la Valle d’Aosta ha avuto per trent’anni. E abbiamo fatto molte cose, soprattutto sui conti, straordinarie. E non è vero che non abbiamo fatto niente per i servizi: mantenere gli stessi per gli anziani è stato un lavoro immane. E lo stesso ci apprestiamo a fare con i servizi aggiuntivi sugli asili nido, nonostante le minori risorse e i maggiori vincoli di bilancio”.