‘ndrangheta, archiviata l’inchiesta Egomnia sulle regionali 2018. Le reazioni
Chiusa nel marzo 2021, l’inchiesta Egomnia della Dda di Torino, sul condizionamento delle elezioni regionali 2018 da parte della ‘ndrangheta, è stata archiviata. Il Gip del Tribunale ha già accolto l’istanza di archiviazione avanzata dalla procura distrettuale (il fascicolo era affidato al pm Valerio Longi). La decisione non è ancora stata notificata agli otto indagati che, oltre un anno fa, avevano ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Cadono così tutte le ipotesi di reato formulate nei confronti dei politici Luca Bianchi, Stefano Borrello, Antonio Fosson, Renzo Testolin (l’unico attualmente ancora in Consiglio Valle e in procinto di tornare in Giunta) e Laurent Viérin. A tutti veniva contestato lo scambio elettorale politico-mafioso. Il medesimo addebito era stato ipotizzato nei confronti di Roberto Alex Di Donato, Alesssandro Giachino e Antonio Raso, tutti e tre condannati nei primi due gradi di giudizio del processo “Geenna”, sull’esistenza di una “locale” di ‘ndrangheta in Valle, del quale “Egomnia” era una “costola”.
Le reazioni
Antonio Fosson: “È emersa la verità”
A Egomnia archiviata, Antonio Fosson, all’epoca presidente della Regione, e dimessosi a causa dell’inchiesta, spiega: “È emersa la verità, ci ho sempre creduto e ho sempre creduto nella giustizia che finalmente ha trionfato. Sono stati tre anni di grande sofferenza, per fortuna ho avuto una grande aiuto dalla mia famiglia, dai miei avvocati. Sono stati tre anni durissimi”.
Laurent Viérin: “Sancita la mia assoluta estraneità”
“Esprimo grande soddisfazione per questa archiviazione, chiesta peraltro dagli stessi magistrati, che pone fine ad una vicenda durata più di tre anni, e che dimostra in modo definitivo, oggi, la mia totale estraneità – da sempre ribadita – a questi fatti, come quella dei miei colleghi, a cui va il mio pensiero – dice invece Laurent Viérin -. Un’archiviazione definitiva, inoltre, che sancisce la mia assoluta estraneità, anche, da mondi lontani anni luce dai miei valori, dalle mie idee e dai princìpi, che hanno sempre contraddistinto la mia azione politica e amministrativa, sin dagli anni alla guida della Jeunesse Valdôtaine, e che ho portato avanti, poi, in 20 anni di esperienza amministrativa nel mio comune, prima, e ai massimi livelli regionali”.
“Anni di lavoro nei vari settori dell’amministrazione, dall’Assessorato all’Istruzione e Cultura a quello all’Agricoltura, dalla Sanità al Turismo fino alla Presidenza della Regione – aggiunge -, nei quali mi sono speso con dedizione, lavoro, passione, entusiasmo e nel profondo rispetto delle regole e delle Istituzioni, senza falle od ombre e sempre nel segno della legalità. Questi episodi e le contestazioni che oggi decadono completamente – che ho sempre ribadito non appartenere alla mia cultura e con i quali non ho nulla da condividere – mi hanno profondamente toccato nel 2019, tutto come la copertura mediatica che ne è stata fatta, portandomi alle dimissioni per salvaguardare, in primis, le Istituzioni che rappresentavo, da ombre che si insinuavano ingiustamente. Dimissioni – non solo da Assessore ma anche da Consigliere – che ho rassegnato, inoltre – con una visione forse romantica della politica – anche per rispetto della comunità che rappresentavo e del movimento a cui appartenevo e nel quale ancora credo, l’Union Valdôtaine Progressiste”.
“Oggi voglio ringraziare la mia famiglia, che ha sofferto forse ancora più di me per questo fango che ho ricevuto ingiustamente, assieme ai processi sommari e mediatici giunti prima ancora dell’inizio di un eventuale processo, che fortunatamente oggi neppure ci sarà – chiude Viérin -. E voglio ringraziare anche le tantissime persone che mi sono state vicine, allora come oggi – come anche quelle che non lo sono state – profondamente convinto che oggi si apra una nuova fase della mia vita ed esperienza personale, come anche della politica regionale”.
