Pubblicità di alcolici davanti al Ser.D, Aosta vuole modificare il regolamento sulle affissioni

28 Febbraio 2024

Controllare il contenuto delle affissioni pubbliche non si può. Si possono però individuare dei “luoghi sensibili” – come fatto per il gioco d’azzardo a fine 2016, passando poi per il Celva ed il Piano contro l’azzardopatia della Regione – per evitare l’affissione di pubblicità “fuori luogo” in determinate zone?

Il Comune di Aosta crede di sì, o almeno questo è il tentativo che verrà messo in campo dall’Amministrazione cittadina.

Galeotta fu una campagna pubblicitaria su un superalcolico che, quest’estate, è stata affissa – tra gli altri – in diverse vie e strade del capoluogo. Tra le quali, anche in via Guido Rey. Proprio davanti alla sede dell’Azienda Usl, degli ambulatori e, soprattutto, davanti al Servizio per le dipendenze. Ovvero, il Ser.D.

Questione arrivata fino in Consiglio comunale, a settembre 2023, con una mozione di Cristina Dattola, eletta in quota La Renaissance, e oggi affrontata nella terza Commissione Servizi alla persona”.

In audizione, in aula, il dottor Gerardo Di Carlo, responsabile del Servizio per le dipendenze, ha spiegato: “È stata fatta esplicita pubblicità ad alcolici di fronte alla sede Asl che ospita il Ser.D – ha detto –. Lì accogliamo anche pazienti con disturbi da uso di sostanze e di alcool, che vengono da noi anche per essere trattati, e a volte proprio l’alcool”.

Ma non solo: “Un altro motivo di preoccupazione stava nel fatto che la campagna era indirizzata ai giovani, un modo per rendere ‘palatabili’ delle tipologie di alcolici abbastanza tradizionali in Valle d’Aosta – prosegue Di Carlo –. Ci occupiamo in maniera massiccia dei giovani, nelle scuole, facendo prevenzione per evitarne un uso sempre più massiccio anche da parte di minori, come dimostra il fenomeno del binge drinking. Vedere quel manifesto di fronte all’Asl ha avuto un impatto negativo su di me e su tutti i dipendenti del Ser.D. Ho chiesto all’Ufficio stampa dell’Asl che si muovesse per la rimozione del cartellone, posto davanti ad un luogo sicuramente sensibile. Lì vengono persone, anche negli ambulatori, con bisogni di salute. Ma di fronte al Ser.D, nello specifico, mi è sembrato davvero improprio”.

Ma non è questione della sola via Rey: “Ho visto la stessa identica affissione di fronte alle scuole – ha aggiunto il medico –. Lungi da me contrappormi alla giusta ricerca di pubblicizzazione da parte delle aziende, che è lecita, ma ci sono luoghi che vale la pena di preservare. Luoghi in cui si raduna una fascia di popolazione a rischio potenziale come i giovani o a rischio effettivo come gli utenti del Ser.D. Ci sono luoghi in cui va evitata la pubblicizzazione di sostanze alcoliche. Più vengono pubblicizzate, anche in modalità cool, più si concorre ad incentivare l’utilizzo”.

Obiettivo: un regolamento condiviso con Aps

Gerardo Di Carlo responsabile del Ser.D

L’obiettivo, come detto, è rivedere il regolamento indicando i “luoghi sensibili”. “Dal punto di vista normativo siamo carenti – ha risposto l’assessora alle Politiche sociali Clotilde Forcellati –. Mi impegno a coinvolgere il cda di Aps chiedendo un’audizione in Commissione. Il regolamento sulle affissioni non è comunale, è di Aps. Quindi sono loro, immagino, che devono cambiarlo su stimolo della Commissione, essendo loro una società in house. Un lavoro che serve per fare un primo passo”.

“Nessuno vuole fare del proibizionismo perché non funziona, ma non possiamo neanche promuovere il consumo – ha detto ancora Forcellati –. Ognuno deve fare il proprio ‘pezzettino’ e noi possiamo farlo. Chiederemmo al Ser.D di individuare i luoghi sensibili per dare una scientificità alle nostre richieste”.

Una richiesta unanime

In aula, la volontà è condivisa da tutta la Commissione. Cristina Dattola – che ha sollevato la questione nell’Assemblea cittadina–, ha spiegato: “Quando ho portato in Consiglio la campagna pubblicitaria anti-vaccino affissa ovunque mi è stato detto che non si può censurare un contenuto. È vero, ma si possono scegliere luoghi dove affiggere i manifesti. La pubblicità dell’alcool, che sia diretta o occulta, i farà sempre. Ma, con l’aiuto di Aps, possiamo decidere dove affiggere determinati contenuti”.

“Prendiamo atto di questa situazione – ha detto il capogruppo Pcp Paolo Tripodi –. Esiste una dimensione basata su logiche di mercato che non riusciremo mai a contrastare. Ma dovremo tentare di passare ad una situazione più concreta. No al proibizionismo ma sì alla prevenzione. Strutture sanitarie e Comune devono unire le forze per prevenire questo fenomeno. Ci assumeremo l’impegno di proseguire su questa strada. Abbiamo bisogno di strumenti perché si possa, grazie ad Aps, creare un sistema di protezione perché non si verifichino più queste situazioni.”.

In linea anche Luciano Bocazzi – consigliere Pcp in quota Area democratica –, che si pone una domanda: “Sicuramente l’affissione in certi luoghi è davvero fuori luogo. Ma la questione va un po’ oltre: per gli alcolici e l’azzardo, accendendo la tv, si vedono pubblicità continue. Ad ogni modo, non possiamo continuare a vedere questi cartelloni dove queste dipendenze vengono curate”.

“Cogliamo l’invito dell’assessora – ha detto invece Franco Proment (Uv) –, ovvero accogliere i vertici Aps per capire se si possa redigere un regolamento che non intralci le norme, per capire come muoverci in futuro, lasciando ovviamente libere le aziende di reclamizzare i propri prodotti”.

“Ho voluto credere che l’affissione davanti alla sede Asl fosse un’applicazione senza alcuna malizia – ha chiuso Di Carlo –. È talmente macroscopico che non si possa affiggere una pubblicità del genere che, altrimenti, sembrerebbe una provocazione. Io voglio credere si sia trattato di una svista, e ben venga questa riflessione”.

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