Palazzo Cogne, con lo sgombero arriva la richiesta di danni per lavori non autorizzati
Presa la decisione – lo sgombero di Palazzo Cogne – la Regione “fa di conto” e quantifica “il recupero dei crediti” nei confronti del Ccs Cogne ed il “risarcimento del danno” di cui si era fatto solamente un cenno in mattinata.
Nella delibera, infatti, la decisione che arriva da piazza Deffeyes trova una spiegazione. Anzitutto nella morosità, già nota, del Circolo (delle quali parlò anche il Presidente Giovinazzo durante la manifestazione in piazza Deffeyes, lo scorso 5 marzo): “nonostante i solleciti – si legge infatti in delibera – il Ccs risulta tutt’oggi inadempiente e debitore nei confronti della Regione delle spese di riscaldamento dovute per le stagioni invernali 2003/2004 – 2007/2008 – 2008/2009 – 2010/2011 – 2011/2012 – 2012/2013 – 2013/2014 – 2014/2015 – 2015/2016 e 2016/2017 per un importo di euro 199.537,16 oltre interessi per un totale dovuto di euro 205.648,98”.
Oltre ai problemi strutturali che la delibera ribadisce (e che una contro-perizia recente del Circolo invece nega) la novità però è un’altra.
La struttura Espropriazioni, valorizzazione del patrimonio e Casa da gioco, infatti, ha comunicato all’Avvocatura regionale che “nel corso di un sopralluogo in data 16 aprile si è constatato che il circolo Ccs Cogne, all’insaputa del proprietario e senza autorizzazione né da parte della Soprintendenza per i beni e le attività culturali – obbligatoria alla luce delle disposizione del Codice dei Beni culturali (d.lgs. 42/2004) – né del Comune, competente al rilascio dei titoli necessari per le trasformazioni edilizie ha occupato senza titolo locali non previsti dal contratto di comodato, demolito pareti divisorie al fine i occupare spazi facenti parte di altre unità immobiliari comunque non previste dal contratto di comodato, nonché effettuato direttamente o per il tramite di terzi interventi che hanno determinato un cambio di destinazione di locali (ad es. centrale termica adibita a sala corsi, realizzazione di servizi igienici non esistenti precedentemente, trasformazione di locali in abitazione)”.
Non solo, prosegue la delibera: “preso atto che gli interventi sono stati realizzati, oltre che in difetto di qualsivoglia titolo, in assenza di progettazione conforme alle normative e ai regolamenti edilizi vigenti, nonché senza il rispetto delle norme in materia di sicurezza, prevenzione incendi e igienico sanitaria” si è quindi deciso di “procedere urgentemente agli adempimenti di competenza necessari alla risoluzione del contratto, allo sgombero dell’immobile, oltre al conseguimento del risarcimento del danno”.