Il Comune di Aosta non può impedire l’affissione dei manifesti “no vax”

A spiegarlo, in Consiglio comunale, la vicesindaca Borre in replica ad una mozione de La Renaissance che chiedeva di verificare preventivamente il contenuto dei messaggi pubblicitari affissi in città, in riferimento ai manifesti contro la vaccinazione Covid. Per il Comune, negare l'autorizzazione limiterebbe la libertà di espressione sancita dalla Costituzione.
Manifesti campagna no vax
Politica

Né il Comune di Aosta né la sua società in house Aps spa possono impedire la pubblicazione dei manifesti con contenuti “no vax” che hanno fatto capolino in alcune zone della città a dicembre e che sono stati – a stretto giro – condannati dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della Valle d’Aosta.

In Consiglio comunale, questa mattina, in una mozione de La Renaissance presentata da Cristina Dattola si spiegava: “L’articolo 21 della Costituzione ci dice che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Ma prima di tutto c’è il buonsenso, la necessità di comportarsi con saggezza ed il senso della misura. Sappiamo bene quanto le bufale e la disinformazione siano pericolose, e come pubblica amministrazione non dobbiamo salire su ‘giostreche presentano gli unicidati veri’”.

Ma, diceva la consigliera, “Mi chiedo come sia possibile sia stata autorizzata, attraverso Aps, una campagna pubblicitaria chiaramente no vax’ e che chiunque, pagando, possa inondare la città di manifesti con ogni tipo di contenuto, citando fonti di parte. Questo crea un precedente. Servono più controlli”.

Controlli – citando le censure avvenute su campagne simili viste a Pavia, o segnalazioni fatte a Trento – dettagliati nell’impegnativa della mozione che chiedeva di “verificare preventivamente il contenuto dei messaggi pubblicitari che vengono affissi nella nostra città per valutare l’opportunità di simili affissioni” e di “nominare un soggetto incaricato responsabile, col compito di vigilare sul contenuto delle stesse verificandone i dati pubblicati, e solo successivamente di autorizzarne l’affissione”.

Impegnativa inapplicabile, come spiega la vicesindaca Josette Borre: “I pannelli utilizzati non sono stati quelli istituzionali ma quelli messi a servizio del pubblico. Appena ho visto le affissioni ho fatto anch’io le verifiche del caso con le autorità. Ma non ci sono elementi che possano portare questa amministrazione a negare l’autorizzazione alla pubblicazione di questi manifesti. Non ci sono forme che consentano un blocco preventivo di questi contenuti, dai quali prendo le distanze. Una verifica preventiva rischia di essere discrezionale, e questo mette a rischio la libertà di pensiero e di espressione”.

Risposta che lascia l’amaro in bocca alla consigliera Dattola: “Mi viene un po’ la pelle d’oca. La mia paura è che chiunque possa alzarsi al mattino e decidere di comprare uno spazio pubblico perché ritiene di avere qualcosa da dire alla comunità, spazi che vengono concessi senza controllo”.

9 risposte

  1. Si può vietare di pubblicare testi che invitano a compere reati previsti dalla legge,
    si può vietare l’apologia di fascismo perché lo vieta la Costituzione,
    si può vietare il negazionismo della Shoà perché (vado a memoria) esiste una legge che lo prevede espressamente,
    al di fuori di questo ristretto elenco non mi sembra siamo possibili divieti alla libertà di espressione.
    E’ folle e preoccupante immaginare che qualcuno possa decidere cosa va pubblicato sulla base di opinioni legittime proprio perché opinabili.
    Se un’idea è andata prevalente sui mass media per 3 anni non significa che sia l’unica idea possibile ed è molto pericoloso che chi professa idee diverse venga criminalizzato.

    Quanto siamo finiti lontano dalla frase: “non sono d’accordo con te, ma sono pronto a dare la vita perché tu ti possa esprimere” ?

  2. Sconvolgente di come una “consigliera” qualunque possa ergersi a giudice ed invocare provvedimenti censori nei confronti di messaggi che null’altro fanno , se non invitare la popolazione alla riflessione. Da che parte sta la “violenza”?

  3. alla censura del regime non piace che qualcuno si esprima liberamente, che si vergogni “consigliera” certamente plurisierata e anche voi redazione ancora con questi NO VAX
    Ma basta, non vi arrivano le notizie? siete ancora convinti di ciàò che avete pubblicato negli ultimi anni? aprire gli occhi no vero?
    Non mi esprimo oltre perchè potrei diventare offensivo

  4. La Psicopolizia è amareggiata per non aver potuto censurare… Ma sono certo che inventeranno qualche meccanismo per impedire ogni deviazione

  5. A me viene la pelle d’oca a sentire una consigliera alla quale pare strano che un cittadino possa esprimere liberamente il proprio pensiero se lo ritiene opportuno.

  6. “Campagna No vax? ” Trovo assurdo che non si possa esprimere un opinione diversa. Molto comodo! così non esiste più il pensiero critico che porta al rafforzamento di una civiltà e dei suoi valori. Il cervello non viene più usato e oramai c’è solo appiattimento, livellamento attraverso il ripetere di frasi fatte a memoria come slogan. Semplifichiamo tutto per etichettare e catalogare perdendo così ogni cosa. Non si può più tornare indietro.

    1. Risposta che lascia l’amaro in bocca alla consigliera Dattola: “Mi viene un po’ la pelle d’oca. La mia paura è che chiunque possa alzarsi al mattino e decidere di comprare uno spazio pubblico perché ritiene di avere qualcosa da dire alla comunità, spazi che vengono concessi senza controllo”. INQUIETANTE LEGGERE QUESTE PAROLE

  7. la costituzione negli ultimi 3 anni e’ stata calpestata talmente spesso che fa strano che qualcuno si ricordi che esista

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