L’Uv in difesa: “nessuna responsabilità sul ‘no’ al Bilancio”. E torna a chiedere le elezioni

31 Dicembre 2019

Un dialogo difficile con chi considera il documento finanziario regionaleun bilancio di marchette”, ma da portare avanti per arrivare ad approvarlo il prima possibile, e la necessità di ridare la voce agli elettori.

Nessun passo indietro da parte dell’Union Valdôtaine, dopo il “pasticciaccio” in Consiglio regionale di venerdì scorso, quando l’“ammutinamento” dei consiglieri, uno ex e uno quasi, unionisti Barocco e Peinetti ha fatto naufragare il Previsionale e condotto la Regione all’esercizio provvisorio.

Il Presidente del Mouvement e neo consigliere regionale Erik Lavévaz prende carta e penna e ribadisce la linea del “Leone rampante”, al minimo storico con i suoi tre soli eletti in Consiglio rimasti tra le sue fila.

L’ultimo giorno del 2019 è l’occasione, per Lavévaz, di mettere nero su bianco alcune considerazioni su “un anno di violenti scosse e notizie che hanno rovesciato il mondo politico valdostano”, per una politica stessa che “arriva a fare ancora peggio e a dare la sua immagine più buia in questa fine del 2019”.

E in mezzo al tiro incrociato dei comunicati stampa piovuti nelle redazioni in questi giorni, il Presidente Uv cerca di fare chiarezza: “Il nostro Movimento non ha alcuna responsabilità per il fatto che il Bilancio 2020-2022 non è ancora stato approvato dal Consiglio Valle, e in effetti il ​​Conseil fédéral riunito il 23 dicembre ha deliberato come primo punto l’approvazione del documento contabile. Il Movimento non può rispondere per le scelte personali degli eletti che decidono per una strada diversa, se non intraprendere delle azioni disciplinari conseguenti”.

Nessuna “resa dei conti”

Lavévaz poi sottolinea che, con i “dissidenti” Barocco e Peinetti, non ci sia stata “Nessunaresa dei conti’richiamando la critica piovuta dai banchi di Alpe e Uvp verso il “Mouvement” –, semplicemente gli eletti non hanno accettato la linea, legittima e ampiamente condivisa, di andare ad elezioni dopo l’approvazione del Bilancio, nascondendosi dietro una presunta inopportunità della richiesta di dimissioni deliberata dal Conseil fédéral”.

Il tono si fa più duro quando il Presidente si chiede “Quale altro modo può avere un movimento per evocare legittimamente le elezioni? Qualsiasi altra motivazione tecnica o politica per il mancato voto al Bilancio è una presa in giro per i valdostani e per la Valle d’Aosta, tanto più se arriva da chi ha votato lo stesso Bilancio in Commissione solo poche ore prima del nostro Conseil fédéral”.

Il discusso Conseil pre-Consiglio

A chi come l’Assessore alla Sanità Baccega parlava di una convocazione del “parlamentino unionista” alla vigilia del Consiglio regionale “che ha generato alcune perplessità” Lavévaz risponde che l’adunanza “è stata fatta a seguito dei fatti gravi eventi dell’inizio settimana che hanno portato alle dimissioni, tra le altre, del Presidente del Governo e del capogruppo dell’Union Valdôtaine. Sono fatti che non meritano una discussione all’interno di un movimento? Rispettiamo la scelta di convocare o meno gli organi di chiunque, ma pretendiamo lo stesso trattamento”.

Conseil che in realtà, prosegue il Presidente Uv, non ha visto emergere “nessuna linea diversa da quella che il Mouvement ripete da mesi”.

Repetita juvant dell’Uv: bilancio ed elezioni

Poi la chiusa, con il “mantra” unionista: “L’Union Valdôtaine – chiude Lavévaz – rilancia la necessità di riportare il Bilancio in Consiglio Valle nel più breve tempo possibile, anche se ritiene difficile il confronto con chi ritiene questa programmazione finanziaria un ‘bilancio di marchette’, e ribadisce la necessità di restituire la voce elettori”.

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