Aps, il bilancio sorride. La carenza di farmacisti, però, preoccupa
Conti alla mano, Aps SpA – l’Azienda di pubblici servizi, partecipata al 100% dal Comune di Aosta –, è in salute.
In quarta Commissione, la “Affari istituzionali”, dell’Amministrazione del Capoluogo è il Presidente della società “in house” Carlo Franco a far di conto: “Il valore di produzione di Aps, nel 2019, è stato di 11 milioni 266mila euro, inferiore alla cifra del 2018, di 11 milioni 445mila, perché all’epoca avevamo incassato 350mila euro dall’Arer per il passaggio di consegne del patrimonio Erp. Con un’opera di contenimento dei costi abbiamo cercato di compensare la riduzione di fatturato con delle economie di scala e semplificazioni. Abbiamo proposto un accantonamento del 5% per l’Azienda, con il 95% a disposizione del socio, il che consegna al Comune di Aosta circa 130mila euro di utile di esercizio”.
Con non poche difficoltà: “Il costo più alto è quello per il personale – prosegue Franco –, e tra gli obiettivi prefissati da Comune c’era il suo contenimento. Nel 2018 avevamo un costo di 4 milioni 2mila euro, sceso a 3 milioni 648mila. Teniamo conto che l’azienda ha assorbito e reintegrato tutti i sette dipendenti Erp e non c’è stato nessun licenziamento, ma abbiamo fatto cessare tutti i contratti interinali, stabilizzato sette figure di farmacisti e cercato di riorganizzare tutta la macchina del personale ridistribuendolo tra i vari servizi”.
La carenza di farmacisti
Franco che ha anche spiegato la situazione delle farmacie comunali, dove i conti sorridono ma nelle quali si evidenziano dei problemi riguardo i farmacisti stessi.
Il Presidente Aps, infatti, spiega: “Sappiamo che c’è una certa criticità nel reperire il personale in sostituzione. Abbiamo avuti dei pensionamenti e quattro farmaciste in maternità. Come si fa a fronteggiare una situazione del genere quando si fatica anche a livello nazionale? Noi abbiamo cercato ovunque, anche nelle regioni limitrofe. L’unica persona trovata è stata cancellata dall’Ordine dei Farmacisti. Noi siamo in regola perché ci è stata comunicata la sua iscrizione, poi l’Ordine ha invece comunicato che non era in regola. Ora c’è un procedimento in corso, abbiamo fatto richiesta all’Ufficio legale del Comune, se ci sarà il procedimento penale ci costituiremo parte civile, altrimenti partirà una querela in quanto parte offesa”.
La soluzione momentanea c’è: “Viste le difficoltà a trovare farmacisti – spiega ancora Franco – abbiamo preso temporaneamente dei magazzinieri solo per dare aiuto al farmacista, che non così deve sistemare le scorte vedendo alleviato l’aggravio di lavoro. Abbiamo fatto partire un bando per l’assunzione di tre magazzinieri perché con la carenza di farmacisti preferiamo avere almeno un magazziniere per ogni farmacia”.
Questione cui si lega la chiusura della farmacia n.2 di corso Ivrea. “È stato deciso perché in estate ha un incasso inferiore rispetto a tutte le altre” ha proseguito Franco, che ha risposto anche alle accuse della Uil: “I farmacisti non sono in ferie ma sono andati in turnazione per alleviare la carenza di personale nelle altre farmacie”.
Intanto, per tempo si è già mosso l’Ordine dei farmacisti stesso, che tramite il loro legale, l’avvocato Corrado Bellora, spiega: “L’Ordine dei farmacisti, dopo avere effettuato i necessari controlli circa la legittimità dei titoli abilitativi presentati da un soggetto che ha chiesto l’iscrizione e avere riscontrato che detti titoli non erano sussistenti, non si è limitato a cancellarne l’iscrizione, ma ha anche immediatamente conferito mandato all’avvocato sottoscritto di sporgere querela per i delitti di abusivo esercizio della professione, falso e truffa aggravata. La querela è stata depositata in data 13 luglio 2020, e l’Ordine dei farmacisti mi ha già conferito mandato per costituirmi parte civile nel procedimento penale che avrà origine dalla suddetta notizia di reato”.
