Corruzione sotto il Cervino, il pm chiede 7 anni e 4 mesi di carcere per Chiavazza
Quasi quattro ore. Tante il pm Luca Ceccanti ne ha dedicate a ripercorrere, nella requisitoria conclusa oggi, giovedì 27 maggio, tutti gli episodi contestati nell’ambito dell’inchiesta “Do Ut Des”, su un giro di corruzione con la Valtournenche come “epicentro”. In conclusione, il rappresentante dell’accusa ha avanzato al Gup Davide Paladino le sue richieste di condanna, per i quindici imputati che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Il totale delle pene invocate supera i vent’anni di reclusione.
Tra i reati contestati nel procedimento, a vario titolo, vi sono la concussione, la corruzione, l’abuso d’ufficio, la turbativa d’asta, il falso ideologico, l’abuso edilizio e i reati tributari. Sui fatti avevano indagato i Carabinieri della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent. La richiesta più elevata, vale a dire 7 anni e 4 mesi di carcere, riguarda colui che gli inquirenti considerano il “fulcro” del sistema di “addomesticamento” di gare ed incarichi affiorato dalle investigazioni, l’ex capo ufficio tecnico del Comune di Valtournenche Fabio Chiavazza (51 anni, Challand-Saint-Victor).
Le altre richieste
Subito dopo viene l’ingegnere Corrado Trasino (57, Aosta), per il quale il pm ha chiesto 2 anni e 300 euro di multa. Per l’ingegnere Giuseppe Zinghinì (44, Aosta) e la dipendente comunale a Valtournenche Cristina Camaschella (56, Antey-Saint-André) sono, invece, stati invocati 1 anno e 6 mesi e 300 euro di multa ciascuno. Per i liberi professionisti Andrea Benincasa di Caravacio (54, Torino) e Stefano Rossi (57, Piacenza), l’ingegnere Adriano Passalenti (46, Saint-Nicolas), l’impresario Nicolò Bertini (35, Alagna Valsesia), l’artigiano Stefano Trussardi (46, Aosta) e l’architetto Ezio Alliod (60, Verrès), 1 anno e 4 mesi e 200 euro ognuno.
Nei confronti di Federico Maquignaz (54, Valtournenche), ex presidente della “Cervino SpA”, è stato chiesto un anno di carcere. La pena di 4 mesi di arresto, unita a 30mila euro di ammenda, è stata invece sollecitata dal pubblico ministero al Gup per l’architetto Marco Zavattaro (51, Quart), l’amministratore unico della “Ivies” Enrico Giovanni Vigna (67, Quincinetto), l’amministratore unico della “Edilvi Costruzioni” Ivan Voyat (55, Aosta) e l’amministratore della “Chenevier” Spa Luca Frutaz (47, Aosta).
Le indagini
L’inchiesta, relativa al periodo 2014-2017, aveva scosso l’opinione pubblica nel novembre 2018, quando erano state eseguite dall’Arma alcune misure cautelari chieste dalla Procura e numerose perquisizioni. Tra gli arrestati, il funzionario Chiavazza, rimasto in carcere per circa 6 mesi. Oltre ad alcune gare dell’amministrazione comunale ai piedi del Cervino, sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori – anche grazie a intercettazioni telefoniche ed ambientali – erano finiti la ristrutturazione del bar “Rocce Nere”, sulle piste di Cervinia (figlia, per la Procura, di un “patto indebito” tra Chiavazza e Maquignaz), e varie procedure di appalto in ambito Anas. Il fascicolo dell’inchiesta ha raggiunto 12mila pagine, componendo un totale di 19 capi d’imputazione.
Le parti civili
Quali parti civili nel procedimento si sono costituite il Comune di Valtournenche, l’Anas e l’imprenditore Enrico Goglio, che con alcune sue dichiarazioni (sul “taglieggiamento” che Chiavazza avrebbe operato nei suoi confronti, dopo che si era rifiutato di versargli una “seconda richiesta concussiva” da 20mila euro) aveva dato il via all’inchiesta. Nell’inchiesta era stata sentita anche la segretaria comunale Cristina Machet, che “più volte – raccontano le carte – rimanendo sostanzialmente inascoltata, ha manifestato perplessità circa le scelte operate da Fabio Chiavazza”.
Gli imputati verso il dibattimento
Oltre a quelli che hanno chiesto il rito abbreviato, il procedimento vede altri tre imputati. Si tratta dei tre soci dell’impresa di Challand-Saint-Victor “Edilvu”: Loreno Vuillermin (69), Ivan Vuillermin (45) e Renza Dondeynaz (65). A loro favore, secondo l’accusa, Chiavazza si sarebbe maggiormente “adoperato” per l’assegnazione di lavori, venendo ricompensato con oltre 50mila euro. Non hanno chiesto riti alternativi, quindi il giudice dovrà decidere sul loro rinvio a giudizio, con dibattimento ordinario. La prossima udienza è in calendario per il 3 giugno, la sentenza è attesa per il 28 giugno.