Politiche, Rete civica invita a votare candidati con “valori e principi alternativi alla destra”
Chiusa la “partita” delle candidature a Camera e Senato, con le liste consegnate, Rete civica rompe il silenzio, partendo da una considerazione: “Le elezioni politiche anticipate del 25 settembre vedono ancora una volta i progressisti presentarsi in ordine sparso, sia in Italia sia in Valle d’Aosta”.
Questo, a differenza di una destra raggruppata “in un’unica coalizione” e che presenta “un solo candidato, su cui convergeranno tutti i voti. Il risultato è un confronto impari che crea grande preoccupazione, perché, questa volta, la coalizione di destra è guidata da Fratelli d’Italia, un partito che non ha fatto i conti con le sue radici fasciste, autoritario e retrogrado sul piano dei diritti sociali e su quelli civili, e che è connotato da principi e valori totalmente in contrasto con quelli progressisti”.
Situazione nazionale non dissimile a quella locale, in cui “l’insieme delle forze politiche progressiste si presenterà diviso in diverse aggregazioni e con vari candidati che si divideranno i voti in contrapposizione alle candidate della destra unita. Si corre quindi un rischio notevole”.
Problema che si ribalta sull’area progressista, in cui “ancora una volta è stato impossibile arrivare ad una sintesi unitaria sia per la mancanza di volontà di confronto di alcune formazioni di sinistra, sia perché il Pd valdostano ha preferito privilegiare la ricerca di una intesa con UV e autonomisti, a scapito di un progetto di aggregazione delle forze progressiste che poteva concretizzarsi in questo frangente”.
L’invito di Rete civica è esplicito, invitando gli elettori a scegliere di votare “fra quelle che siano espressione di valori e principi alternativi a quelli della destra e che esprimano, con chiarezza e precisione, contenuti realmente ambientalisti, solidaristi ed europeisti, necessari, in questa epoca di emergenza nazionale e internazionale, anche all’intera comunità valdostana”.
In chiaro, “le candidature di Erika Guichardaz e Daria Pulz valorizzano il ruolo e la presenza femminile e sono rappresentative di un’area politica attenta ai bisogni ed ai problemi della popolazione e del territorio – aggiunge il movimento –. Con Erika Guichardaz e il gruppo di cui è espressione inoltre è in atto un importante percorso dalle elezioni regionali del settembre 2020 e una buona e costante collaborazione in Consiglio regionale nel gruppo Pcp”.
E, nonostante gli autonomisti abbiano “confermato la propria inconsistenza politica e una ormai irreversibile conflittualità personalistica, che li ha visti cassare candidature importanti e di qualità e manifestare scarsità di coesione e compattezza”, non dispiace neanche il nome di Patrik Vesan, le cui qualità, “una sensibilità sociale e umana e una competenza scientifica di valore, il suo percorso accademico nell’ambito delle politiche sociali, l’attività nel Terzo Settore e il suo impegno associativo e civile” sono, a dire di Rete civica, “senza dubbio alcune delle caratteristiche che auspicavamo per tutti i candidati di questa tornata elettorale”.
Per scegliere chi votare, il movimento mette sul tavolo otto punti, qui in sintesi, per “pesare” coalizioni e candidature:
- contrasto alla destra, con un “no” chiaro ed esplicito a partecipare a governi formati con Fratelli d’Italia o Lega;
- tutela dell’ambiente naturale, in particolare quello montano e della Valle d’Aosta;
- nuove e moderne politiche di re-distribuzione del reddito, sia sul piano fiscale (con un “no” alla flat tax) sia su quello delle politiche sociali;
- difesa dei diritti acquisiti e promozione di politiche antidiscriminatorie e a sostegno della vita familiare e professionale delle donne e un avanzamento significativo sui diritti della comunità
- Lgbtqia+, dei migranti e delle persone con disabilità;
- investimenti e una riforma seria della Sanità locale che valorizzi davvero il lavoro quotidiano del personale infermieristico, di quello medico raddoppiando la qualità della sanità territoriale;
- gestione corretta delle acque, ridefinizione del ruolo di Cva e gestione delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche;
- un impegno chiaro e deciso perché il progetto di elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea-Aosta;
- un percorso che porti all’elezione diretta di maggioranza e Presidente della Regione.
Centrodestra, Zucchi prova a spegnere le polemiche. “Sostegno alle due candidate”
L’assenza di Fratelli d’Italia Vda alla conferenza stampa di presentazione ha fatto più notizia di programmi e candidate del centrodestra unito. Il coordinatore regionale Alberto Zucchi prova oggi a spegnere la polemica. Ricordando di aver sempre invocato l’unità del centrodestra in Valle d’Aosta, Zucchi ribadisce “la nostra soddisfazione e quella mia personale che questa unità si sia finalmente concretizzata perché abbiamo ben chiaro a Roma come ad Aosta chi noi siamo, da che parte noi stiamo, chi sono per noi gli avversari e quali sono i nostri programmi che vogliamo realizzare insieme a chi con noi li condivide”. Pieno appoggio anche alle due candidate. “Ed è proprio sulla convinta condivisione dei programmi nazionali e locali che noi intendiamo realizzare tramite i candidati del cdx unito Nicoletta Spelgatti ed Emily Rini all’interno di un prossimo Parlamento che confidiamo sia finalmente a guida centrodestra che noi confermiamo il nostro sostegno politico locale ad un progetto che ci vede uniti in tutta Italia”.
Il coordinatore regionale si dice infine convinto che “aldilà dei triti e ritriti ritornelli degli autonomisti e della sinistra a loro alleata di cui abbiamo visto tutti gli inconsistenti risultati nei decenni, gli interessi concreti del popolo valdostano possano essere concretamente rappresentati da persone che conoscono e sono legate come lo siamo noi al nostro territorio e che insieme a noi di Fratelli d’Italia lo tuteleranno con autorevolezza a Roma”.
Patrik Vesan ha accettato. Correrà assieme a Manes per la lista Vallée d’Aoste
È ora ufficiale: il presidente dei sindaci Franco Manes e il segretario della Fondazione comunitaria della Valle d’Aosta Patrik Vesan saranno i candidati della compagine autonomista progressista alle prossime elezioni politiche del 25 settembre.