Ordine che, quindi “ha provveduto tempestivamente a tutelare l’immagine propria e dei suoi iscritti – prosegue Bellora -, investendo tempestivamente la magistratura penale dell’incresciosa vicenda, nella quale esso riveste la posizione di parte lesa”.
A bilancio, le farmacie comunali hanno portato nelle casse di Aps ricavi per 7 milioni 667mila euro, rispetto ai 7 milioni 487mila del 2018.
Parcheggi in lieve calo, in perdita affissioni e ztl
A scendere lievemente, nel 2019, sono stati gli incassi per i parcheggi, passati dai 2 milioni 377mila euro del 2018 ai 2 milioni 376mila del 2019. A raddoppiare le sue entrate – destinate ad aumentare quest’anno, con la chiusura fino a settembre del “Carrel” – è stato invece il “Parking de la Ville” in via Primo Maggio.
Per le Pubblicità/affissioni/servizi strumentali il fatturato è incrementato, ma sono cresciuti i costi che ammontano a circa 30mila euro l’anno. In perdita anche le ztl, per quasi 56mila euro.
Situazione invece stabile per quel che riguarda il Tempio crematorio, con le cremazioni in costante aumento sulle tumulazioni, che hanno portato circa 40mila euro di ricavi in più nelle casse di Aps.
Gli impianti sportivi in mano ad Aps?
Il Sindaco Fulvio Centoz, via Facebook, aveva lanciato l’amo: “Gli impianti sportivi, secondo me, dovrebbero essere gestiti da Aps – scriveva –, che potrebbe occuparsene sia per quanto attiene la gestione, sia per quanto attiene la manutenzione”, elencando i vantaggi che questa decisione comporterebbe.
Idea che fa storcere il naso ai commissari di minoranza, a partire da Carola Carpinello (Adu): “La gestione degli impianti sportivi è stata un disastro, non si prendono le decisioni in segrete stanze e immagino che questo sarà discussione da campagna elettorale. Sono stati toccati dei punti sui quali una consiliatura oltre gli sgoccioli non può decidere”.
Questione spinosa sotto i riflettori anche di una relazione prodotta dallo Studio di avvocati Gandino Paire e dalla 5 Sport Consulting srl nella quale – riferendosi nello specifico ai campi di tennis di via Mazzini, con l’avviso pubblico per i privati andato ripetutamente deserto – si legge: “Si reputa necessaria una riflessione sul futuro del plesso sportivo in questione che possa condurre anche ad un radicale ripensamento della progettualità di destinazione, veicolando la gran parte dell’attuale utenza verso impianti dove si praticano analoghe discipline. In alternativa l’amministrazione dovrà farsi carico di un intervento di ristrutturazione e riqualificazione con risorse proprie, per poi mettere in gara l’affidamento in gestione, assumendo così certamente l’onere della progettazione e della costruzione ed i rischi connessi e conseguenti anche alla effettiva possibilità di individuare un gestore interessato. Andrebbe in tal senso meglio approfondita la capacità di assorbimento della domanda con il fine di individuare possibili proposte sportive differenziali meglio orientate a cogliere altre opportunità di servizi sportivi erogabili all’utenza”.
Le scintille con la Uil
In un incontro/scontro telematico – vista la riunione virtuale della Commissione –, il faccia a faccia tra il presidente Franco e la Uil, rappresentata dalla Segretaria regionale Ramira Bizzotto e dal Segretario UilTucs Raffaele Statti, si chiuderà in un incontro tra le parti (e con le altre sigle sociali) proposto da Centoz.
Il sindacato, in una nota dello scorso 6 luglio, parlava di “gestione oligarchica” di Aps, puntando il dito sulla mancanza di trasparenza e informazioni da parte della società “in house”, liquidate da Franco come “rivendicazioni pretestuose”. Prima che la pentola bollisse, il Sindaco ha tentato, appunto, la via della mediazione.