Rapina al minimarket di Aosta, restano in carcere i due fermati
Dal comportamento dei due arrestati, nelle ore dopo la rapina al minimarket “La Bottega” di Aosta (uno recatosi nella sua abitazione e l’altro comunque ad Aosta, città in cui entrambi vivono stabilmente), non è possibile desumere “un concreto pericolo di fuga”. Visti i loro profili (entrambi noti alle forze dell’ordine per precedenti e privi di lavoro), e la premeditazione del gesto di cui sono accusati, è tuttavia “elevatissimo” il rischio di incorrere in altri reati da parte di Devid Mex (22 anni) e Paolo Formento (32).
Sulla base della prima valutazione, il Gip del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, non ha convalidato i fermi operati dalla Questura nella notte di sabato 15, giorno dei fatti, ma riguardo all’altro aspetto ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere. Mex e Formento, difesi rispettivamente dagli avvocati Giovanni Borney e Davide Meloni, restano pertanto in cella a Brissogne, perché le circostanze, complessivamente, denotano “assoluta disinvoltura nel commettere gravi delitti contro il patrimonio”.
Dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile è emerso che i due abbiano raggiunto il negozio a bordo di una moto di grossa cilindrata, attorno alle 18.15. Stando alle testimonianze raccolte, Mex è entrato nel negozio calzando un passamontagna nero. “Dammi tutti i soldi nella cassa questa è una rapina” è la frase rivolta, impugnando una pistola (rivelatasi finta, una volta recuperata dalla Polizia), al gestore del negozio, che gli ha consegnato 150 euro nel registratore in quel momento.
Nel frattempo, nella ricostruzione degli investigatori, Formento ha atteso fuori, a bordo della motocicletta, cui era stata “coperta” la targa usando del nastro adesivo. Il negoziante è però riuscito a scattare una foto ai due, mentre fuggivano. Un’ora dopo i fatti, Formento viene notato dalla Polizia mentre si dirige a piedi verso la sua abitazione, portando un casco di forma e colore simile a quello della foto. Subito dopo, arriva anche Mex, a bordo di una motocicletta con ancora il nastro adesivo a celarne alcuni dettagli.
I poliziotti entrano in azione e, alle prime domande, i due palesano un evidente nervosismo. Prima che inizi la perquisizione, è Formento a consegnare agli agenti comandati dal commissario capo Eleonora Cognigni entrambi i caschi e la pistola. Dai controlli successivi si realizza che la moto è di proprietà di Mex. Scattano quindi gli arresti, per l’accusa di rapina, aggravata dall’uso di un’arma, dall’essersi riuniti in più persone e dall’aver commesso il reato coprendosi il volto.
Tra gli elementi che hanno condotto il Gip a mantenere i due in carcere (che si erano avvalsi della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di convalida) anche il fatto che Formento risulta già aver fruito del beneficio della sospensione condizionale della pena, “senza evidentemente trarne insegnamento”, mentre Mex ha commesso il fatto malgrado fosse (dallo scorso marzo) sottoposto a sorveglianza speciale e all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria, per furto. Circostanze che, per il giudice, non permettono di confidare “nella spontanea osservanza delle prescrizioni” a loro carico, né nell’autonoma “astensione dalla commissione di ulteriori reati”.