Dopo essersi preso alcune ore per riflettere Vesan, 46 anni, professore associato presso il Dipartimento di Scienze economiche e politiche dell’Università della Valle d’Aosta, ha accettato la proposta arrivata giovedì dall’alleanza fra autonomisti e partito democratico.
La lista Vallée d’Aoste, con il simbolo grande della Valle d’Aosta e sotto più piccoli i simboli dei partiti (UV, Alliance-Vda Unie, SA, PD e Azione) che sostengono la coalizione, non dovrà raccogliere le firme.
Autonomisti-progressisti convergono su Patrik Vesan per il Senato, ma l’Uv si spacca
Dopo diversi nomi bruciati, numerose crisi di nervi ed estenuanti riunioni, l’intesa fra autonomisti e progressisti, sui due nomi da presentare alle prossime elezioni politiche del 25 settembre è arrivata. A mettere d’accordo quasi tutti, è il nome del docente dell’Ateneo valdostano, nonché segretario di Fondazione comunitaria della Valle d’Aosta Patrik Vesan.
La candidatura – Vesan scioglierà la sua riserva nelle prossime ore – è stata portata sul tavolo dal Partito democratico, in alternativa a quello dell’ex sindaco di Aosta Fulvio Centoz, proposto dai democratici dopo il ritiro della disponibilità da parte di un altro docente, Roberto Louvin, e le perplessità sugli altri nomi proposti dagli alleati, quello dell’Assessore all’Istruzione Luciano Caveri, dell’ex presidente della Regione Dino Viérin e del capogruppo di Alliance Valdotaine Albert Chatrian.
Sul nome di Vesan ieri si è espressa a favore la direzione del Pd e questa mattina il Comité dell’Uv, con il voto contrario però del gruppo consiliare, che potrebbe in campagna elettorale non sostenere il candidato al Senato.
A commentare le scelte del Pd e dell’Uv, è con un tweet l’Assessore Caveri, che, contattato telefonicamente, spiega che il suo movimento si riunirà in serata per decidere se mettere il simbolo per la candidatura al Senato.
Pensavo di avere le carte in regola per essere candidato al Senato, espressione delle forze autonomiste della maggioranza. Si è preferita una strada diversa,indicata dal PD e non condivisa neanche dal Gruppo unionista in Consiglio. La politica è fatta di scelte.
— Luciano Caveri (@LucianoCaveri) August 19, 2022
A decidere già ieri di sfilarsi dal tavolo era stato il movimento Evolvendo di Bruno Milanesio e Leonardo La Torre, che in Consiglio regionale esprime il consigliere Claudio Restano.
Il Centrodestra ha deciso: Rini alla Camera, Spelgatti al Senato
Fumata bianca nel centrodestra, che nella riunione di ieri sera ha trovato la quadra sulle candidature. A correre per la Camera dei deputati sarà la coordinatrice regionale di Forza Italia Vda Emily Rini, mentre per il Senato confermata l’ex presidente della regione Nicoletta Spelgatti.
Il via libera alle due candidature è arrivato dalle segreterie romane dei movimenti e in seguito da quelle locali. Dovrà invece stare in panchina per questa tornata il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Vda Alberto Zucchi, che nelle scorse settimane aveva messo in campo la propria disponibilità.
Nessun accordo in vista invece in casa degli autonomisti, che ieri sono tornati a riunirsi in mattinata e nel pomeriggio. Ai tre nomi di Dino Viérin, Luciano Caveri e Fulvio Centoz – quest’ultimo spinto dal Pd e dalla Stella Alpina – nel pomeriggio si è aggiunto quello del capogruppo di Alliance Valdôtaine Albert Chatrian. Oggi in tarda mattinata è convocata una nuova riunione.
Tramontato Louvin, sorge Viérin?
Il ritiro della candidatura di Roberto Louvin ha spiazzato tutti, anche i quotidiani nazionali che nell’elenco dei candidati del Pd inseriscono oggi, per il collegio uninominale della Valle d’Aosta, Franco Manes e un tale Roberto Druen. Problemi di trascrizione del francese o è il candidato misterioso dell’alleanza autonomista progressista?
La risposta arriverà domani, quando i movimenti torneranno a riunirsi per trovare la soluzione ad un puzzle, diventato nelle ultime ore di difficile ricomposizione.
Dopo la pausa di Ferragosto, la giornata politica è iniziata presto in quel di Torgnon, quando si racconta che Roberto Louvin abbia convocato le delegazioni politiche della coalizione, che da domenica gli chiedevano un ripensamento, per scandire loro a chiare lettere il suo “no” alla candidatura. Anche perché sul tavolo rimane per il momento in piedi l’altra candidatura, quella dell’Assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri, giudicata irricevibile dal Pd e dall’Union.
La clessidra corre e sul tavolo sono ritornati in queste ore alcuni dei nomi girati già all’inizio dei primi pour parler. Uno su tutti quello dell’ex presidente della regione Dino Viérin, altro nome in grado di provocare attacchi di bile in casa del Leone Rampante.
Anche il Partito democratico ha portato sul tavolo degli alleati una proposta di candidatura, quella dell’ex sindaco di Aosta Fulvio Centoz, nome con il quale i democratici potrebbero decidere nelle prossime ore di correre da soli, se non dovesse palesarsi un accordo.
A restare alla finestra è il presidente dei sindaci, Franco Manes, che si limita a dire: “Le decisioni sui candidati le prendono i movimenti, non io”.
Louvin si sfila: “Si discute dell’ennesima maggioranza regionale, non del futuro della Valle”
Roberto Louvin – docente universitario e già presidente della Regione – si sfila dalla corsa alle Politiche del 25 settembre per l’area autonomista-progressista. A dirlo, senza girare troppo attorno alle parole, è lui stesso: “Non ci sarà nessun duello di Ferragosto“.
“La proposta di una mia candidatura, mai ancora pervenuta malgrado quanto scritto dai giornali – spiega – si è sciolta al sole prima ancora di una mia possibile riserva o risposta. Erano venuti a cercarmi dicendo che ci sarebbe stato un largo fronte autonomista, democratico e progressista, ma da una settimana sento parlare solo di ambizioni personali e tatticismi“.
