Un Marché Vert Noël tutto da decidere. Prende quota l’ipotesi di uno slittamento

23 Ottobre 2020

Per il Marché Vert Noël di Aosta tutto resta ancora da decidere. Ad inizio ottobre la scelta sembrava cosa fatta: la manifestazione ci sarebbe stata sebbene con diverse misure di scurezza a cambiarne un po’ forma, ma non sostanza: dal numero minore di chalet – scesi da 45 a 28 per permettere il distanziamento interpersonale –, ad una durata inferiore rispetto ai 45 giorni classici. Il tutto con ingressi contingentati.

Ieri mattina – 22 ottobre – il Sindaco del Capoluogo Nuti, la Vice Borre e l’assessora alle Attività produttive Sapinet, assieme ai tecnici comunali, hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria e una delegazione degli operatori commerciali. Sul tavolo proprio la vexata quaestio: che ne sarà del Marché Vert Noël 2020?

Riguardo l’incontro, l’Amministrazione in una nota precisa che “al momento, nessuna decisione è stata ancora presa in merito alla conferma o alla modifica ovvero all’eventuale annullamento della manifestazione”, ma anche che “nessuna delle tre ipotesi viene attualmente privilegiata, stante la situazione di incertezza legata a possibili provvedimenti di urgenza che potrebbero limitare l’effettuazione del mercatino di Natale”.

Sentiti gli attori economici, “prima di prendere una decisione definitiva – scrivono ancora da piazza Chanoux – sarà necessario capire gli intendimenti delle autorità preposte alla sicurezza e all’incolumità pubbliche, vale a dire Prefettura, Questura e Protezione civile”, e tra le ipotesi in campo c’è anche quella di ritardare l’apertura del Marché facendolo cominciare a ridosso dell’8 dicembre, giorno festivo dell’Immacolata Concezione, e non il 28 novembre.

“Valutiamo di giorno in giorno- spiega l’Assessora alle Attività produttive Alina Sapinet –, non abbiamo tanto tempo a disposizione ma dobbiamo capire come fare. L’incontro di ieri è stato voluto per coinvolgere sia le associazioni sia gli espositori. Non abbiamo ancora deciso nulla e valutiamo tutto. Nel caso si possa fare il Marché, la location è già perfetta per contingentare e la logistica rispetta tutte le restrizioni previste che al momento non permettono di fare entrare più di cento persone l’ora. L’apertura posticipata è l’ipotesi più concreta, altrimenti non saremmo più in tempo per aprire entro la data prevista del 28 novembre, e quello seguente è un weekend molto importante per la stagione”.

La questione – mentre cominciano ad essere annullate le prime manifestazioni, “Art & Ciocc” su tutte – è però anche economica: un’eventuale chiusura delle Regioni renderebbe l’investimento del Comune sul Marché, da 200mila euro, poco sostenibile per una platea di visitatori quasi esclusivamente locali.

La preoccupazione degli operatori

Il clima di insicurezza, e non potrebbe essere altrimenti, avvolge anche gli operatori turistici. Tante le questioni in ballo sospese: dagli aspetti sanitari – mutevole, ed in continua evoluzione –, a quelli economici fino ad un fattore non di poco conto: se la stagione invernale partisse a pieno regime si dovrebbe cominciare ad assumere ora gli stagionali.

“La situazione contingente impone ad ognuno di noi l’assunzione della massima responsabilità per tutelare la sicurezza sanitaria della nostra comunità, che viene ben prima di qualsiasi interesse economico di parte – spiega l’albergatore di Aosta Alessandro Cavaliere –. Si tratta però, in questo preciso momento, di prendere una decisione che tenga in considerazione lo stato attuale delle cose e quindi mi chiedo se oggi immaginiamo che sarà possibile, durante il mese di dicembre, l’attività del commercio e dei pubblici esercizi nella città di Aosta, quale differenza costituirebbe, per la sicurezza che dobbiamo garantire, il dislocamento di 10 chalet in piazza Roncas, 10 al teatro romano e 10 all’Arco d’Augusto? Non sarebbe questo commercio esattamente equiparabile a quello degli altri esercizi commerciali, con la maggiore garanzia di essere all’aria aperta?”.

“Il peso economico, sull’industria turistica cittadina e sull’intero indotto, di mercatini che durano 40 giorni è di gran lunga superiore a quello di 2 giorni di Fiera di Sant’Orso, con una distribuzione dei flussi turistici, nel corso dei 40 giorni in questione, del tutto gestibile in una situazione come quella odierna – prosegue Cavaliere –. Inoltre, le prenotazioni di piccoli gruppi che stanno, nonostante tutto, miracolosamente ancora arrivando da parte delle agenzie di viaggio, potrebbero essere gestite in coordinamento centralizzato con l’Office Régional du Tourisme, in modo da mantenere sempre monitorati i flussi organizzati in arrivo”.

La questione è di sostanza: “Dobbiamo chiederci se siamo ancora disposti a dichiarare aperta ai turisti la Valle d’Aosta oppure no – chiude l’albergatore –. Se riteniamo di non essere pronti ad accogliere flussi limitati, costanti e controllabili come quelli dei visitatori dei mercatini di Natale allora stiamo dichiarando di non essere pronti ad accogliere nemmeno i turisti per il resto della stagione invernale. Chi ha potere decisionale in merito ce lo dica subito così da permettere, a noi imprenditori, di compiere le scelte necessarie ad evitare danni irreparabili alle nostre aziende”.

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