Bianchi: “Ora aspetto una presa di posizione dalle istituzioni”
“Sono contento, e tanto, sono estremamente felice – dice invece Luca Bianchi, ex assessore e al tempo dell’emergere dell’inchiesta consigliere regionale in quota Uv –. Lo sono per me e tutta la mia famiglia. Ne hanno patito, come anche mio papà, mia mamma, i figli. Ho sempre detto che non avevo nulla a che fare con questi sistemi. Ora, però, mi aspetto una presa di posizione anche delle istituzioni, visto tutto quanto è stato detto dai consiglieri regionali di allora che hanno cavalcato l’onda. Lascio fare ad ognuno le sue considerazioni, come accaduto ai tempi. Io sono tornato a fare quello che facevo prima senza alcuna remora. Ma sono contento per me la mia famiglia. Sono stati momenti duri. Ma in questi momenti si sono visti anche i veri amici”.
I legali di Stefano Borrello: “Un giorno lieto per la giustizia”
Per Stefano Borrello, invece, prendono parola i suoi avvocati Gianfranco Sapia e Elena Corgnier: “Esprimiamo soddisfazione per la favorevole conclusione del procedimento. Eravamo certi che il nostro assistito fosse estraneo ad ogni reato e siamo lieti che la magistratura abbia infine archiviato il procedimento. Stefano esprime grande sollievo e contentezza per la fine di questa vicenda, ma anche amarezza per il peso che ha avuto nella sua vita personale, famigliare e sociale. Dopo aver appreso d’essere indagato Stefano, pur avendo sempre sostenuto con forza la totale estraneità ad ogni fatto contestato, ha dato esempio di grande responsabilità civica, etica e politica, rassegnando, pur non essendo dovute, le proprie dimissioni dagli incarichi istituzionali di assessore e consigliere regionale. Oggi è un giorno lieto per la giustizia e il nostro assistito ci ha confermato, come già aveva dichiarato in sede di consiglio regionale nel dicembre 2019 all’atto delle dimissioni, la propria fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, e vuole ringraziare le propria famiglia e tutte le persone che in questi anni gli hanno manifestato sincera solidarietà, sostegno affetto e vicinanza”.
Le voci della politica
Sull’archiviazione dell’inchiesta Egomnia, si esprime anche il presidente della Regione Erik Lavévaz che, in una nota, spiega: “Sono lieto che sia stato chiarito che per nessuno dei consiglieri regionali coinvolti dall’inchiesta siano emersi elementi di collusione. Credo che questa archiviazione sia nei fatti un sollievo per tutta la comunità valdostana, che deve ritrovare fiducia nei propri rappresentanti politici. Resta l’amarezza per chi è stato per anni messo sulla graticola: penso a chi ha rassegnato le proprie dimissioni per senso di responsabilità e rispetto delle istituzioni, e spero che ora possa ritrovare serenità”.
Sulle pagine web del Peuple, l’Union valdôtaine “esprime la sua soddisfazione per la piena dignità riconquistata dall’intero Mouvement e, in particolare, dai suoi eletti ingiustamente implicati, sui quali, del resto, non erano mai sorti dubbi. Ricordiamo inoltre che, a seguito di queste indagini, si era dimesso un governo regionale, il che non può che indurre tutti noi a riflettere a fondo sulla questione. Desideriamo infine estendere la nostra piena solidarietà a tutti coloro che hanno sofferto, a livello umano e familiare, a causa di questa triste vicenda senza aver avuto alcuna colpa”.
Anche Stella Alpina “esprime soddisfazione per l’archiviazione dell’inchiesta Egomnia che coinvolgeva anche l’amico Stefano Borrello, dimessosi da assessore e da consigliere regionale, nel dicembre 2019, per il rispetto dovuto alle Istituzioni. Siamo sempre stati certi della sua estraneità ai fatti contestati, dimostrata ora in maniera definitiva con l’archiviazione. Nulla potrà mai cancellare le sofferenze patite da Stefano e da chi, come lui, si è trovato nella stessa situazione, senza aver commesso nulla. Auspichiamo che Stefano, con la riacquisita tranquillità d’animo, possa ora riprendere il cammino che aveva interrotto con la stessa passione per la quale si è sempre contraddistinto”.
Anche il presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin interviene sull’archiviazione dell’inchiesta: “Con l’archiviazione si conclude, sul piano giudiziario e penale, una vicenda che ha coinvolto le istituzioni, creando le premesse per lo scioglimento anticipato del Consiglio Valle, prima volta nella sua storia, e che ha inciso negativamente sull’immagine della Valle d’Aosta. Una vicenda che ha inoltre messo a dura prova le persone che a vario titolo sono state coinvolte, per le quali, finalmente, dopo oltre tre anni, la vicenda si conclude”.