Un “riflesso” di piazza Deffeyes, che non è piaciuto all’ex presidente della Giunta: “Si sta evidentemente discutendo della prossima, ennesima maggioranza regionale e non del futuro della Valle, dell’ambiente, dell’economia, dei diritti e delle riforme. Peccato non averlo capito subito“.
Unione Popolare VdA ha raccolto le firme per presentare la lista
Unione Popolare in Valle d’Aosta ha raggiunto il numero di firme necessario per poter presentare la lista per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre.
A comunicarlo è la stesa coalizione che ringrazia “tutti i cittadini, sinceri democratici o sostenitori, che ci hanno permesso in soli tre banchetti pubblici e sotto gli occhi di tutti, di raggiungere questo primo importante risultato. Ci chiediamo quanti dei partiti che oggi si auto-tutelano dall’obbligo di raccogliere le firme con leggi apposite, riuscirebbero a fare la stessa cosa pur nel silenzio della stampa generalista”.
Unione Popolare – prosegue la nota – “sta cercando di fare altrettanto in tutto il resto d’Italia e permettere così a questa nuova ma coesa coalizione, e con la guida dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, di essere presente in ogni circoscrizione d’Italia”.
Una sfida “che accettiamo per costruire, con coerenza e senza doppia morale a seconda che ci si trovi seduti ai tavoli della politica regionale piuttosto che a quelli nazionali, un’alternativa al partito unico della guerra, della precarizzazione del lavoro, delle privatizzazioni e della devastazione ambientale. Una forza unitaria, pacifista e autenticamente di sinistra che dia voce ai settori popolari e lavoratrici della società e alla volontà di pace della maggioranza delle italiane e degli italiani”.
In Valle d’Aosta i candidati per Unione Popolare, alla Camera dei Deputati e al Senato, sono Loredana De Rosa e Francesco Lucat. Il prossimo appuntamento con la popolazione sarà martedì 16 agosto, ad Aosta, in piazza Porta Pretoria. Lì, dalle 16 in poi saranno presenti anche i due candidati.
Per Italia Sovrana e Popolare si candidano Ronc e Bichini
Loredana Ronc alla Camera dei Deputati e Alessandro Bichini al Senato. Ecco i due candidati proposti da Italia Sovrana e Popolare per rappresentare la Valle d’Aosta a Roma. La coalizione, formata da 15 partiti sul territorio nazionale (tra cui il Partito Comunista di Marco Rizzo), anche ad Aosta sta raccogliendo firme per presentarsi alle elezioni del 25 settembre con risultati positivi, essendo già stata raggiunta la soglia minima.
“Abbiamo successo anche perché lottiamo insieme da più di due anni contro le libertà soppresse“, afferma Ronc, e sono proprio le libertà ad essere i principi fondamentali del loro programma politico. “Noi siamo per la libertà: per la libertà di scelta, per la libertà personale, per il ripristino della Costituzione, specialmente gli articoli che sono stati un po’ esautorati. Tra gli altri obiettivi, ci sono anche il ritorno della sovranità nazionale e popolare, raggiungibili tramite l’uscita dalla Ue, dalla Nato, dalla Oms”.
Ma anche il lavoro è un punto fondamentale del loro programma: “Sicuramente c’è anche un discorso di rispetto del diritto al lavoro – aggiunge la candidata alla Camera – e quindi contro il precariato. Dunque, proprio per un’equità verso i lavoratori e per delle garanzie future. Lotteremo anche affinché le piccole e medie imprese, anziché essere smantellate, vengano aiutate anche perché l’Italia si regge proprio su questo tessuto economico, che negli ultimi anni, invece, è stato maltrattato”.
Luciano Caveri lancia la sua candidatura alle elezioni politiche
Quando i giochi sembravano decisi – o almeno indirizzati su un binario definito -, lo scenario cambia. Dal lato dell’area autonomista-progressista il ticket Louvin-Manes – sul primo, per il Senato, ancora nessuna riserva è stata ufficialmente sciolta -, i candidati diventano tre. A farsi avanti, nelle scorse ore, è stato l’assessore all’istruzione Luciano Caveri, che a Roma ha vissuto l’esperienza da Deputato dal 1987 al 2001.
Contattato, Caveri conferma, anche se non si sa per quale delle due camere – eventualmente – correrà: “Avevo già dato la mia disponibilità e l’ho reiterata, non in una logica di contrapposizione ma in quella che guarda ad un arricchimento del dibattito politico. Allora, c’era la sola candidatura di Louvin, quindi ho rilanciato anche la mia a nome del nostro gruppo consiliare di Vallée d’Aoste Unie. Un rilancio, ripeto, fatto in una logica di arricchimento delle candidature“.
Il “nodo” dovrebbe sciogliersi però proprio nei prossimi giorni, con una serie di fitte riunioni nel weekend.
Augusto Rollandin scende in campo per il Senato
All’unanimità l’Assemblea di Pour l’Autonomie ha deciso per la candidatura di Augusto Rollandin al Senato della Repubblica. Il movimento mercoledì sera aveva comunicato la propria decisione di uscire dalla coalizione in fase di costituzione fra autonomisti e progressisti.
L’Assemblea ha anche deciso, spiega il presidente Aldo Di Marco, di provare a capire se con La Renaissance valdôtaine è possibile dar vita a qualche forma di alleanza. Martedì 16 agosto il movimento presenterà la candidatura alla camera dei deputati di Giovanni Girardini.
“Non abbiamo ancora deciso che tipo di accordo” spiega Di Marco “Bisognerà discutere per capire se i programmi hanno punti in comune. Per il momento andremo con il nostro simbolo, poi si vedrà”.
Rollandin, 73 anni, fu già eletto al Senato della Repubblica nel 2001 per la lista Vallée d’Aoste raccogliendo il 49,3% dei voti. La legislatura successiva, nell’aprile 2006, fu invece sconfitto da Carlo Perrin.
In una nota, il Comitato direttivo di Pour l’Autonomie aggiunge: “La scelta è stata compiuta nel solco di un pensiero sempre coerente nell’anteporre il benessere della comunità valdostana, e nel convincimento che solo una figura di grande esperienza politica e consolidata visione autonomistica possa adeguatamente rappresentare la nostra Regione, difendendo la nostra identità, i nostri valori e le nostre peculiarità di piccolo territorio montano transfrontaliero dal grande potenziale, purtroppo ad oggi ancora non completamente espresso”.
