‘Ndrangheta, arresti domiciliari per l’avvocata Bagalà
Dopo l’annullamento dell’interdittiva antimafia a suo carico, l’avvocata Maria Rita Bagalà ha ottenuto gli arresti domiciliari, potendo fare ritorno alla sua abitazione di Aosta sabato scorso, 30 marzo. La libera professionista è imputata per associazione di tipo mafioso nel processo Alibante, in corso al Tribunale di Lamezia Terme, sulla cosca di ‘ndrangheta che per gli inquirenti avrebbe fatto capo a suo padre, Carmelo Bagalà.
Arrestata nel maggio 2021 (l’inchiesta dei Carabinieri era stata coordinata dalla Dda di Catanzaro, guidata al tempo da Nicola Gratteri), l’avvocata era stata posta dal Gip ai domiciliari. Contro tale decisione aveva però presentato ricorso in Cassazione. Il rigetto dello stesso aveva reso operativa la decisione del Tribunale del Riesame cui si era rivolta, nel frattempo, la procura antimafia, impugnando la misura cautelare decisa dal giudice: Maria Rita Bagalà era stata condotta così in carcere nel gennaio 2022.
La donna è difesa dall’avvocato Aldo Ferraro, che ha presentato l’istanza difensiva che, venendo accolta, ha posto fine ad una custodia cautelare in cella durata oltre due anni. Il processo – in cui è imputato (anch’egli per associazione di tipo mafioso) il marito dell’avvocata, il collega Andrea Giunti, che si trova però in stato di libertà – si è aperto nel luglio 2022 e prosegue senza che s’intraveda ancora una data per la sentenza di primo grado.
E’ infatti ancora in corso l’audizione di testimoni dell’accusa, ma la difesa conta ora, alla luce dell’annullamento della misura interdittiva (analogamente a quanto già accaduto nell’ottobre 2022 per l’avvocato Giunti, che si è visto riconoscere anche un risarcimento al riguardo dal Tar) e all’esito di questa istanza, di parteciparvi con una maggiore serenità.