“Una brutta pagina, che ha influito in maniera decisiva sul regolare funzionamento democratico delle istituzioni regionali. Motivo per cui, mai come oggi, crediamo ancor più fermamente nella necessità di riformare il sistema della giustizia in Italia. Perché in uno Stato di diritto deve potersi affermare, sempre e comunque, un approccio garantista alle indagini e ai processi che inevitabilmente interessano e interesseranno politica e cittadini, mai un approccio giustizialista come invece promosso da taluni nel caso dell’inchiesta Egomnia. Chi risarcirà coloro che sono finiti malauguratamente al centro delle indagini per gli anni di dolore, patimenti e amarezze che hanno investito anche le loro famiglie? Bisogna sempre ricordarsi che dietro a ogni storia, dietro a ogni atto giudiziario, ci sono persone, ed è anche e soprattutto per questo che, oltre a ribadire una non più rinviabile riforma radicale della giustizia in Italia, come partito vogliamo esprimere vicinanza e solidarietà. Da garantisti quali siamo e quali siamo sempre stati”.
A dirlo, la coordinatrice regionale di Forza Italia Valle d’Aosta, Emily Rini, anche a nome del coordinamento regionale del partito, commenta in questo modo la notizia dell’archiviazione dell’inchiesta Egomnia.
“Quando le inchieste giudiziarie certificano che il tessuto politico, sociale ed economico sono solidi e non condizionati dalla malavita l’unica cosa da fare è esprimere soddisfazione – commenta invece in una nota Luca Tonino, segretario regionale del Partito democratico -. La richiesta di archiviazione per gli imputati dell’inchiesta Egomnia ridà autorevolezza all’istituzione Consiglio Regionale così fortemente colpita. Le dimissioni dei consiglieri regionali, le elezioni anticipate che ne conseguirono sono la dimostrazione di come quell’inchiesta condizionò la Valle d’Aosta”.
Non solo, però: “Sul tema della legalità non bisogna abbassare la guardia e bisogna anzi dotarsi di tutti gli strumenti tecnici e giuridici per monitorare correttamente tali fenomeni – aggiunge il segretario dem -. Ma oggi è comunque un giorno in cui bisogna tirare un respiro di sollievo ed esprimere solidarietà a chi è stato per tanto tempo nell’attesa di una svolta dell’inchiesta, e che in questi anni duri ha sofferto politicamente e personalmente”.
“Sono state vicende impattanti, che hanno pesato sulle persone, sulle loro famiglie, oltre che sulla credibilità del mondo politico autonomista e hanno influito sulle elezioni regionali del 2020 – si legge invece in una nota di Alliance Valdôtaine e Vallée d’Aoste Unie-Mouv’ -. Una brutta pagina, che la Giustizia ha corretto purtroppo solo dopo molto tempo e tante sofferenze umane. A tutti gli eletti in Consiglio regionale, che si sono dimessi nel dicembre 2019 per tutelare il buon nome delle istituzioni valdostane, va tutta la nostra stima e un augurio sincero per la ritrovata serenità personale e famigliare. Ora l’auspicio è che quanto avvenuto contribuisca a ricondurre il dibattito a un confronto civile e faccia piazza pulita di illazioni e accuse svaporate dopo attacchi duri, che hanno leso l’immagine della politica valdostana e della Valle d’Aosta intera”.
La Renaissance Valdôtaine, “che non mette minimamente in discussione la fiducia nella Giustizia” ritiene, tuttavia – dice una nota -, “che vada anche fatta una profonda riflessione sull’adozione di atti che assicurino tempi certi e ben delineati per indagini, misure cautelari, specie quelle personali (domiciliari o arresto) intercettazioni o altre misure di controllo in fase preprocessuale. Non è sostenibile che indagini preliminari e misure cautelari durino anni e pertanto collochino per periodi così estesi gli interessati in un vero e proprio limbo che paralizza la loro vita e in molti casi la loro dignità. Sono troppi i casi di persone che hanno avuto la vita rovinata, sia a livello di salute fisica e mentale, sia economico, sia di immagine e reputazione, oltre che in molti casi aver perso il posto di lavoro per effetto di giudizi sommari che non si sono celebrati nei tribunali ma molto prima, sui giornali, sui social network, in conferenze stampa e sui media in generale. Purtroppo, e non possiamo dimenticarlo, alcune persone, seppur innocenti, hanno pagato con la vita la pressione psicologica e mediatica subita”.
“Quanto più colpisce in questo dibattito – aggiunge il movimento – è che non si sta argomentando di posizioni soggettive, ma di un dettame della nostra Costituzione che recita, all’art. 27 comma 2, che ‘L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva’, la cosiddetta presunzione di innocenza anche chiamata ‘principio di non colpevolezza’. Da parte di Renaissance la massima solidarietà a chi è balzato ingiustamente agli onori delle cronache giudiziarie e alle loro famiglie per la durezza di quanto hanno dovuto sopportare e subire“.
Luca Ventrice