“In un contesto di crisi nazionale ed internazionale quale quello che stiamo vivendo – chiude il comunicato -, la collettività valdostana ha più che mai bisogno di una voce autorevole, concreta e lungimirante che sappia riportare la nostra Regione al centro dell’attenzione nazionale per valorizzare il suo inestimabile patrimonio materiale e immateriale, per sostenerne lo sviluppo turistico e commerciale, per ottimizzarne servizi ed infrastrutture, e per promuovere attivamente la risoluzione di tutte le criticità che ancora persistono e ne minacciano il futuro”.
Elezioni politiche: l’Uv sceglie il sindaco dei sindaci Franco Manes
Spiazzato dal “no” di Albert Lanièce, il Comité Fédéral dell’Union Valdôtaine è tornato questa mattina a riunirsi per trovare il candidato da proporre alla coalizione autonomista-progressista. Sul tavolo rimaneva il nome del presidente dei sindaci Franco Manes, la cui candidatura era spinta in particolare dai colleghi primi cittadini. Alla fine, dopo ampia discussione, l’organo direttivo del Mouvement ha trovato l’unanimità sul nome di Manes, che sarà ora proposto agli alleati.
Salvo sorprese Manes sarà affiancato dal docente universitario ed ex presidente della Regione Roberto Louvin. Da decidere chi correrà per il seggio della Camera e chi quello del Senato.
Elezioni politiche: Davide Ianni e Guglielmo Leray candidati di Pci
Saranno Davide Ianni, 31 anni, ingegnere informatico ed imprenditore, residente in Bassa Valle e Giovanni Guglielmo Leray, 54 anni, operatore di Polizia Locale nella città di Aosta i candidati del Partito comunista italiano in Valle d’Aosta.
“Il PCI, secondo le linee stabilite dal recente congresso nazionale di Livorno, ha tentato di dare vita ad una alleanza elettorale con le altre forze della sinistra di classe in cui fosse presente il proprio simbolo. La proposta non è stata accettata. – spiega una nota – Il PCI procederà pertanto alla raccolta delle sottoscrizioni necessarie per prendere parte alla competizione elettorale del 25 settembre 2022”.
Le firme da raccogliere sono 150 entro il 22 agosto. I banchetti di sottoscrizione saranno a Issogne, ad Aosta e a Villeneuve, presso gli uffici comunali.
I temi del programma del Pci, spiega ancora la nota, sono: la pace, contro tutte le guerre imperialiste, uscita dell’Italia dalla Nato e della Nato dall’Italia: l’abolizione di tutte le leggi sul precariato a partire dal Jobs Act, riduzione dell’orario a parità di salario, aumento dei salari, riduzione dell’età di pensionamento; una sanità pubblica, gratuita, laica e di qualità con l’abolizione di tutti i ticket e una scuola pubblica, gratuita, laica e di qualità con l’estensione dell’obbligo scolastico ai 18 anni.
La Renaissance svela le sue carte. Il candidato alla Camera dei Deputati è Giovanni Girardini
Chiamato in causa, direttamente al telefono qualche giorno fa, lui stesso l’aveva definito un “segreto di Pulcinella”. Ora c’è l’ufficialità: Giovanni Girardini, imprenditore aostano e consigliere comunale del capoluogo – candidato sindaco nel 2020 e arrivato fino al ballottaggio alle amministrative –, è il candidato de La Renaissance valdôtaine, già Rinascimento, per la Camera dei Deputati.
Martedì prossimo, 16 agosto, è stata convocata una conferenza stampa in cui Girardini presenterà la sua candidatura e illustrerà il programma elettorale. Oltre a lui, interverranno Roberto Mestieri, delegato giovani di Renaissance e i rappresentati della neocostituita Associazione Esprì, sostenitrice della candidatura.
Conferenza stampa che servirà a chiarire anche il quadro di possibili alleanze attorno a Girardini, che giusto qualche giorno fa spiegava: ““Lavoriamo per costruire un’area di centro e di moderati ma che sancisca anche la discontinuità con la situazione politica valdostana che abbiamo visto fino ad oggi – prosegue Girardini –. È chiaro che non possiamo andare a braccetto né con Stella né con l’Union valdôtaine, proprio perché non ci sarebbe la discontinuità che vogliamo. Sarebbe un rimangiarsi la parola sempre data ai nostri elettori. Noi andiamo avanti per nostra strada, anche costo di percorrerla da soli”.
“A parte l’Union valdôtaine – aggiungeva –, le forze di destra che si stanno alleando tra di loro e Adu abbiamo parlato con tutti. Ad esempio, Italia al centro di Orlando Navarra, il movimento che fa riferimento a Toti, è assai vicina a noi come spirito. Se riuscissimo a costruire qualcosa ben venga. Se non andrà con Pd potrebbe esserlo anche Azione, ma sembra si stia spostando in quella direzione. Noi vogliamo una posizione di centro. I parlamentari valdostani contano per quel che riguarda i temi nazionali, ma vanno a Roma a difendere e perorare causa della Valle d’Aosta. Ed in questo momento, e non è un ni droite ni gauche, ‘marchiarsi’ penso non sia ottimale per il bene della regione”.
Pour l’Autonomie si sfila dal raggruppamento autonomista-progressista
Pour l’Autonomie non prenderà più parte alle interlocuzioni con gli altri raggruppamenti autonomisti-progressisti per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. A comunicarlo è con una nota il Comitato direttivo spiegando come “le tempistiche ormai ridotte al minimo che non consentono nessun tipo di reale confronto”. Il movimento, in particolare, evidenzia come nei due incontri avuti con i movimenti autonomisti-progressisti “non si è mai discusso di programma e candidati come da noi espressamente richiesto in entrambe le occasioni”.
Il Movimento deciderà nell’Assemblea di questa sera se presentarsi con dei propri candidati alle elezioni politiche.
