Referendum consultivo, il Comitato: “Spudorate manovre per non dare la parola agli elettori”

25 Novembre 2022

Dopo i malumori di Pcp, anche il Comitato per la riforma elettorale punta il dito contro la decisione della I Commissione consiliare di audire – per il referendum consultivo sulla legge elettorale – il professore de “La Sapienza” Massimo Luciani.

In una nota, il Cre prende atto della scelta fatta ma spiega come il suo giudizio sia “nettamente negativo e per vari motivi”. Anzitutto, si legge, “è una richiesta di consulenza non giustificata, perché l’ammissibilità è già stata dichiarata dalla Presidenza del Consiglio essendo stata espletata correttamente tutta la procedura prevista dalla legge regionale n. 19/2003”.

Ma anche perché “la decisione sulla consulenza esterna è stata presa senza sentire, come prevede la legge regionale, il parere dei delegati del Comitato che ha promosso la raccolta delle firme”. Non solo: “In terzo luogo – prosegue il Cre – le domande rivolte al consulente sono tendenziose: si arriva persino a chiedere di valutare la legittimità della richiesta di referendum ‘anche di fronte alle ingenti spese che ne scaturirebbero’”.

Il motivo, stando al Comitato, è presto detto: “Ci sono molti consiglieri regionali che non vogliono dare la possibilità alla popolazione di esprimere il proprio parere su una materia di grande rilevanza, ed è stupefacente che fra chi si esprime contro l’audizione del Cre e di fatto opera per contrastare l’indizione della consultazione popolare ci sia il consigliere Claudio Restano, presidente della Prima commissione, che pure è il firmatario n. 2654 della richiesta di referendum popolare”.

“E sorprendente è altresì l’atteggiamento del Presidente del Consiglio, Bertin, fino a due anni fa fautore degli strumenti di democrazia diretta e che, ora che ha un potere decisionale, asseconda le operazioni ostili alla consultazione popolare – si legge ancora nella nota –. Chi è contrario alla consultazione popolare lo dica apertamente, visto che è il Consiglio che deve decidere e non si nasconda dietro improbabili pareri romani”.

Con un monito: “Il Comitato per la riforma condurrà fino in fondo la sua battaglia, a breve tutte le maschere cadranno e tutti ci dovranno mettere la loro faccia”.

Per il referendum consultivo verrà audito in Commissione il costituzionalista Massimo Luciani

La prima Commissione “Istituzioni e autonomia”

Il referendum consultivo di iniziativa popolare per l’elezione diretta del presidente della Regione – per il quale erano state raccolte oltre 3.300 firme dal Comitato referendario – è tornato, come chiesto a luglio dalla maggioranza in Consiglio Valle, in Commissione consiliare.

Oggi, in ordine del giorno della prima CommissioneIstituzioni e autonomia“, figuravano infatti le determinazioni sulla richiesta di referendum consultivo presentata lo scorso 24 maggio sulla proposta di legge 58, a firma del gruppo Progetto Civico Progressista, riguardante le norme per l’elezione del Consiglio regionale della Valle d’Aosta.

“La Commissione ha deliberato di audire il costituzionalista Massimo Luciani, professore di istituzioni di diritto pubblico all’Università ‘La Sapienza’, al quale chiediamo un parere scritto sui quesiti già posti a suo tempo alla Commissione per i procedimenti referendari e la disponibilità a illustrarlo in un prossimo incontro con la prima Commissione – ha spiegato il presidente della “prima”, Claudio Restano del Gruppo misto –. Successivamente sarà sentito nuovamente, per una seconda audizione, il Comitato che ha promosso il referendum consultivoche a luglio aveva chiesto di essere sentito in aula.

“Al termine saranno fatte le dovute valutazioni e, se del caso, promossi ulteriori approfondimenti – ha aggiunto Restano –. Riteniamo importante acquisire questo parere ai fini di mettere il Consiglio Valle, cui spetta l’ultima parola, nelle condizioni di assumere una decisione corretta sotto tutti i profili”.

Pcp contrariato dalla decisione

Il gruppo consiliare regionale di PCP esprime il suo netto dissenso rispetto alle decisioni assunte dalla prima Commissione consiliare.

“A luglio il Consiglio non aveva voluto prendere nessuna decisione, ora che i tempi stringono perché entro il 15 gennaio comunque una decisione va presa, si cerca ancora di prendere tempo e soprattutto di raccogliere elementi per poter dire no alla consultazione popolare” evidenzia il gruppo consiliare, ricordando come l’ammissibilità è già stata dichiarata dalla Presidenza del Consiglio.

“Un referendum consultivo è un’ottima occasione di partecipazione democratica e darebbe una chiara indicazione per fare una riforma elettorale che è indispensabile. Ma sono in tanti in Consiglio regionale ad avere timore del voto popolare.”

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