Non solo Covid, l'”affaire” Palaindoor preoccupa il Coni
Se lo sport professionistico arranca, e cerca di tenere in piedi il più possibile la sua attività, quello legato al mondo del volontariato non è stato indenne all’onda di piena della pandemia. Anzi.
Dopo le prime audizioni messe in piedi dalla Commissione speciale Covid-19 del Comune di Aosta, è stato proprio lo sport valdostano a spiegare – nel pomeriggio di ieri, lunedì 18 gennaio – ciò che sta vivendo.
Una situazione che gira intorno – anche, ma non solamente – lo “scoglio” del Palaindoor in regione Tsambarlet, “acciuffato per i capelli” dal Comune (la concessione, non più rinnovabile, scadeva il 31 dicembre), che ne ha differito la (ri)presa in carico al 31 marzo.
Nel mentre – anche perché manca il certificato di prevenzione incendi e la struttura necessita di diversi interventi di adeguamento -, le federazioni sportive cercano, non senza difficoltà, una nuova casa.
“La pandemia ci ha colpiti duramente – ha spiegato in Commissione Riccardo Bobrey, Vicepresidente Coni Valle d’Aosta -. Noi abbiamo più di 2000 volontari e 45 federazioni che rappresentano tutte le specialità. Con il Comune abbiamo un rapporto forte legato al PalaIndoor, sul quale ci sono difficoltà riguardo la sicurezza segnalate da tempo, ma che ad oggi non si sono risolte. C’è una delibera che sancisce l’uscita del Coni dalla struttura, un grande problema per le attività dei giovani, delle federazioni e dei volontari, anche di quelli che per il Comune gestiscono molte palestre e che crea un risparmio per le finanze pubbliche e che altrimenti dovrebbero essere gestire con risorse proprie”.
Borbey non si nasconde, al “fermo” imposto dall’emergenza si è aggiunta la notizia sul Palindoor. Che ha picchiato duro: “Il nostro ruolo è importante – ha proseguito il numero 2 del Coni valdostano -, ma sentiamo la necessità di sburocratizzare. Il nostro è un mondo di volontari, o meglio di responsabili, e abbiamo bisogno di risposte che oggi hanno tempi lunghi. Chiediamo alla Commissione di supportarci per il Palaindoor, è un fiore all’occhiello dello sport valdostano che a marzo dovremo lasciare per problemi che da tempo evidenziavamo”.
Poi la richiesta, anche per il domani: “C’è bisogno di cercare, insieme a voi, di uscire da questo ‘impasse’ non da poco – chiude Borbey – e che crea problemi organizzativi e finanziari, con la pandemia a fare il resto. Il Coni si è strutturato ma al Palaindoor insistono circa 80mila passaggi di persone l’anno”.
La voce del volontariato
Una panoramica dell’attività durante la pandemia alla Commissione è stata fornita anche da Claudio Latino, Presidente del Centro di servizi per il volontariato: “Il Csv – ha spiegato – Si è adoperato per creare rete nella realtà valdostana, abbiamo aderito subito assieme al Forum del Terzo settore, la Fondazione Comunitaria e la Caritas ad una raccolta fondi che rispondeva ad un bisogno emergenziale. Allo stesso tempo abbiamo attivato una serie di bandi per le associazioni, per dare risposte nel breve periodo ma con finalità a medio termine. Questione importante perché l’emergenza rimane grande, con protagonisti spesso diversi”.
Latino – che ha portato ad esempio due attività dalla buona riuscita come la “Cancelleria sospesa” ed il “Giocattolo sospeso” – ha poi concluso: “Siamo contenti si sia riscoperto il valore di una comunità solidale, ma c’è una difficoltà sempre più estesa e ramificata. Questa pandemia ci ha insegnato che si creano nuove fragilità vicino a quelle storiche. Siamo riusciti a raggiungere una parte di queste persone e dato un segnale di forte condivisione. Chiediamo all’Amministrazione di prestare sempre più attenzione alle richieste che emergono e che emergeranno, perché gli effetti di questa pandemia li dovremo gestire e accompagnare nei prossimi mesi. Il mondo del volontariato ed il Csv, però, ci sono e ci saranno”.