“In questo momento non abbiamo preso nessuna decisione” dice Aldo Di Marco “Sarà l’Assemblea, che è sovrana a decidere.” Pour l’Autonomie ribadisce di non aver chiesto fatto richieste al tavolo degli autonomisti “se non parlare del programma e delle persone che avremmo portato poi a Roma le istanze valdostane”.
Elezioni politiche, l’Uv spera in un ripensamento di Albert Lanièce
Dopo 15 anni di politica attiva questa volta non darò la mia disponibilità per candidarmi alle prossime elezioni politiche; ancora qualche settimana di impegni istituzionali poi seguirà il mio bilancio di legislatura con i dovuti ringraziamenti e saluti .
— Albert Lanièce (@albertlaniece) July 25, 2022
In politica “mai dire mai”. Due settimane dopo aver annunciato il suo ritiro dalla scena politica e 24 ore dopo aver convocato una conferenza stampa per presentare il bilancio di fine mandato, Albert Lanièce potrebbe a sorpresa essere nuovamente “l’uomo” su cui l’Uv e il mondo autonomista punta per le prossime elezioni politiche del 25 settembre.
“Sono in meditazione, dirò tutto nella conferenza stampa di domani” si limita a dire, per il momento, Lanièce.
Il suo nome è spuntato ieri durante l’ultima riunione del Comité dell’Union Valdôtaine. Bocciata la candidatura del capogruppo Uv Aurelio Marguerettaz, a cui una parte del movimento non perdona le trattative in consiglio regionale con la Lega Vda, e messa da parte quella del presidente del Celva Franco Manes, che vedeva l’appoggio dei sindaci ma la contrarietà del gruppo consiliare, si è deciso di andare alla ricerca di un nome, il più possibile condiviso da tutto il Mouvement.
Oltre al nome del senatore Albert Lanièce, è arrivata la proposta di candidatura della Presidente del Mouvement Cristina Machet. Ipotesi che sembra però più debole, perché rischia di trasformare il voto del 25 settembre in un “referendum” sul Mouvement e l’attuale gestione.
“L’Union Valdôtaine è un’organizzazione composita” facevano sapere ieri dal Leone Rampante “In questo momento stiamo cercando il più ampio confronto con i nostri organismi e pertanto non rilasciamo dichiarazioni stampa, vista la fase delicata”.
Rimane al momento sempre in piedi l’altro nome, gradito al Partito democratico e Stella Alpina: il docente universitario, già Presidente della Regione Roberto Louvin.
Simboli e candidature vanno presentati dalle liste in corsa per le prossime elezioni politiche del 25 settembre fra domenica 21 e lunedì 22 agosto in Tribunale ad Aosta. Nel caso di simbolo non presente in Parlamento – ipotesi sulla quale gli autonomisti stanno lavorando – sarà necessario raccogliere un minimo di 150 firme.
Italia Viva VdA chiede “candidati in sintonia con la linea Draghi”. Un endorsement per Manes?
Anche Italia Viva Valle d’Aosta, partito che a livello nazionale è guidato dall’ex presidente del Consiglio e già segretario dem Matteo Renzi, guarda con attenzione alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre.
In particolare, si legge in una nota inviata dal coordinatore regionale Giovanni Sandri, “Italia Viva Valle d’Aosta si augura che i movimenti autonomisti e regionalisti con i partiti riformisti, progressisti e di Centro propongano, alle elezioni politiche del 25 settembre, candidati in sintonia con la linea Draghi: la sola, grazie alla credibilità dell’attuale Presidente del Consiglio, che potrà garantire di proseguire l’iter del Pnrr che ha visto destinati 235 miliardi al nostro Paese, e quindi importanti risorse anche per la nostra Regione”.
Al di là degli “strappi” che si stanno vivendo a sinistra , in questi giorni – in primis l’accordo “morto in culla” tra Pd e Azione -, Italia Viva VdA spiega il suo posizionamento: “Occorre fare scelte che guardino alla prospettiva che i nostri futuri Parlamentari, specie al Senato, potrebbero essere decisivi nel fare la differenza tra Mario Draghi e Giorgia Meloni” si legge ancora nella nota.
Il movimento non dà indicazioni di voto. Anche se un identikit potrebbe essere il proprio quello del presidente del Cpel e sindaco di Doues Franco Manes : “Italia Viva Valle d’Aosta – chiude infatti la nota – ha apprezzato il sostegno espresso a Draghi nella recente crisi da parte di molti sindaci valdostani e ritiene questo un ottimo segnale da cui partire per l’identificazione delle migliori candidature possibili”.
Erika Guichardaz e Daria Pulz candidate per Area Democratica, Adu e M5S VdA
Saranno la consigliera regionale di Progetto civico progressista Erika Guichardaz e la docente e consigliera regionale di Adu Vda nella passata legislatura Daria Pulz le candidate del raggruppamento composto da Area Democratica, Adu e M5S Vda.
“Le elezioni si avvicinano ed è necessario garantire alla Valle d’Aosta una rappresentanza adeguata, in questo difficile momento storico, che sia garante della nostra Autonomia e della Costituzione italiana. – spiegano i tre movimenti in un comunicato – Servono programmi chiari, scelte precise rispetto all’ambiente, ai diritti e al lavoro. Servono candidature coerenti con questo progetto. Persone credibili che, quando si impegnano contro il riscaldamento globale, siamo certi che non sosteranno opere inutili e dannose come l’impianto di Cime Bianche e che, invece, proseguiranno nell’elettrificazione e nel potenziamento della ferrovia, che se dicono di essere per la sanità pubblica di qualità, non ci proporranno vecchi ospedali o convenzioni con privati”.
Da qui i nomi di Guichardaz e Pulz, definite dai rispettive movimenti “due donne coraggiose, coerenti e preparate“. Due candidature che si contrappongono alle “vecchie degli autonomisti, responsabili dell’attuale crisi, e a quelle della destra, che quando ha governato ha portato il paese a un passo dal fallimento”.
Simbolo della lista, contenuti del programma e l’indicazione per quali Camere correranno le due candidate saranno presentati martedì 16 agosto.
