Gli accordi di programma, ovvero tutti quei “paletti” tra Comune di Aosta e Regione

27 Giugno 2019

Gli accordi di programma – a maggior ragione tra due enti – sono per antonomasia una “propulsione” per fare qualcosa che, da soli, non si potrebbe realizzare. Per vincoli (ad esempio di proprietà), o semplicemente per convenienza/dialogo/cooperazione.

Nel Comune di Aosta questi accordi, alcuni annosi, si sono trascinati dietro diverse criticità che hanno radici lontane, nei rapporti non sempre facili – soprattutto in questi ultimi 4 anni – tra piazza Chanoux e piazza Deffeyes.

In Consiglio comunale questa mattina – giovedì 27 giugno – è stato il leghista Étienne Andrione: “Alcuni di questi accordi – ha spiegato in aula – sono stati abbandonati dalla Regione, altri sono fatti con il Ministero, e se non portati avanti bloccano l’attività del Comune. Chiedo a che punto siamo, perché è necessario un ripensamento di molti di questi accordi. Chiedo anche all’Amministrazione di riferire sullo stato attuale di questi accordi cosa pensate di chiedere al partner Regione di aggiornare, modificare, chiudere o sostituire in queste intese”.

In risposta il Sindaco Fulvio Centoz parte da un accordo, non di programma ma finanziario, con piazza Deffeyes: “La Legge Aosta Capitale – spiega – non è un accordo di programma, ma indubbiamente è uno di quegli elementi su cui abbiamo chiesto incontri e cercato convergenze con la Regione. La legge compie il suo ciclo nel 2021 e prevede 1,5 milioni di euro l’anno sia per gli investimenti, sia per le spese correnti. Il nostro interesse è quello di garantire il finanziamento almeno in parte corrente siccome bilancio deve pareggiare su tre anni e le risorse previste da Aosta Capitale sarebbero a disposizione solo per i primi due anni della finanziaria triennale”.

Insomma: “È importante cercare di mantenere le risorse che abbiamo – sempre Centoz –, anche perché di sacrifici ne sono stati fatti parecchi. Aosta Capitale è un tavolo aperto con l’Assessore alle Opere pubbliche in Regione. L’obiettivo è quello di predisporre una nuova legge che si sostituisca ad Aosta Capitale, soprattutto per la parte corrente”.

Visita alla NUV

Il prolungamento di via Elter, il Ministero della Difesa ed il Demanio e i parcheggi dell’UniVdA

Il prolungamento di via Giorgio Elter parte da lontano, dall’accordo con il Ministero della Difesa che metteva sul tavolo la cessione da parte statale dell’area della caserma Testa Fochi e la sua conversione in campus universitario.

Centoz spiega: “Il problema della chiusura dell’accordo è nella fine dei collaudi, con tanto di carta bollata, per i quali serve il famoso Decreto di espunzione dei terreni del Demanio da trasferire alla Regione ed in seguito al Comune per la gestione del parcheggio della Nuova Università”.

maneggio di aosta

La “Scuola polmone” di Tsambarlet e la prima vittima: il maneggio

Il fatto è noto. L’accordo che vincola l’area di regione Tsambarlet a “Nuovo Polo scolastico” – la fu “Scuola polmone” – è ora congelato”, la Regione deve ancora capire cosa farne, e a farne le spese è stato il maneggio comunale che, stando all’intesa firmata, doveva essere smantellato e spostato nella ex cascina Favre di via Lavoratori Vittime du Col du Mont.

“Attualmente l’accordo è sospeso – spiega ancora il Primo cittadino aostano –, stiamo cercando di capire le intenzioni del raggruppamento che sta ripensando la scuola. Senza una decisione della Regione l’accordo è bloccato, e la prima conseguenza è stata la chiusura del maneggio. Non si vuole scaricare le colpe ma, agli atti, abbiamo un accordo che prevede la realizzazione di una scuola, con l’abbattimento e la ricostruzione del maneggio in altro luogo. È evidente che qui una decisione regionale diventa necessaria, ed il più velocemente possibile. Finora abbiamo cercato di ‘tacconare’ una soluzione provvisoria che oggi non è più possibile, ed è impensabile che Aosta possa rinunciare al suo maneggio comunale”.

Parcheggio Telecabina di Pila

La “Porta sud” di Aosta ed il Palazzo regionale dei desideri

Situazione non dissimile quella che vive la “Porta sud” di Aosta, la cosiddetta Zona F8, ovvero quella che comprende il parcheggio della telecabina di Pila.

Qui “galleggia” un vecchio accordo che vede, su un terreno comunale, il vincolo di costruzione del Nuovo Palazzo regionale, che dalle parti di piazza Deffeyes sembra oggi più lontano che mai. Progetto lontano, ma vincolo vicinissimo e che chiude ogni possibilità di intervento.

“Anche qui cerchiamo di capire la Regione in che direzione voglia andare – spiega Centoz –. Il giorno dopo l’ultima Commissione abbiamo trasmesso ufficialmente il nostro studio all’Amministrazione regionale per illustrarlo e decidere come modificare quell’accordo di programma. È chiaro che vada rivisto, serve una posizione da parte della Regione sulla volontà o meno di realizzare un edificio unico regionale. Quella è una zona nevralgica, che ha valenza strategica, e merita analisi approfondita”.

In questo senso – lo studio prevede un collegamento “a raso” che supera la ferrovia di fronte al supermercato – sono forse le ferrovie a venire incontro al Comune per forzare una soluzione: “Rfi – dice il Sindaco – ha manifestato l’interesse ad eliminare il passaggio a livello di via Carrel. Per noi però non può che essere successivo ad un collegamento alternativo tra la zona nord e quella sud che abbiamo individuato in via Bramafam”.

Centro polifunzionale di Via Brocherel

Un Brocherel più microcomunità che mai

Altro discorso annoso, il cantiere del Centro Polivalente Brocherel potrebbe prendere ora un’altra strada. La nuova direzione – ma anche qui c’è da sedersi al tavolo con la Regione – è quella di ampliare la parte di microcomunità pensata inizialmente.

“È assolutamente necessario trovare delle sinergie con l’Amministrazione regionale – chiude Centoz –, e sono stati fatti degli incontri per trasformare il corpo centrale della struttura interamente in microcomunità, mentre oggi è prevista sia la micro sia la ‘comunità alloggio’ ed il Centro diurno. L’obiettivo è riuscire, nella maniera più leggera possibile, a recuperare nel corpo centrale più posti letto, con camere con dotazione di ossigeno per i casi più gravi. Siamo in fase di interlocuzione con la regione per reperire finanziamenti per completare l’opera. Non possiamo più permetterci di lasciare un immobile non utilizzabile senza intervenire”.

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