Funzioni associate e Segretari, i Comuni valdostani chiedono risposte
Partito che fu l’iter di modifica alla legge 6, che regola l’esercizio associato di funzioni e servizi tar Comuni – che più complessivamente rientrerà in una “legge ponte” per arrivare a definire un Testo unico degli Enti locali – sono diverse le perplessità che escono dall’assemblea del Cpel di oggi, giovedì 10 dicembre.
Il Presidente dei Sindaci Franco Manes spiegava: “Credo che l’esigenza di modificare la legge 6 sia auspicato da tutti noi, lo avevamo già richiesto in diversi atti precedenti ed era tra gli obiettivi strategici per il rinnovo del Consiglio regionale”. Ma soprattutto perché, al di là della complicata questione – che diversi malumori ha creato negli anni – delle associazioni tra servizi di comuni diversi, lambisce anche lo spinoso problema dei Segretari comunali.
Il parere alla delibera regionale è favorevole, da parte del Cpel, con dei distinguo. I lati apprezzati da Sindaci ci sono: “Il Legislatore si è messo a lavoro in tempi stretti per addivenire ad un disegno di legge – spiega Manes -, che è sostanzialmente una ‘legge ponte’ verso una revisione più importante che ci porta ad avere come termine 31 dicembre 2021 per la rivisitazione del Testo unico degli Enti locali. Una richiesta che portavamo avanti da tempo, con questa legge si prende l’impegno formale per un testo unico che metta dei punti fermi”.
Non solo: “La proposta di legge mette ordine soprattutto sulle modalità di nomina dei segretari, apportando alcune modifiche alla legge 6/2014, con la revisione di alcuni criteri per la definizione degli ambiti territoriali ottimali – prosegue il Presidente Manes -. In senso più ampio, entro il 31 gennaio prossimo, i Comuni dovranno provvedere a individuare gli eventuali nuovi ambiti territoriali ottimali e convenzionarsi fra loro”.
I distinguo sono tutti nell’astensione di Stefania Clos, Sindaca di Oyace, ma soprattutto nel voto contrario di Riccardo Bieller, Primo cittadino di Pré-Saint-Didier: “Con modifica – ha spiegato – i quattro comuni dell’Unité di cui facciamo parte possono avere un Segretario per uno, e noi ci troviamo da soli a livello di ambito. Questo succede perché Pré-Saint-Didier non rientra nei Comuni turistici, anche se è l’undicesimo per ricettività. Voto contro questa proposta di legge, sono disgustato da questa ’48’. Tra le presenze turistiche e le Terme come si può dire che non siamo un comune turistico?”.
Questione che verrà rimbalzata di nuovo alla Regione, e Manes ne spiega il motivo: “Questo è un indice legato alla legge 48, che viene utilizzato anche per calcolare i trasferimenti ai comuni. Oggettivamente siamo tutti consapevoli che questa legge ha fatto il suo tempo, e in tante parti grida vendetta. Pré-Saint-Didier fa parte di una Unité di cinque comuni dove, con questa classificazione, sarebbe l’unico a rimanere fuori e l’unico a non avere una funzione unitaria all’interno di un ambito territoriale estremamente omogeneo. È una scemenza, staccarlo dalla Valdigne è illogico”.
Parere favorevole, con un “ma”
Parere favorevole del Cpel, quindi, ma con diverse annotazioni da rispedire dritte in piazza Deffeyes dopo aver raccolto le opinioni di diversi Primi cittadini intervenuti. Tra queste ci sono la possibilità per i Comuni, anche non della stessa Unité , di avere in convenzione le sedi di Segreteria e quella che permetta ad un Comune di convenzionarsi con l’Unité per la Segreteria comunale.
A questo si aggiunge la volontà dei Sindaci di far presente la grande difficoltà dei comuni “testata di valle” ad avere Segretari che vogliano prendersi in carico un ente – spesso lontano, poco servito dai mezzi o isolato -, di immaginare un sistema di agevolazione per fare accettare le nomine, ma anche la richiesta di avviare una tavolo per valutare un albo unico della dirigenza e la possibilità per il BIM (il Bacino imbrifero montano, ndr.) di convenzionarsi per il ruolo di Segretario dirigente, non solo con l’Agenzia dei Segretari ma con l’intero sistema degli Enti locali, oltre a degli incentivi per i Comuni che vogliono rimanere associati ad altri.
Voucher per le tate familiari e costo orario restano invariati. Ma per le “micro” servono risorse
L’assemblea Cpel dà parere favorevole alla delibera regionale sull’erogazione di voucher dedicati alle famiglie con bambini, iscritti e frequentanti i servizi di tata familiare e che, de facto, non modifica il costo ed il perimetro del servizio.
Altra questione, invece, la delibera regionale che eroga i fondi agli Enti gestori delle microcomunità sui propri territori. Mauro Lucianaz, Sindaco di Arvier e Presidente dell’Unité Grand-Paradis lo dice chiaro e tondo: il finanziamento è in linea con quello dello scorso anno, ma nel frattempo lo cose sono cambiate e non di poco.
“Quest’anno abbiamo sostenuto importanti spese aggiuntive per la gestione dell’emergenza e per i posti rimasti inoccupati nelle strutture – spiega Lucianaz -. Ci rendiamo conto che in questo momento c’è un bilancio tecnico e non è possibile ottenere risorse aggiuntive, ma devono essere previste. Per questo proponiamo un parere favorevole ma condizionato. In ragione di contesto di emergenza, e tenuto conto dell’eterogeneità delle strutture, chiediamo ulteriori risorse derivanti dai disavanzi. Le strutture per gli anziani sono impossibilitate ad operare a capienza piena, ed è impossibile l’inserimento di nuovi utenti. Si evidenziano perdite rilevanti, a fronte di maggiori spese per l’adeguamento delle strutture stesse, l’acquisto di dpi, il personale aggiuntivo e la sostituzione di personale in malattia”.
Le visite ai parenti nelle microcomunità nelle festa, manca il protocollo
La decisione è stata presa qualche giorno fa, annuncia dall’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse: durante le festività sarà possibile andare a trovare i propri parenti, ospiti nelle microcomunità, previo tampone rapido negativo.
A mancare però, al momento, è ancora un pezzo. E non un pezzo da poco.
Lucianaz infatti spiega: “Siamo consapevoli, insieme all’Assessorato regionale alla Sanità, che questo periodo di isolamento è stato difficile per tutti. Vogliamo venire incontro alle esigenze delle famiglie di incontrare i propri cari e stiamo, quindi, predisponendo un protocollo adeguato a garantire un accesso in piena sicurezza. Daremo ampia comunicazione appena sarà possibile aderire a questa iniziativa, posso però anticipare che le visite dovranno essere opportunamente programmate con gli enti gestori e saranno accessibili solo ai parenti che si sottoporranno a tampone rapido nelle 48 ore precedenti alla visita. A questo proposito, sono stati già previsti due punti sul territorio, uno al drive-in dell’area della Pepinière di Aosta, l’altro a Donnas, presso il poliambulatorio”.