Italia al Centro si schiera con la coalizione di centrodestra
Italia al Centro con Toti – Valle d’Aosta appoggerà i candidati che saranno indicati dalla coalizione di centrodestra. Lo ha comunicato la direzione regionale del movimento, composta da Orlando Navarra, avvocato e segretario del partito, Demetrio Papagni, imprenditore, Roberto Cartasegna, imprenditore, Giovanni De Gattis, Nursind Sindacato delle Professioni Infermieristiche, Lewis Morsia, manager assicurativo, Giorgio Di Gregorio, che parteciperà con una sua delegazione al tavolo di coalizione del centrodestra della Valle d’Aosta per esprimere, insieme alle altre forze politiche, il candidato al Senato della Repubblica e quello alla Camera dei Deputati, auspicando “un allargamento alle forze civiche presenti sul territorio”.
Per gli autonomisti è il momento delle scelte: prende quota il ticket Manes Louvin
Il Presidente del Celva, nonché sindaco di Doues, Franco Manes e il docente universitario, già presidente della Regione Roberto Louvin. È il ticket che fra gli autonomisti sta prendendo quota in queste ore. Le bocche sono al momento cucite, ma dopo giorni di incontri e riunioni allargate al Partito democratico sembrano spuntare le prime convergenze.
Da una parte un candidato unionista, Manes, il cui nome viene caldeggiato soprattutto dai sindaci – nei giorni scorsi sul tavolo era stata portata anche la proposta di candidatura del primo cittadino di Verrès Alessandro Giovenzi – e che sembra mettere d’accordo anche Pour l’Autonomie e Stella Alpina.
“Per ora il mio nome l’ho letto solo sui giornali, non sono stato infatti contattato dal mio movimento o da altre persone. – dice Franco Manes – Mi fa piacere, ma si vedrà nei prossimi giorni se ci saranno i necessari passaggi. Per come ho sempre considerato l’amministrazione, dovrò in ogni caso fare delle valutazioni e tre passaggi: confrontarmi con la mia famiglia, con la famiglia del Celva e con la famiglia del Comune”.
“Sono all’estero a lavorare per la Valle d’Aosta, al Salon du livre de Passy – dice invece Roberto Louvin, contattato telefonicamente -. Non ho nulla da dire, perché non c’è nulla. Ormai è una tradizione che il mio nome esca. Aspettiamo, al momento per me il problema non si pone. Se succederà se ne discuterà, nel frattempo continuo a fare la mia piccola vita da insegnante universitario”.
In casa Uv l’altro nome su cui si lavora è quello del capogruppo in Consiglio regionale Aurelio Marguerettaz, nome, pare, inviso ad una parte dell’attuale maggioranza – Pd e Stella Alpina – che non gli perdona di aver portato avanti nelle scorse settimane le trattative per arrivare ad un governo con la Lega. Pd e Stella Alpina sarebbero invece fra i primi sostenitori della candidatura di Louvin, figura considerata trasversale ai movimenti. Fra le condizioni poste dall’ex presidente della Regione, il rifiuto a sostenere eventuali governi di centrodestra.
De Rosa e Lucat candidati per l’Unione popolare VdA, che dovrà però raccogliere le firme
È la prima coppia di candidati ad uscire allo scoperto. L’Unione popolare, guidata a livello nazionale dall’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris e che riunisce Rifondazione comunista, Potere al Popolo e Manifesta, schiera in Valle d’Aosta Loredana De Rosa alla Camera dei Deputati e Francesco Lucat al Senato della Repubblica.
“L’alternativa popolare al partito unico della guerra, della precarizzazione del lavoro, delle privatizzazioni e della devastazione ambientale”, come definito da movimenti, collettivi, associazioni, partiti che ne fanno parte, avrà però meno di un mese per raccogliere le firme per prendere parte alla competizione elettorale.
I primi tre appuntamenti di raccolta firme in Valle d’Aosta sono fissati per l’8, il 9 e il 10 agosto dalle 16 alle 20, in Piazza des Franchises ad Aosta, dove saranno presenti anche i candidati dello schieramento.
“Vogliamo che dalla Valle d’ Aosta giunga in Parlamento una voce che testimoni la gravità del degrado ambientale che subiamo. – spiega una nota – Il nostro territorio è un patrimonio dell’umanità intera intrinsecamente fragile. Occorre battersi per la sua salvaguardia perché le conseguenze del suo sconvolgimento compromettono la nostra economia, le nostre tradizioni alpine ed il nostro futuro e si fanno sentire pesantemente fino alla foce del Po.”
Altri temi dell’Unione popolare in Valle d’Aosta sono il “no alla logica del riarmo, delle spese militari, della produzione e del commercio delle armi. Occorre destinare queste risorse alla sanità pubblica, all’istruzione, ad una vera transizione ecologica (contro la finzione ecologica del ministro Cingolani). Ad una politica per il pieno impiego, contro la disoccupazione e contro la povertà, per il sostegno dei redditi, con la definizione di un salario minimo ed il ripristino della scala mobile”.
Area democratica, Adu e M5S corrono assieme. Ma Rete civica si sfila
In vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre, qualcosa si muove a sinistra. Non nella direzione, però, tracciata solamente qualche giorno fa.
Se in una nota, infatti, Area Democratica – Gauche Autonomiste, Adu Vda/Sinistra Italiana e MoVimento 5 Stelle Valle d’Aosta fanno quadrato e “confermano la volontà di proporre alle elettrici e agli elettori valdostani due candidature che siano innanzitutto dimostrazione di coerenza e coraggio nell’azione politica” – ufficializzando de facto la volontà di correre insieme –, non sfugge, nel comunicato, l’assenza del simbolo di Rete civica.
Se le tre sigle spiegano che i direttivi “hanno già individuato oltre ai nuclei fondanti del programma, anche la disponibilità a candidarsi di personalità caratterizzate da un percorso politico personale chiaro e inequivocabile” – proposte che verranno sottoposte alla discussione delle rispettive basi – Rete civica frena. O, quantomeno, prende tempo.
“Noi, al momento non abbiamo aderito a questo passaggio – spiega Elio Riccarand, dirigente di rete civica –. Abbiamo sempre posto sul tavolo l’esigenza di arrivare ad uno schieramento ampio per poter essere efficaci. Stiamo valutando la situazione per capire se ci sia la possibilità di mettere in piedi un’iniziativa più ampia rispetto a queste tre sigle”.
All’orizzonte, dice ancora Riccarand, non ci sono però altri accordi: “In questo momento non stiamo facendo né trattative né incontri – aggiunge –, stiamo seguendo l’evoluzione del quadro politico. Siccome la posta in gioco è grande non vogliamo prendere decisioni non ben meditate”.
Pd e Azione/+Europa: “Accordo che darà frutti anche in Valle d’Aosta”
“Non ci sono vie di mezzo, è l’ora di fare una scelta di campo”. Così il segretario del Pd Vda Luca Tonino, quello di Azione VdA Marco Curighetti e Leonardo Dal Tio, Responsabile +Europa Valle d’Aosta nel salutare l’accordo raggiunto a livello nazionale fra i tre movimenti per le prossime elezioni del 25 settembre.
“Un punto fondamentale per presentare agli italiani una proposta politica seria e costruttiva capace di non dispendere nel nulla la spinta riformista e la ritrovata centralità del nostro Paese all’interno dello scacchiere internazionale grazie all’azione del Governo Draghi, – evidenziano i tre segretari politici – fatto irresponsabilmente cadere da populisti e sovranisti di destra e sinistra per meri fini elettorali, ignorando di fatto anche i numerosi appelli arrivati da associazioni e movimenti della società civile, compresa la richiesta sottoscritta da 2000 sindaci, che chiedevano semplicemente di portare la legislatura alla sua naturale conclusione”.
Per i tre segretari l’accordo, anche in Valle d’Aosta “potrà dare importanti frutti, e essere di impulso a tutte le forze convintamente europeiste, riformiste, popolari e autonomiste per creare il più ampio fronte possibile nel contrasto all’avanzata di una destra che ha in Orban e Putin i suoi modelli ideali.”
Zucchi (FdI): “Il nostro candidato lo sceglierà Giorgia Meloni”
Bisognerà attendere ancora una decina di giorni per conoscere il nome del candidato del centrodestra valdostano alla Camera. A spiegare i tempi per la definizione della candidatura, che verrà portata sul tavolo degli alleati da Fratelli d’Italia Vda è il coordinatore Alberto Zucchi.
“Riunirò oggi alle 18.30 il partito” spiega Zucchi “al quale relazionerò sulle decisioni assunte dal nazionale e sulle direttive per la tornata elettorale. In particolare tutti i coordinatori dovranno portare lunedì a Roma l’elenco di coloro i quali hanno manifestato la volontà a candidarsi. Io darò tempo qui in Valle d’Aosta fino a venerdì. Sarà poi Giorgia Meloni stessa a esprimere la figura che meglio rappresenta il partito, che ha dato prova di affidabilità ed esperienza. La scelta avverrà in una logica di merito”.
Una volta che la presidente avrà scelto il o la candidata valdostano/a alla Camera, il nome verrà portato sul tavolo degli alleati. “Non ho l’ardire o l’arroganza di dire che quello sarà poi il candidato, ma riteniamo che come noi non mettiamo preclusioni a casa degli altri, gli altri non facciano lo stesso con noi. Il candidato lo sceglie Giorgia Meloni, con buona pace delle preferenze delle altre componenti. Noi vogliamo fare questo accordo, ma in un contesto in cui vi sia un minimo di rispetto e dignità. E’ arrivato il momento di alzare l’asticella e mettere i personalismi dietro la schiena”.
Voci di corridoio danno lo stesso Zucchi fra i possibili candidati alla Camera per Fratelli d’Italia Vda – il diretto interessato non conferma e non smentisce – , nome che però non sembrerebbe essere gradito ad una parte degli alleati.
Area democratica, Adu, M5s e Rete civica aprono a “una solida aggregazione progressista”
“Non abbiamo aspettato le elezioni anticipate per azioni e proposte in alternativa alle destre populiste e agli autonomisti di facciata che, per opportunismo, non disdegnano la collaborazione più o meno palese con le formazioni politiche di destra. Da tempo abbiamo avviato un percorso di collaborazione declinato su vari livelli istituzionali; individuato contenuti importanti per l’azione politica in Valle d’Aosta”.
Così, in una nota, Area democratica – Gauche autonomiste, Adu VdA, MoVimento 5 stelle e Rete civica cominciano a muovere il primo passo verso la campagna elettorale.
Passo che faranno assieme, ma soprattutto spiegando i propri intenti: “Lo scioglimento anticipato del Parlamento e le prossime elezioni politiche impongono ora di operare per portare all’interno del contesto nazionale un punto di riferimento di chiara ispirazione progressista, per affrontare e risolvere le problematicità regionali sulle quali la Giunta regionale continua da anni a tergiversare e a non dare risposte, un polo che metta al primo posto la giustizia sociale e la giustizia ambientale”.
Ma, soprattutto, la volontà di “fare un percorso aperto alla collaborazione di tutti i movimenti, partiti, associazioni e singole persone che intendano portare il loro contributo alla costruzione di una solida aggregazione progressista”.
“I tempi stretti imposti dal calendario elettorale sono un ostacolo ma intendiamo raccogliere le suggestioni che cittadine e cittadini ci proporranno – scrivono ancora le quattro sigle –. L’azione per una Valle d’Aosta aperta, impegnata e solidale passa anche attraverso un coinvolgimento ampio e costruttivo nelle elezioni politiche”.
E riguardo la collaborazione tra i movimenti, avviata da tempo, aggiungono che “ha consentito di raggiungere importanti risultati, come l’inserimento nel Pnrr del progetto di elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea-Aosta con il più importante finanziamento per la ferrovia valdostana da quanto, a fine Ottocento, è stata costruita la tratta. Abbiamo lavorato sui temi del contrasto al declino della Sanità e della Scuola pubblica, la questione sociale, il lavoro e la tutela ambientale con particolare attenzione a fermare l’aggressione ai siti naturali protetti. Da evidenziare anche il lavoro per il riconoscimento dei diritti retributivi e pensionistici per il corpo regionale dei Vigili del Fuoco e il Corpo Forestale Valdostano e per il finanziamento delle nostre scuole durante la crisi pandemica”.
Boldi (Lega): “Nicoletta Spelgatti nostra candidata al Senato”
Se a Roma l’accordo è già stato trovato, ad Aosta Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si “stanno raccordando”, ma “siamo a buon punto” dice la segretaria regionale del Carroccio Marialice Boldi.
Due le certezze in casa della Lega valdostana: “A noi spetta il candidato al Senato, perché siamo la prima forza in Valle d’Aosta” e “Nicoletta Spelgatti sarà l’indicazione che esprimerò”. Più votata alle scorse regionali del 2020, la consigliera regionale, già presidente della Regione, “che non ha sciolto del tutto le riserve, perché candidarsi a Roma non è una passeggiatina di salute”, è per la segretaria regionale “la persona giusta, con lo spirito vincente e la competizione nel cuore“.
Assieme alla Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia correrà l’Udc. “Piero Vicquéry mi ha assicurato l’appoggio. – prosegue Boldi – Se qualcun altro poi vuole condividere con noi questo progetto è ben accetto, non pongo preclusioni”.
L’appello della presidente Uv Machet a difendere la Petite Patrie dall’attacco dei partiti nazionalisti non è piaciuto alla segretaria regionale della Lega. “Siamo una regione autonoma e noi come Lega da sempre abbiamo fatto dell’autonomia, di tutte le regioni, una battaglia. Il governo centrale, ci piaccia o no, si trova però a Roma e con quello dobbiamo interfacciarci, perché da lì, così come dall’Europa arrivano i grandi finanziamenti. Quelli che finora hanno dimostrato di avere gli agganci maggiori con i governi romani siamo noi e a guardare i sondaggi, anche se bisogna fare un po’ la tara, quelli che hanno più probabilità di vincere queste elezioni sono le forze di centrodestra”.
Sondaggi a parte, Boldi spiega di voler affrontare la campagna elettorale “senza la presunzione e l’arroganza di chi si sente già la vittoria in tasca. Le elezioni si vincono con i programmi e conquistando la fiducia degli elettori”.
Autonomisti al lavoro per definire il perimetro delle alleanze
L’unico dato certo fra gli autonomisti è il passo indietro del senatore Albert Lanièce, che ha deciso di non ricandidarsi alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre. “Il passo indietro di Lanièce ci ha lasciati dispiaciuti perché è un uomo a cui la Valle d’Aosta e l’Union Valdôtaine deve molto” sottolinea la presidente dell’Uv Cristina Machet. “Questo ovviamente significa andare a cercare dei candidati che con i tempi così stretti non è semplice”.
Gli autonomisti sono impegnati in questi giorni a definire il perimetro delle eventuali alleanze, anche se in diversi auspicherebbero un campo ristretto, per le implicazioni che nuovi o rinnovati patti con i partiti nazionali avrebbero sul governo regionale. “Abbiamo fatto una riunione del Comité lunedì dalla quale è emersa la volontà di partire dagli autonomisti e in questi giorni e in queste ore stiamo facendo una serie di riunioni, per cominciare a fare dei piccoli passi e dei ragionamenti. Non aiutano i tempi e il periodo estivo” prosegue Machet. “In questo momento non ci preclusioni nei confronti di nessun partito autonomista o del Pd. Stiamo facendo un passo alla volta, con tempi velocissimi. Sono ottimista, bisogna serrare le fila e stringere i denti”.
L’avversario da battere questa volta, astensionismo a parte, sarà il centro destra. “I sondaggi a livello nazionale avranno una ricaduta anche in Valle d’Aosta, ma non credo così pesante. E’ un dato però che va tenuto in conto.
In un messaggio inviato ieri inviato agli unionisti, la Presidente Machet ricorda come “con la riduzione del numero dei parlamentari, ogni rappresentante eletto avrà un peso specifico ancora maggiore. I partiti nazionalisti ci attaccheranno, hanno già iniziato a condurre una campagna elettorale aggressiva dato che si sentono galvanizzati dal fatto di essere favoriti nei sondaggi”, per questo è tempo di “affilare le unghie e difendere la nostra ‘Petite Patrie’“.
Per Machet “non possiamo permetterci di affidare i nostri destini ai partiti romani“.
Il Pd VdA guarda al “campo largo” con sinistra e autonomisti
I tempi sono stretti, la campagna elettorale per le Politiche – fissate per domenica 25 settembre – ormai incombe. Il Partito democratico della Valle d’Aosta prova a serrare le fila, cercando di mettere “ordine” nei suoi complessi rapporti – a livello locale più che mai – a sinistra. Questo, senza dimenticare gli autonomisti.
“È un appuntamento, quello delle Politiche, al quale teniamo molto. Abbiamo un’urgenza sui tempi – spiega il segretario dem Luca Tonino –, che sono drammatici, dato che le liste vanno depositate il 14 agosto e lunedì prossimo è già il 1°. Guardiamo ad un campo più largo possibile, sia guardando a sinistra sia agli autonomisti”.
A livello nazionale il segretario Enrico Letta sta abbracciando una stessa idea “ecumenica” anche se le indiscrezioni di oggi vedono il Pd fare un discorso “a più punte” con i transfughi M5s che hanno seguito il ministro Luigi Di Maio – che però non si sa quanto seguito possa avere in Valle –, ma anche Emma Bonino, Carlo Calenda e soprattutto Nicola Fratoianni.
Problema nel problema, dato che il deputato di Sinistra italiana ha siglato – lo scorso aprile – un accordo con Adu VdA, che con il Pd locale, questione di feeling, è da tempo ai ferri corti.
Tonino spiega: “È importante tentare un dialogo con tutte le forze di sinistra. Lo slogan di Letta, ‘O noi o Meloni’ è centrale. Si discuterà di temi e programmi ma è necessario parlare anche di una scelta di campo su due idee diverse, entrambe legittime, di Paese”.
Ora? Ora si deve correre: “Abbiamo due settimane, con i Consiglio regionale e comunale e Ferragosto in mezzo, forse con la necessità di raccogliere le firme per presentare un simbolo unitario. Bisogna fare in fretta ma anzitutto bisogna fare una scelta di campo”. Scelta che, a livello squisitamente politico, sembra cosa semplice. Non ci fossero da superare, nel mezzo, tutti i “veti incrociati” e le vecchie ruggini a sinistra. Quelle ataviche e quelle – vedi la disgregazione del Progetto civico progressista – più recenti.